Bonaccini (Pd) a Reggio: ‘Ponte sullo Stretto non è una priorità’

Il candidato alla segreteria del Pd chiude a Reggio la campagna elettorale: 'Autonomia differenziata spaccherebbe l'Italia'

Bonaccini Reggio

Stefano Bonaccini chiude in riva allo Stretto la campagna elettorale dedicata alle primarie che designeranno il nuovo segretario del Partito Democratico. Il governatore dell’Emilia Romagna sembra in vantaggio nei confronti di Elly Schlein, l’esito però è tutt’altro che scontato rispetto a quelli che sono i dati degli ultimi giorni.

Bonaccini, da Piazza Camagna, saluta i sostenitori con accanto i big dem, a partire dal senatore Nicola Irto e il sindaco oggi sospeso Giuseppe Falcomatà.

“A me pare che un clima così civile da tanto tempo non si vedesse. C’è rispetto, amicizia. Ed è giusto che sia così, al netto di differenze che ci sono, altrimenti non ci saremmo candidati. Credo che debba essere così, perché da dopodomani dobbiamo tornare tutti insieme togliendoci le magliette che abbiamo indossato in questa campagna”, le parole di Bonaccini.

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“La Sinistra non può essere contro la richiesta in sé di più autonomia. Perché è la Sinistra che ha puntato a dare più potere ai Comuni, alle Autonomie locali, ai territori”. Ma la proposta del Governo a firma Calderoli è -secondo Bonaccini- ‘sballata e irricevibile, spaccherebbe in due l’Italia’

Il Ponte sullo Stretto uno degli argomenti più caldi e dibattuti a queste latitudini: l’intenzione del Governo Meloni è quello di avviare presto il cantiere, con Salvini tra i principali sostenitori. Di diverso avviso Bonaccini: “Bisogna partire dalla garanzia dei collegamenti ferroviari e stradali, affinché siano più facilitati. Dopodiché possiamo discutere di qualsiasi cosa, ma a me, il Ponte sullo Stretto non sembra una priorità”.

Il candidato alla segreteria del Pd, pronto a raccogliere il testimone da Letta, indica i primi step in caso di vittoria.

“Come è normale e fisiologico, bisogna che chi è ci ha portato alla sconfitta, debba, per una volta, andare in panchina, dopo tanti anni.“

Chiederei di andare davanti ai bar, nei luoghi di lavoro, nelle piazze, nei mercati per raccogliere le firme per una legge di iniziativa popolare per introdurre il salario minimo legale, dove non arriva la contrattazione collettiva, che peraltro dobbiamo rafforzare”.

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