Coronavirus, pagella delle Regioni secondo l'indice Rt: ecco cosa accade in Calabria

Il ministero della Salute ha pubblicato l'analisi dei dati raccolti nella prima settimana della Fase 2. Ecco cosa è accaduto nelle diverse regioni d'Italia

Il sistema di monitoraggio, introdotto con il decreto del ministero della Salute del 30 aprile 2020, sui dati epidemiologici e sulla capacità di risposta dei servizi sanitari regionali è “uno strumento fondamentale per la gestione della fase 2”, ha dichiarato il ministro della Salute Roberto Speranza in un video messaggio.

“Se dovessero esserci segnali di allarme – ha spiegato il ministro – i decisori politici a livello nazionale e regionale saranno in grado di intervenire nel più breve tempo possibile”. Le restrizioni del lockdown “ci consegnano un quadro positivo”, commenta Speranza.

Il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, in un secondo intervento video ha specificato che “in gran parte del Paese la circolazione del virus è molto contenuta”, sebbene ci siano ancora “diversi focolai dove è importante mantenere alta l’attenzione”.

Di seguito, i punti chiave del monitoraggio relativo alla settimana 4-10 maggio, elaborato dalla cabina di regia costituita da ministero della Salute, Istituto superiore di sanità e Regioni. (salute.gov.it)

CLASSIFICA

Classificazione bassa (livello 2) in 18 Regioni/PA (bassa probabilità di aumento di trasmissione ed un basso impatto sui servizi assistenziali.

  • 10 Regioni/PPAA con incidenza settimanale bassa e intermedia-bassa in cui il lock-down ha impedito il diffondersi dell’infezione
  • 8 Regioni /PPAA ad incidenza alta e intermedia-alta con una situazione complessa ma controllata
  • in 6 Regioni si segnala una situazione epidemiologica in evoluzione e fluida per la presenza di focolai di trasmissione da monitorare con attenzione.

Fra queste, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Bolzano, Puglia, Sardegna, Sicilia e Toscana hanno mantenuto un’ incidenza settimanale di casi definita bassa e intermedia-bassa. In Abruzzo, Emilia Romagna, Liguria, Marche, Piemonte, Trento, Val d’ Aosta e Veneto si registra invece un’ incidenza alta e intermedia-alta, situazione complessa ma controllata. Ma Emilia Romagna, Liguria, Piemonte, Trento, Puglia e Toscana presentano un quadro epidemiologico in evoluzione e fluido, legato all’esistenza di focolai da monitorare.

Regioni a rischio

Tra le regioni d’Italia ve ne sono ancora 3 che rischiano una ricaduta, secondo i dati pubblicati dal Minsitero. Le regioni con rischio moderato sono: Molise, Umbria e Lombardia. Qui si ha una situazione epidemilogica “in evoluzione e fluida per la presenza di focolai di trasmissione da monitorare con attenzione”.

Indice Regione per Regione

Abruzzo: 0.45
Basilicata 0.27
Calabria 0.34
Campania 0.58
Emilia-Romagna 0.6
Friuli-Venezia Giulia 0.86
Lazio 0.74
Liguria 0.48
Lombardia 0.62
Marche 0.55
Molise 0.34
Piemonte 0.58
Bolzano 0.56
Trento 0.75
Puglia 0.72
Sardegna 0.24
Sicilia 0.54
Toscana 0.39
Umbria 1.23
Valle d’Aosta 0.38
Veneto 0.41