'Il colosso di Reghion': la proposta per dare nuova vita alla collina di Pentimele

Un bronzo maestoso, visibile a lunghissima distanza dal mare. Ecco i dettagli della proposta presentata questa mattina a palazzo San Giorgio

Dare nuova vita alla collina di Pentimele puntando tutto su uno dei simboli identitari della città di Reggio Calabria: i Bronzi di Riace. Una proposta, quella dell’associazione Aps Traiectoriae, che arriva non a caso nell’anno delle celebrazioni del 50° anno dal ritrovamento dei due guerrieri conservati al Museo Archeologico Nazionale.

L’iniziativa “Dai Bronzi la rinascita. Una proposta per lo sviluppo” è stata presentata, questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, a palazzo San Giorgio. Presenti non solo le associazioni culturali, ma anche istituzioni ed esperti della storia della città.

Il colosso di Reghion, un bronzo maestoso sulla collina di Pentimele

Colosso Reghion

A presentare la proposta, che adesso dovrà passare al vaglio dell’amministrazione comunale e dei vari studi tecnici e di fattibilità, è stata Angela Romeo che, a margine della conferenza, ha illustrato la “maestosa opera” che, se mai dovesse divenire realtà, rappresenterebbe un “faro” per Reggio Calabria.

“La realizzazione di un colosso sulla collina di Pentimele – ha spiegato Romeo – visibile dal mare a lunghissima distanza, potrebbe divenire l’occasione perfetta per avere finalmente un monumento narratore di storie millenarie. Lo stesso affaccio sul mare presente dalla collina produce un effetto evocativo di grande emotività che nessun altro monumento al mondo potrebbe mai creare”.

Si è poi ripercorsa la storia della stessa collina, “mitologica” se si vuole, che prende il nome da un’antica leggenda.

“Questo colosso – ha aggiunto poi Angela Romeo – serve anche affinché la collina venga strappata all’abbandono. Non dimentichiamo che lì giace la statua di san Paolo, così come i Fortini ristrutturati con fior di denari ma ormai abbandonati. Con la presenza di una creazione di tale natura si metterebbe in moto un percorso inclusivo ed identitario in grado di correlare le varie fasi della nostra storie, dalle origini (rappresentante dal colosso del bronzo) al passaggio alla cristianità (con la statua di San Paolo) fino ad arrivare alla modernità (con i Fortini)”.

L’associazione promotrice del progetto, comunque, è cosciente delle possibili obiezioni che la proposta susciterà nella popolazione ed ha già pensato di rispondere a qualcuna di esse.

“Qualcuno sicuramente dirà perché uno visto che i bronzi sono due. Ma un colosso della stazza che abbiamo immaginato per la collina di Pentimele è sufficiente a creare già la meraviglia, l’evocazione, l’emozione di cui abbiamo bisogno per la nostra città. E poi, se ne vedi uno, di certo ti resta il desiderio di andare a vedere l’altro al MArRC”.

A Palazzo San Giorgio era presente anche l’assessore delegata alla cultura Irene Calabrò che, ai microfoni della stampa locale ha espresso le sue riflessioni in merito alla proposta del “Colosso di Reghion”:

“È di certo una proposta forte, dal grande impatto. Come amministrazione comunale siamo sempre aperti a quelle che sono le idee che provengono dal territorio e dai cittadini. Oggi è un momento di confronto, che ci dovrà fare riflette anche su risvolti ambientali e paesaggistici dell’opera, quando sulla provocazione di partire dai Bronzi e tutto ciò che si trova all’interno del Museo Nazionale per fare di queste meraviglie un vero attrattore culturale e turistico per il nostro territorio. Discuteremo con le realtà associative, culturali e della comunicazione di come poter mettere a frutto quello che è il nostro patrimonio affinché quest’ultimo diventi realmente produttivo”.

Anche lo storico reggino Franco Arillotta ha accolto positivamente la proposta dell’associazione Traiectoriae:

“La cosa che più mi ha colpito è l’entusiasmo di chi propone questa idea alla città. Chi ha ideato l’opera ha dimostrato di avere una grande passione per Reggio Calabria e questo non si può che ammirare. Sarà un progetto difficile da realizzare, tutti ne siamo coscienti, ma allo stesso tempo si tratta di un progetto che vuol mettere in mostra il bello, la magnificenza di questa terra”.

Ha preso parte alla conferenza anche il dott. Eduardo Lamberti Castronuovo che, in questa occasione, ha rappresentato la consulta cittadina della cultura.

“Ogni proposta è bene accetta perché sta a significare che la gente ci tiene a modificare, in meglio, l’aspetto della città. Questa, come tante altre, è un’idea da sottoporre al vaglio della cittadinanza. Io sono qui come modesto rappresentante della Consulta della cultura perché vorrò portare in sede di discussione questa idea dopo essermi documentato.

Io proporrò un referendum cittadino, a cui si potrà partecipare o astenersi. Non si può pensare di imporre decisione dall’alto da qualunque pulpito venga la predica. Il popolo dovrà decidere, una volta conosciuto il progetto, se va bene o meno.

Una volta superato questo scoglio, ovviamente, ci dovranno anche essere degli studi di fattibilità”.