Comunali Reggio, Bombino striglia il centrodestra e Falcomatà: 'Il livello è stato basso'

Il candidato a sindaco affronta i nodi della politica nostrana. Bocciato il primo cittadino, ma anche l'opposizione. Via al progetto Reggio, città mediterranea

 “Non ho mai celato una mia disponibilità a contribuire per la mia città. Reputo questo un atto di responsabilità, oltre che un onore potersi dire disponibile per il cammino della propria comunità, per la città in cui in cui si abita”.

Giuseppe Bombino è pronto alla battaglia. Dopo il tira e molla dei mesi scorsi e una lunga pausa di riflessione, legata anche ad alcune questioni strettamente personali, il professore di Agraria si è rimesso in carreggiata direzione Palazzo san Giorgio. Il 28 aprile scorso è nata una pagina social dal nome “BforReggio” che sostanzialmente affida all’ex presidente del Parco nazionale dell’Aspromonte il compito di costruire il nuovo progetto di “Città Mediterranea”. Un concetto ripreso da Giuseppe Bombino più volte chiacchierando con il direttore Vincenzo Comi nel corso della consueta diretta di CityNow.it.

Lui, collegato da casa – luogo di “tante memorie e belle sensazioni” dice – non si sottrae al confronto. Schietto, puntuale, mai banale, Bombino non le manda certo a dire. Affronta a cuore aperto e mente lucida gli argomenti della scottante attualità, proiettandosi anche nel futuro prossimo. Quello delle elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale.

BforReggio per una nuova visione della città

Come detto sul finire di aprile è nato questo movimento che ha un assetto molto trasversale di figure, di competenze, il quale ha auspicato un coinvolgimento del professore Bombino.

“Coinvolgimento che io ho accettato con molto piacere e che va in continuità con quella disponibilità che ho sempre offerto. Indipendentemente dai ruoli, il cittadino che volesse contribuire al progresso della propria città non ha bisogno di ruoli ma deve sentire solo l’urgenza di partecipare alla vita sociale e di fornire un contributo così come immagino di poter fare io nell’ambito di questo esperimento di questo laboratorio”.

Esperimento che è diventato “un vero e proprio fenomeno” in città, certifica Bombino che con molto orgoglio racconta di tantissimi messaggi, suggerimenti, sollecitazioni e istanze.

“Come è noto, io sono una persona che ha una sua sensibilità culturale dichiarata, che trova i suoi valori, il suo sistema, le sue coordinate di riferimento, nell’ambito del centrodestra. Auspico che questa mia disponibilità venga veramente considerata come un atto di responsabilità in un momento in cui, diciamo, il dibattito politico è un po’ assente. Lo avverto io, ma lo avvertono in molti. Reputo pertanto che questa crescita di consensi intorno al movimento Bfor Reggio sia anche il segno di una istanza, di un fabbisogno di un dibattito appunto sulle questioni fondamentali che animano, da una parte, ma affliggono, dall’altra, la città. Quindi a me fa molto piacere che sia nato questo movimento che stia crescendo che stia anche incuriosendo ed attraendo anche altre intelligenze. Però ascrivo questa vivacità e questa animazione anche ad un dibattito politico che è un po’ troppo attenuato oggi in città”.

Insomma non c’è altro tempo da perdere. Bisogna portarsi avanti.

“Alla squadra ci sto lavorando proprio in questi giorni. Sto rivolgendomi alle intelligenze della città, sto dialogando con i professionisti e con i cittadini che hanno la possibilità di completare il mio punto di vista. È prematuro parlare di squadra in termine di assunzioni di ruoli. Ma se parliamo di squadra che invece si confronta con me, per comporre una visione, allora io mi sto rivolgendo trasversalmente da destra a sinistra. Spesso interrogo io le persone anche appartenenti ad altri schieramenti, purché possa da loro trarre un suggerimento. Il comitato Bfor Reggio è molto trasversale, non è facilmente categorizzabile e questo per me è un valore aggiunto. Io faccio appello alla nostra comunità di farsi avanti”.

E quale sarebbe il primo ambito di intervento se fosse eletto, è presto detto:

“Penso che la fisionomia principale per la nostra città sia quella di città mediterranea. Tutto questo esige una serie di interventi irrinunciabili. Se questa città deve comunicare una sua vocazione turistica significa che dobbiamo mettere a punto alcune questioni. La depurazione è la prima questione che va affrontata unitamente a quella dell’Aeroporto, e delle infrastrutture. Ma il mio primo impegno è sulla depurazione per restituire a Reggio il suo mare, con tutte le implicazioni positive che questa situazione potrebbe determinare”.

Centrodestra comunque in ritardo

Se non fosse intervenuta, per dirla con Bombino, questa “emergenza biologica planetaria”, a maggio si sarebbe votato a Reggio. Il dato su cui propone una attenta riflessione il candidato a sindaco guarda proprio all’area politica a cui si ispira:

“Ad inizio marzo, comunque, il centrodestra non aveva ancora annunciato il candidato, colui che avrebbe potuto creare l’alternativa all’attuale sindaco della nostra città. Quindi è vero che mancano alcuni mesi al voto, ma ragionando un poco indietro io trovo, se non altro atipico, che a un mese e mezzo dalle elezioni di maggio ancora non si conosceva il candidato. Pertanto, ecco, io invito a riflettere su questo dato dietro il quale c’è ancora una volta una urgenza”.

Opposizione assente? Bombino non si fa tirare le parole di bocca e ci mette il carico.

“Assolutamente. Compito dell’opposizione è porre all’attenzione le grandi questioni che devono impegnare la classe dirigente che governa Reggio. Ecco, queste sono state totalmente soffocate. È mancato il paradigma. E allora se c’è una opposizione che non fa il suo lavoro bene e che non chiama l’amministrazione a rispondere delle grandi questioni è chiaro che tutto il sistema lavora al ribasso. Ed è quello che è successo a Reggio per quanto mi riguarda. Il livello è stato basso. Non c’è stata una opposizione efficace ed organizzata. Naturalmente ci sono state delle eccezioni. Ci sono stati esponenti che hanno, diciamo in maniera accorata, denunciato alcune questione ma come sistema reputo che il sindaco abbia avuto molta vita facile”.

Candidato unico? Me lo auguro

C’è da dire che in questo momento il fronte del centrodestra è alla ricerca di un candidato sindaco. Si va avanti però a colpi di identikit, dopo il terremoto giudiziario che ha cambiato le carte in tavola e che volevano Fratelli d’Italia in prima fila per la designazione del candidato. Le redini del gioco le ha prese il deputato Francesco Cannizzaro che, nelle vesti di coordinatore provinciale di Forza Italia, sta tessendo la tela per giungere ad una scelta condivisa. Ma non sono pochi quelli che vedrebbero di buon occhio un avvicinamento proprio con il professore Bombino.

“Avvicinamento al centrodestra? Io me lo auguro. Ripeto io non ho mostrato mai alcuna ostilità. Ho appreso dai giornali che c’erano delle preclusioni nei miei confronti, preclusioni che peraltro non mi è dato conoscere la motivazione. Io ho appreso che alcuni pezzi del centrodestra avevano elevato una barriera nei confronti del mio nome da elaborazioni giornalistiche, che non so se sono, come dire, condivise con i protagonisti della politica o sono delle proiezioni o punti di vista. Io non penso di aver strappato o lacerato rapporti nei confronti della politica verso cui nutro grande considerazione, e rispetto le prerogative degli spazi dei partiti e della politica quando queste prerogative tuttavia non tradiscono la mia comunità e non fanno prevalere gli interessi propri rispetto a quelli superiori della città”.

Falcomatà? Non ha dato prospettiva alla città

Recentemente Bombino, come del resto i detrattori del primo cittadino, ha affermato che Falcomatà vorrebbe fare in cinque mesi quello che non ha fatto in cinque anni.

“Si lo confermo. È una conseguenza diretta dell’assenza di una visione. Qui si è commesso un grande fraintendimento. È mancata la politica, sostituita con una serie di interventi che avrebbero dovuto occupare l’agenda del geometra o del dirigente, e che invece sono stati fatti passare come grandi esercizi di politica e di strategia. Si è rinunciato a disegnare una prospettiva per Reggio”.

La critica che Bombino rivolge al sindaco in carica è proprio quella di non aver avuto in testa un vero progetto per la città.

“Io credo che la politica debba esprimere a pieno il suo ruolo. In politica nel momento in cui rappresenti una comunità non puoi chiuderti dentro le tue specifiche competenze, ma c’è un’arte, quella della negoziazione e l’arte dell’istanza che deve andare oltre le competenze che hai.  So benissimo quali sono i fattori limitanti di un amministratore, ma non significa che lo stesso non debba farsi carico di una istanza che possa condurre al conseguimento di un risultato. Altrimenti così facendo, l’aeroporto, la depurazione, la crisi planetaria sicuramente non è competenza del sindaco, ma questo è il rappresentante di una comunità e deve farsi carico di elevare ai livelli più alti le istanze della città”.

Unno dei cavalli di battaglia di Bombino è stato sempre il Decreto Reggio.

“Sarebbe stato uno strumento che avrebbe reso meno drammatica la ripartenza. Il problema è che in assenza di programmazione e di una progettazione, mentre tutti gli altri partiranno da zero per ricostruire, noi partiamo da meno dieci. E allora dico, il Decreto Reggio se fosse stato ben pianificato avrebbe consentito in un momento di drammatica crisi di poter disporre di cantieri e quindi poter aiutare l’economia. Ricordo anche che alla Città Metropolitana è consentito attingere ai fondi europei per gli investimenti. Nulla di questo è stato fatto. La Città metropolitana può in sede di manovra finanziaria chiedere una fiscalità di vantaggio, neanche questo è stato fatto. Io reputo che in una situazione straordinaria si possa negoziare il debito. Perché non si fa?”

Da dove ripartire? L’under tourism è una via…

Chiusa la fase uno dell’emergenza sanitaria, adesso il Paese è alle prese con la necessaria ricostruzione. Formalmente partita con la fase due. Il giudizio di Bombino non è dei migliori.

“È chiaro che qui non conta solo la scienza, non solo la tecnica, che ha stabilito alcune prescrizione, ma qui c’è tutta la prerogativa della politica perché è la politica che poi compie le scelte. Ora io ho visto sostanzialmente anche a livello nazionale un po’ di improvvisazione, dichiarazioni contrastanti, spesso opposte, contraddittorie. Insomma, ne abbiamo sentite diverse”.

Ma per l’ex presidente del Parco, se da una parte è vero che in questi giorni si sarebbe votato e non si sapeva il nome di chi si sarebbe opposto a Falcomatà, dall’altra parte la circostanza che sarebbe stata consegnata una città nelle condizioni in cui si trova è un altro dato incontrovertibile.

“La città deve ripartire. Occorre immaginare qualcosa di inedito, per questo mi appello al ruolo della politica anche in termini di capacità creativa, di trovare soluzioni nuove ad un problema che ci vede soccombere peraltro con una crisi planetaria che si aggiunge una crisi che a Reggio era preesistente. Io ho detto anche in altre circostanze che a Reggio le saracinesche si abbassavano anche prima. La città era impresentabile, non aveva una visione, non si comprende la sua mission, la sua traiettoria”.

Il turismo di prossimità può essere la soluzione in questo momento.

“È il giusto compromesso per poter vivere il territorio e dare un po’ di sostegno alla nostra economia, mettendo a sistema ciò che abbiamo. Tecnicamente viene definito under-tourism che è un vero e proprio orientamento dell’anima, una disposizione culturale che è opposta alla legge dei grandi numeri”.

“Occorre andare in soccorso alla nostra economia e dobbiamo creare le condizioni perché almeno con l’under tourism la città e il suo interland possano essere vissuti. Utilizziamo una chiusura intelligente di pezzi di città consentendo ai gestori delle attività di poter trasferire fuori la parte relativa all’accoglienza e ai servizi a costo zero, cioè senza gli oneri per occupazione del suolo pubblico. Avevo anche proposto di portare in piazza, sui marciapiedi le palestre. Qui a Reggio è possibile. Non solo perché l’indice di connettività è molto basso – cioè mi riferisco alla densità di abitanti per superficie – ma anche perché la città ha delle condizioni microclimatiche molto particolari”.