Reggina, l’ennesima umiliazione. La rabbia dei tifosi e la richiesta degli ultras
Non si intravede una vera via d’uscita. Anzi, cresce la paura che il peggio debba ancora arrivare
19 Ottobre 2025 - 18:59 | Redazione

Rabbia, tristezza e un senso di impotenza. È questo l’umore che si respira attorno alla Reggina dopo l’ennesima domenica amara. Al Granillo si è consumata un’altra vergogna, che mette a nudo tutte le debolezze di una squadra costruita per vincere il campionato ma che oggi è sprofondata in piena zona playout.
Quella che doveva essere la partita dell’ennesima ricerca della svolta, si è trasformata invece nell’ennesima delusione. Nonostante le rassicurazioni arrivate in settimana, il gruppo non ha mostrato né carattere né reazione. Anzi, l’atteggiamento visto in campo è parso quello di una squadra reduce da una vittoria, non da un derby perso solo sette giorni prima contro il Messina.
All’ottava giornata Trocini continua a sperimentare, senza trovare la quadratura, anche lui in enorme stato confusionale, la società che nei giorni precedenti si è mostrata incapace di prendere decisioni nette. Dopo Favara, dopo Gelbison, dopo Messina, si ripete lo stesso ritornello: “la Reggina ha toccato il punto più basso della sua storia”, per poi accorgersi che la settimana successiva è anche peggio.
Probabilmente il primo a pagare sarà l’allenatore, ma le responsabilità sono di tutti e tante. La società non è mai riuscita a individuare i problemi che si trascinano dalla scorsa estate, o comunque non è mai intervenuta, mentre i calciatori, per atteggiamento e rendimento, hanno totalmente deluso.
Durante la partita, e soprattutto al triplice fischio, la contestazione è esplosa in tutta la sua forza. I tifosi, arrivati dal loro settore fino all’uscita degli spogliatoi, hanno chiesto apertamente le dimissioni del patron Ballarino, della dirigenza, del tecnico e perfino dei giocatori. “In campo con la Juniores, voi non ci rappresentate, ci state facendo vergognare in tutta Italia“. Una richiesta estrema, ma figlia di una frustrazione che ormai dura da troppo tempo.
Il clima è rovente, la classifica disastrosa, e la sensazione sempre più diffusa è che il campionato rischi di essere compromesso già a ottobre. Uscire da questo tunnel sembra difficile, perché oggi non si intravede una vera via d’uscita. Anzi, cresce la paura che il peggio debba ancora arrivare.