A Reggio una via per le “Vittime dell’Amianto”: in onore di chi ha perso la vita nel nome del lavoro
A Reggio Calabria intitolata “via Vittime dell’Amianto” davanti all’Hitachi: una cerimonia di memoria e impegno. Le foto
05 Agosto 2025 - 17:28 | Comunicato Stampa

Si è svolta, di fronte all’ingresso dello stabilimento Hitachi, la cerimonia di intitolazione della “già via Padova” in “via Vittime dell’Amianto”.
Scopertura della targa e presenza delle istituzioni
La consueta scopertura della targa è avvenuta alla presenza di autorità civili, militari ed istituzionali; oltre che di alcuni familiari delle vittime dell’amianto e dei rappresentanti dell’associazione ONA (Osservatorio Nazionale Amianto) nella persona del presidente locale Massimo Alampi.
Per l’Amministrazione comunale e metropolitana erano presenti il Sindaco Giuseppe Falcomatà, i due vicesindaci Paolo Brunetti e Carmelo Versace, gli assessori Filippo Burrone e Carmelo Romeo, i consiglieri comunali Massimiliano Merenda e Franco Barreca.

Merenda: «Un giorno particolare per la memoria della città»
La cerimonia è stata aperta ed introdotta proprio dall’intervento del consigliere comunale Merenda il quale, accogliendo le istanze dall’ONA, ha seguito passo passo attivamente tutto l’iter in commissione toponomastica per la sensibilità all’argomento.
“Oggi è un giorno particolare – ha dichiarato Merenda – perché questa intitolazione riguarda la commemorazione di nostri concittadini, ma anche di tanti altri cittadini del pianeta che hanno perso la vita a causa di un male generato da un materiale che è stato molto utilizzato in passato e che però poi si è rivelato un killer che ha toccato non solo chi lo lavorava, ma anche le persone indirettamente esposte”.
“Oggi noi, come amministrazione, siamo onorati di intitolare la già via Padova alle vittime dell’amianto – ha proseguito il consigliere – con l’augurio che, oltre a commemorare tutte le vittime e i loro familiari, tanti oggi qui presenti, si continui nell’opera di attenzione e anche di risoluzione delle problematiche ancora legate a questo materiale fino a smaltirlo definitivamente come previsto per legge”.
Merenda ha ringraziato anche l’ONA che ha voluto donare al Comune un ulivo: simbolo di pace e speranza che sarà piantumato in città a memoria di questa iniziativa.

Alampi (ONA): «Vittime tradite due volte: dalla fibra e dal silenzio»
Nel suo intervento il presidente ONA – Massimo Alampi – dopo i consueti saluti istituzionali, portando i saluti del Presidente dell’Osservatorio Nazionale, ha voluto onorare la memoria di chi ha lavorato in silenzio a contatto con questo materiale, assorbendo la morte senza saperlo; mentre costruiva il futuro di questo Paese.
“Persone tradite due volte – ha dichiarato – prima da una fibra invisibile, poi da un sistema che ha scelto di non vedere e spesso continua a non voler vedere: vittime sacrificate sull’altare del profitto”.
Ha quindi ricordato uomini e donne che hanno lavorato in fabbrica, nei cantieri navali, nelle officine e nei depositi ferroviari; e finanche le mogli che lavavano le tute intrise di polvere assassina, ignare di portare quella morte dentro casa.

Un passaggio importante anche per le forze dell’ordine che “troppo spesso – ha ricordato Alampi – (per dovere e per missione) sono state esposte senza protezione all’amianto e ad altre sostanze cancerogene; così come i nostri vigili del fuoco che hanno operato per molto tempo con le tute in amianto”.
Onorata la memoria anche di chi ha avuto il coraggio di parlare e raccontare i drammi collegati all’amianto; come il compianto giornalista Rai Franco Di Mare: morto lo scorso anno per mesotelioma pleurico.
“Questa strada, via Vittime dell’Amianto, non è un semplice gesto simbolico – ha sottolineato Alampi – è una ferita che abbiamo scelto di non coprire più con l’indifferenza; una verità incisa nella pietra, perché da oggi nessuno possa dire: io non sapevo. Questa via è una voce che oggi grida: noi non dimentichiamo”.
La Garante della Salute: sinergia istituzionale per ambiente e salute
Presente alla cerimonia anche la Garante della Salute regionale, dott.ssa Anna Maria Stanganelli.
La Stanganelli ha ricordato che il suo ruolo nasce con la finalità di fare da ponte tra cittadini e istituzioni, sollecitando interventi tempestivi rispetto alle criticità segnalate.
In tema di amianto ha voluto ricordare i risultati ottenuti grazie alla collaborazione con i comitati di quartiere; preoccupati per la possibile correlazione tra roghi, presenza di amianto e patologie tumorali.
In tal senso un’importante bonifica è stata effettuata ad Arghillà grazie alla collaborazione tra l’Ufficio del Garante, il Dipartimento di Prevenzione e il Comune; portando alla rimozione di materiali contenenti amianto e carcasse di auto abbandonate.
La Garante ha quindi sottolineato l’importanza della sinergia istituzionale rispetto all’inscindibile binomio ambiente-salute ed ha annunciato l’avvio, in collaborazione con il Comune e con il supporto del Consiglio Nazionale delle Ricerche, di uno studio epidemiologico nei quartieri di Arghillà, Mosorrofa, Mortara e Marconi finalizzato a verificare l’eventuale correlazione tra incidenza di patologie e i citati roghi di rifiuti o presenza di materiali quali l’amianto.
La Stanganelli ha elogiato l’attività svolta sul territorio dal consigliere Merenda, che ha fortemente voluto l’intitolazione odierna; frutto di anni di impegno e collaborazione. Ha infine reso nota l’esistenza di un protocollo d’intesa tra la Garante della Salute e l’Osservatorio Nazionale Amianto che prevede iniziative congiunte, tra cui l’utilizzo di un’applicazione dedicata – messa a disposizione dall’ONA – che consente ai cittadini di segnalare in forma anonima le aree potenzialmente contaminate.
App che sta fornendo riscontri importanti rafforzando la rete tra istituzioni, associazioni e cittadini.

Falcomatà: «Un’intitolazione che alza il velo sulla storia operaia della città»
A conclusione della cerimonia, prima della scopertura della targa, è intervenuto il sindaco Giuseppe Falcomatà il quale ha ricordato i nostri concittadini illustri, che con la loro attività e con il loro impegno in favore della città, hanno tenuto alto il buon nome di Reggio Calabria in Italia.
“Oggi è un’intitolazione un po’ particolare – ha dichiarato il primo cittadino – perché va in qualche modo ad alzare un velo su un pezzo importante della storia della nostra città che, fino a oggi, è stato portato all’attenzione delle cronache solo grazie all’impegno delle famiglie, dei singoli o dell’Osservatorio sull’Amianto.
Questa intitolazione riunisce intorno alla tematica dell’amianto un’intera città, un’intera comunità e ci responsabilizza ancora di più”.
“Noi – ha proseguito Falcomatà ringraziando il presidente della commissione toponomastica Domenico Cappellano – abbiamo sempre detto che non è la via che fa il nome, ma è il nome che dà importanza alla via. Questo per dire che l’importanza del luogo dedicato – o meglio, dell’evento o della persona dedicata a quel luogo – fa il luogo stesso”.
“Intitolare questa via alle persone che sono state vittime dell’amianto – ha aggiunto dunque il sindaco – è stata una scelta legata anche a ciò che questo luogo rappresenta per l’intera città. Un luogo che storicamente – ancora oggi – è la fotografia di un pezzo importante del comparto produttivo della nostra città: di fronte all’Hitachi, alle storiche e gloriose ex officine Omeca; a pochi passi da un piazzale che non a caso è stato intitolato ai Maestri del Lavoro.
Questo quartiere popolare, popoloso, ci fa ritrovare a pochissimi chilometri anche dal rione Ferrovieri, dal rione Pescatori; quartieri simbolo della parte lavorativa e produttiva che ha fatto la storia di Reggio Calabria”.
“Questa intitolazione – ha specificato Falcomatà – è l’idea che tante persone che hanno perso la vita a causa di questa fibra killer non sono state dimenticate; persone che hanno lavorato per le loro famiglie, per consentire di mettere insieme il pranzo con la cena, facendolo anche contro il menefreghismo dei padroni che hanno fatto finta di nulla anche quando le problematiche legate all’amianto erano ormai evidenti”.
“Un’intitolazione – ha proseguito il sindaco – che noi facciamo per quelle persone morte per esposizione diretta ma anche per coloro che hanno subito gravi conseguenze per esposizione indiretta.
Lo facciamo per tutte quelle famiglie che hanno sopportato il peso di vedere, piano piano, i propri congiunti spegnersi lentamente a causa di questo male invisibile. Lo facciamo per consentire a tutti noi, ogni volta che passiamo da qui, di ricordarci il prezzo altissimo che tante famiglie della nostra città hanno pagato a causa dell’amianto. Lo facciamo – ha ancora ribadito Falcomatà – anche per rendere questo un luogo di commemorazione; per consentire di portare un fiore, un simbolo laico, in questa parte della città.
Lo facciamo soprattutto con l’orgoglio di rivendicare, come città, un ruolo centrale nella battaglia contro l’amianto e richiamare ancora di più l’attenzione delle istituzioni su quanto ancora si deve fare su questo tema”.
Nel ringraziare tutte le figure presenti e coinvolte attivamente nell’iter per questa intitolazione il sindaco ha chiuso dicendo: “Ci auguriamo che questo non sia più quel sale che si sparge sulla ferita e la rende più dolorosa, ma un velo che si alza definitivamente e che ci responsabilizza ancora di più nella battaglia contro l’amianto”.