Agricoltura social: il calabrese Stefano Caccavari in onda a “Le Iene”

di Federica Geria - E’ andato da poco in onda ne

di Federica Geria – E’ andato da poco in onda nel programma TV “Le Iene” su Italia1 un interessantissimo servizio dedicato a una particolare realtà Calabrese.

“Siamo nel centro della Calabria, vicino Catanzaro e lui è Stefano, studente di Economia Aziendale, che due anni fa ha avuto un’idea che a lui ha cambiato la vita, ma che parte da un’intuizione semplice” esordisce così la “Iena” Cristiano Pasca.

Il protagonista è Stefano Caccavari che racconta della sua idea: “Qui si ha l’abitudine, chi ha la fortuna di avere un pezzo di terra, di coltivarsi il proprio orto. Io ho preso questa idea e l’ho messa in atto per altre famiglie. Quindi praticamente trovi lo stesso orto già coltivato, dove tu vieni solo a raccogliere”.

Stefano dunque ha deciso di utilizzare un terreno agricolo, che è sempre stato della sua famiglia, dividendolo in piccoli pezzi e facendone tanti piccoli orti, che ora dà in affitto. L’idea ha funzionato perché anche se all’inizio le prenotazioni erano poche “col passaparola grazie a Facebook, da 10 siamo diventati oggi 150”, racconta il giovane imprenditore. Centocinquanta orti creati e affittati in soli due anni: in questo modo Stefano è riuscito a dare una nuova vita alla valle.

“Ogni orto ha il cartello che indica chi è il titolare. Tutti i lavori agricoli già sono stati fatti, ogni famiglia ha un particella di terreno di circa 100 metri quadri, dove abbiamo messo le verdure di stagione. All’inizio non sai come si raccoglie, quindi ci sono io…e poi diventi indipendente. Puoi venire quando vuoi nel tuo pezzo di terra e raccogliere le tue verdure”.

Ma la domande sorge spontanea: quanto costano questi appezzamenti? 250 euro, per una durata di 4 mesi. “Come l’ombrellone estivo. Prendi la tua stagione e poi puoi andare. Il problema dei supermercati è che ci ha abituato ad avere tutto in ogni momento, ed è sbagliato perché uno deve mangiare i prodotti che arrivano nella stagione”.

La Iena chiede infine a Stefano come mai ha scelto di restare nel suo territorio o meglio: “Chi te l’ha fatto fare?”

“Una teoria dice che se non fai nulla per difendere il tuo territorio, i territori sono destinati a scomparire”.

Così Stefano, che aveva tutti altra ambizione e sognava di andare nella Silicon Valley, a differenza di suoi tanti coetanei ha deciso di rimanere in questa terra immacolata che rischiava di diventare a parole sue “una discarica d’Italia”. Per fortuna la regione Calabria ha fatto un passo indietro e questa discarica non si farà più. L’attività è nata proprio in risposta a questo problema. L’ambizione è grande, e l’obiettivo è quello di “fare il miglior cibo biologico del pianeta”.

Ma come è riuscito ad avviare il tutto con le finanze di uno studente universitario?

“Siccome l’orto si paga in anticipo, i primi dieci clienti hanno finanziato la startup agricola. Fai un piccolo prototipo di una cosa che può funzionare e poi lo espandi!”

Quella di Stefano è un’iniziativa controcorrente: “Guardati intorno, nessuno coltiva, nessuno fa niente. Nonostante la Calabria sia la seconda regione per superficie biologica, non abbiamo saputo creare mercato.”

La sua prossima iniziativa è quella di fare di un casolare un mulino, allo scopo di produrre biologicamente e con i metodi di una volta anche la farina, con lo stesso metodo: “Ho lanciato su Facebook la richiesta per finanziare il progetto Mulinum e abbiamo raggiunto oltre mezzo milione di euro.”

E attraverso i social network Stefano sta vendendo già le farine che sta producendo in questo momento e le richieste arrivano da tutto il mondo: Boston, Chicago, New York, Londra, Svizzera e da tutta Italia: “Gli ordini sono continui, tutto grazie ai social”.

Il conduttore del servizio, Pasca, conclude con una considerazione importante: “Stefano un ragazzo del Sud non è un supereroe è soltanto uno che ha capito che la sua terra può non essere una condanna, ma un’opportunità e anziché scappare come fanno tutti è rimasto per creare. Se tanti seguissero il suo esempio chi scapperebbe più dal Sud”.

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