Occhiuto punge, la Procura risponde: “Sarà ascoltato nei prossimi giorni. Nessuna indagine a orologeria”
"Noi non siamo carnefici, verifichiamo i fatti. Non è vero che sono state negate le carte", afferma il procuratore capo di Catanzaro, Salvatore Curcio
19 Giugno 2025 - 07:24 | Redazione

“La procura di Catanzaro ha dei tempi, ci sono le calendarizzazioni dei lavori, un Pm non gestisce un solo fascicolo. Stamattina (ieri, ndr), su mia espressa indicazione, il procuratore aggiunto di Catanzaro ha contattato il difensore del presidente dandogli la massima disponibilità nel concordare una data nei prossimi giorni. Si sono sentiti e accordarti, si procederà serenamente e tranquillamente. Non distribuiamo carte ne neghiamo diritti”.
Ad affermarlo il procuratore capo di Catanzaro, Salvatore Curcio, nel corso di un’intervista con il giornalista Pietro Comito nell’ambito della manifestazione Trame. Curcio quindi risponde ai diversi dubbi espressi dal presidente Occhiuto negli ultimi giorni rispetto all’indagine che lo vede coinvolto, perplessità manifestate a partire dal primo video pubblicato sui social, passando per l’ospitata nel programma di Rete 4 Quarta Repubblica e arrivando alla conferenza stampa di ieri dello stesso Governatore.
“Nel merito della vicenda non dirò nulla per rispetto dei colleghi e della polizia giudiziaria che sta operando. Ma qualche precisazione devo farla: ho sentito due o tre cose su cui occorre precisare per amore di verità e della toga che porto, fermo restando che ognuno ha diritto di difendersi come meglio crede”.
“Parlo solo di fatti: punto primo al presidente non è estato notificato un’informazione di garanzia bensì un avviso del gip che dice che il pm chiede una proroga delle indagini preliminari relativamente a un procedimento del maggio 2024″.
“Non è una indagine a orologeria -afferma Curcio- perché nasce quando che io ero procuratore a Lamezia. Abbiamo dunque fatto ciò che fisiologicamente si fa in questi casi. Non è vero che sono state negate le carte: quando viene notificata una richiesta di proroga di indagini, la legge processuale italiana non prevede alcun accesso agli atti. Se lo avessimo fatto, avremmo commesso un abuso.
Altro punto: è stato detto che gli atti sono stati negati a Occhiuto ma sono stati dati alla testata del Domani. Ma che interesse avremmo avuto a consegnare gli atti a una testata? In realtà l’ufficio di procura è lontano da queste logiche. Siccome si è proceduto ad alcune attività di indagine a carico di altre persone, è chiaro che chi ha ricevuto quell’atto evidentemente lo ha diffuso”.
“Noi non siamo i carnefici di nessuno. Accertiamo fatti ed eventuali responsabilità se quei fatti hanno rilievo penale. Non distribuiamo carte, non neghiamo diritti. Riconduciamo la vicenda nella giusta dialettica processuale.
Vi posso assicurare che l’ufficio della Procura di Catanzaro ha agito con estremo garbo istituzionale, proprio in ragione del rispetto che si deve nei confronti di tutti gli indagati. Mi sono arrivate 500 telefonate dai giornalisti venerdi scorso, e non ho risposto a nessuno”, ha concluso Curcio.