Il sindaco Brunetti spiega ancora una volta la scelta su 'La Fenice Amaranto'

Sollecitato dalle domande dei presenti in Commissione Controllo e Garanzia, presieduta dal consigliere Massimo Ripepi

La questione relativa all’affidamento della squadra amaranto torna a tenere banco a palazzo San Giorgio. Dopo l’assenza della scorsa settimana, per motivi istituzionali, il sindaco f.f. Paolo Brunetti risponde “presente” alla chiamata di Massimo Ripepi in Commissione Controllo e Garanzia. Obiettivo ripercorrere i passi che hanno portato alla scelta della Fenice Amaranto per decretare se la procedura è avvenuta in maniera corretta.

La relazione di Brunetti in Commissione Controllo e Garanzia

Il sindaco della città ha esordito ribadendo che “il comune di Reggio Calabria non assegna titoli. Il nostro compito era quello di individuare una società, con i mezzi che avevamo”.

“Per questo motivo – ha spiegato Brunetti – ho scelto di indire una manifestazione di interesse per dare l’opportunità, a tutti coloro i quali volessero partecipare, di aderire. È ovvio che dal 30 agosto fino all’emanazione del bando, tanti consiglieri, così come io stesso, abbiamo iniziato le interlocuzioni per trovare acquirenti.

La scelta è avvenuta sulla scorta dei documenti ricevuti. Anzi, abbiamo creato anche una commissione che aveva come unico compito quello consultivo e non decisivo.

Da un punto di vista dei contenuti e delle possibili ricadute in città, il CONI, nella figura del Presidente Condipodero, ha individuato il progetto più valido in quello della Fenice Amaranto. Il consigliere Latella e il sindaco metropolitano f.f. Versace hanno espresso la loro opinione politica.

Io ho scelto LFA perchè per me era il progetto migliore. Hanno presentato una documentazione completa, mentre l’altra opzione era carente di particolari anche rispetto alle componenti della cordata. Era presente il dettaglio dell’Unicusano, MyEnergy e di una coop reggina, fra cui 2F Motors, ma senza dettagli di percentuali. C’era una dichiarazione di Bandecchi, per un progetto di 3 anni così come quello della Fenice.

Secondo il mio punto di vista, quest’ultimo era il progetto più attendibile, credibile ed economicamente sostenibile, appoggiato dal CONI regionale per ciò che riguarda la valorizzazione dello sport nella nostra città”.

Il sindaco ha ammesso che, le uscite pubbliche del primo cittadino di Terni, hanno inevitabilmente influito sulla scelta:

“Le dichiarazioni da parte della compagine di Bandecchi hanno influito sulla decisione finale. “Io sto un anno e me ne vado”, “Vengo a Reggio, butto un milione, vi porto in serie C e me ne vado”. In 3 giorni Bandecchi ha detto davvero tante cose. A Reggio Calabria c’era la necessità di ricostruire dal basso, evitando ciò che era successo già troppe volte in passato. Non avevamo bisogno di risorse economiche stratosferiche, visto che parliamo di Serie D. Ho preferito LFA anche per mandare un segnale alla città, per dire che c’è un progetto a lungo termine.

L’evoluzione degli eventi è tutta da vedere. La Fenice, in due sole partite, ha mostrato tanto impegno, ci sta provando con tutte le difficoltà del caso e credo che le stesse situazioni si sarebbero presentate anche per l’altra compagine. Un altro punto a favore della società è stato quello di riportare le figure che avrebbero ricoperto le cariche all’interno della società, dunque c’era e c’è un’organizzazione chiara e definita di chi avrebbe seguito il progetto. Il business plan di Bandecchi, invece, era di poche righe, senza specifiche di ruoli.

Avere soldi non vuol dire saper fare calcio, qui ancora non l’ha dimostrato nessuno. Gli ultimi due presidenti non avevano bisogno di presentarci la dichiarazione dei redditi, eppure abbiamo visto come è andata a finire. E vorrei sottolineare che Bandecchi ha preso la Ternana promettendo di portarla in serie A e nello stesso anno è retrocesso in serie C.

Bisognerebbe mettere un tappeto rosso all’imprenditore che viene ad investire nella nostra città ed invece…”