Sgarbi a Reggio per i Bronzi: 'Capolavori unici. Il paragone con San Casciano è un'eresia'

"Dal '72 vivo nella luce dei Bronzi, la mia carriera è strettamente legata a loro". Il Sottosegretario alla cultura ha raccontato il suo primo incontro con i due grandi guerrieri

Il Sottosegretario di Stato alla Cultura, Vittorio Sgarbi ha aperto i lavori del convegno internazionale “I Bronzi di Riace: 50 anni di studi e ricerche”, promosso dal Segretariato Regionale per la Calabria del Ministero della Cultura nell’ambito delle celebrazioni del 50° anniversario della scoperta dei Bronzi di Riace. In rappresentanza del Governo, il noto critico d’arte ha parlato alla stampa locale dell’unicità dei due guerrieri e della loro storia che, in qualche modo, lo ha accompagnato nella sua lunga carriera.

Bronzi di Riace, 50 anni tra studi e ricerche

Il primo incontro di Sgarbi con i due guerrieri

Sgarbi Bronzi 1

“La mia vita – ha detto Sgarbi alla platea presente sulla terrazza del MArRC – è strettamente legata ai Bronzi di Riace. Io sono l’unico, tra i presenti, che li ha visti, non 40 anni fa quando transitarono tra Firenze e Roma, e per questo tutti noi dobbiamo dire grazie alla grande intuizione del Presidente Pertini, grazie al quale i Bronzi sono diventati familiari, assoluti nella nostra memoria, come forse nessun’altra testimonianza della civiltà antica. In quell’occasione, i Bronzi furono “battezzati” al Quirinale per ciò che sono nell’arte e nella storia.  Un’opera diventa tale quando può dialogare con noi. Per questo è come se i Bronzi avessero 40 anni, perché è dall’81 che le persone hanno la possibilità di stare con loro.

Per me, invece, di anni ne hanno 50, perché io nel 1972, non ancora laureato, giovane studioso vocato al rinascimento venni a Reggio Calabria per studiare i capolavori di Antonello da Messina (le tavolette ndr.) ed un custode che vide in me un’aria “golosa” mi chiese se avessi voglia di vedere “qualcosa di straordinario arrivato da poco”. Dietro una porta c’erano i due bronzi distesi in condizioni buone, abbastanza da farmi pensare, ancor prima che il dibattito si infervorasse, che mi sembravano essere del 475 a.C (quindi risalenti al V secolo).

Dal ’72 vivo nella luce dei Bronzi. È come se appartenessero anche a me. I Bronzi sono il vero ponte che unisce la tanto affaticata, abbandonata regione più dimenticata dallo stato (e lo dice uno che ha fatto due volte il deputato per la Calabria). La Calabria è importante grazie ai due guerrieri, i Bronzi la rendono una regione a cui dedicare il massimo rispetto, insieme al Museo archeologico, straordinario, costruito per loro, ma che contiene tantissime altre bellezze. Un museo di primo ordine, che pone Reggio Calabria al centro della nostra identità museale”.

Il paragone con San Casciano dei Bagni

Nei giorni scorsi, un altro ritrovamento di statue bronzee è finito in prima pagina, venendo paragonato a quello dei due guerrieri simbolo di Reggio Calabria. Abbiamo chiesto al Sottosegretario alla cultura del Governo Meloni se l’accostamento ai due eventi, che di certo segnano la storia dell’arte, sia corretto.

“Il ritrovamento di San Casciano altro non è che una festa del cielo, con il ritrovamento sotto terra delle statue bronzee per il 50° dei Bronzi di Riace. Un omaggio dell’inferiore al superiore. La scoperta è di certo importantissima, tanto che faremo un museo a San Casciano, cosa che, invece, non è stata fatta per Riace.

Dire, però, che le 24 statuette sono come i Bronzi di Riace è un’eresia. Non c’è possibilità di paragone. Si tratta, piuttosto, di un umile omaggio della storia ai capolavori assoluti che i Bronzi di Riace rappresentano”.

Le statue in giro per il mondo

A margine della conferenza, si è discusso anche della proposta, di qualche anno fa, di Sgarbi di portare le due statue in giro per il mondo per la loro promozione. Ai microfoni di CityNow, il Sottosegretario ha detto:

“Non è una materia di cui doverci occupare oggi. Oggi si festeggia la loro esistenza e la loro vita a Reggio Calabria. Di certo, prossimamente, insieme al presidente Occhiuto valuteremo ogni opportunità affinché i Bronzi siano il simbolo universale della bellezza italiana”.

La nomina a sottosegretario per la cultura

Vittorio Sgarbi
Vittorio Sgarbi

Infine, Sgarbi ha voluto mandare un messaggio a chi, durante la tappa reggina, ha preferito chiamarlo professore piuttosto che onorevole:

“Sottosegretario, poi, neanche a parlarne. È come se fosse quasi una parolaccia. Cultura e politica, a mio avviso, devono camminare insieme, la politica non è una deviazione rispetto alla conoscenza, al sapere, ma un’innalzamento. Da ogni punto di vista, in realtà, la separazione delle due ha portato ad una polita depauperata della cultura”.