Calabria zona gialla, il resoconto all’aula di Spirlì: ‘Regione esautorata. Ecco come sono stati spesi i soldi’
Il presidente del Consiglio regionale Tallini: ‘Sarà scontro istituzionale ma non ci tiriamo indietro”
07 Novembre 2020 - 17:25 | di Claudio Labate

“Abbiamo dato mandato ad un gruppo di tecnici per riappropriarci della competenza in materia di sanità. Sappiamo che provocherà uno scontro istituzionale ma non ci possiamo tirare indietro.
Se il governo fosse stato più dialogante e giusto, non saremmo arrivati a questo, se il governo avesse fatto il suo dovere verso la Calabria, non saremmo arrivati a questo. Non ci arrendiamo e lo dimostreremo con i fatti”.
Così il presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini ha dato il via al Consiglio regionale straordinario convocato con un unico punto all’ordine del giorno: Calabria zona gialla.
Una riunione che inizia, oltre che con il solito ritardo, con la notizia fresca del respingimento da parte del Tar del Lazio del ricorso proposto dalla giunta regionale che aveva proposto una sospensiva del provvedimento governativo.
Un omaggio a Jole Santelli
Prima ancora Tallini aveva deposto un mazzo di fiori nel posto occupato dalla presidente Jole Santelli. Un momento solenne, condito da un caloroso applauso, a cui è seguito un sentito minuto di raccoglimento.
Il tema della sanità
Poi la parola è passata al presidente facente funzioni Nino Spirlì:
“La grande pena per i calabresi non è solo quello di ammalarsi di non potersi curare. Troppo spesso i calabresi muoiono altrove. Tanti durante il viaggio della speranza, tanti altri nel viaggio di ritorno. Tutto il nostro personale sanitario dedica una vita intera al servizio di chi si ammala. Ma quanto è frustrante in questi anni tentare di farlo”.
Il commissariamento
Il presidente facente funzione avvisa l’aula che è arrivato il momento dei resoconti annunciando che la disponibilità al confronto e alla collaborazione offerta dalla Regione “si è trasformata in un ennesimo atto di regime nei confronti della Calabria. Di fronte al fallimento del precedente commissariamento il governo ha deciso di decretare un nuovo commissariamento strappando alla Calabria ora una volta la dignità di poter gestire la propria sanità”.
Spirlì ha detto all’aula di aver provato ad evitare l’ennesimo schiaffo istituzionale alla Calabria proponendo una sorta di pausa di 10 giorni prima della firma della proroga del Decreto Calabria “per una interlocuzione che potesse costruire la possibilità di governare insieme, per un semestre, una fase di trasferimento dei poteri alla Regione alla luce dei tristi fatti che tutti conosciamo. Ma anche questo piccolo, forse troppo sensato tentativo, non ha sortito alcun risultato”.
Spirlì ripercorre quindi il fitto carteggio che ha contraddistinto questo periodo emergenziale con le note firmate dalla Presidente Santelli che dopo aver effettuato (11 marzo 2020) una ricognizione dei posti letto in terapia intensiva, pneumologia, malattie infettive, provvedeva a predisporre un apposito piano di riprogrammazione individuato con dpgr N 18/2020 per le aree centro nord e sud i centri covid.
Spirlì evidenzia poi che il 18 giugno 2020 Il commissario approva il documento di riordino della rete ospedaliera per l’emergenza covid indicando le risorse che sarebbero state assegnate alle Asp e alle Aziende ospedaliere.
Poi Spirlì ricorda l’ormai nota lettera del 13 settembre che Jole Santelli ha scritto a Conte, concludendo che il nuovo piano sulle emergenze, su richiesta dei commissari, è stato predisposto dagli stessi senza alcun coinvolgimento della Regione.
“Il commissario Arcuri ha semplificato dicendo che nelle regioni in cui è presente il commissariamento ad acta, la Regione non è soggetto attuatore. A me non interessa essere soggetto attuatore di un piano che non condivido ma è necessario che i calabresi sappiano che il governo si sta assumendo tutta la responsabilità della gestione sanitaria per covid in Calabria, e che la Regione è stata totalmente esautorata.
Mi dispiace dopo mesi di leale collaborazione, ne prendo semplicemente atto, deve essere però chiaro se viene ridisegnata la rete oncologica sul tumore alla mammella e nonostante le proteste della Regione si va avanti per una strada che purtroppo porterà a una nuova e pesante migrazione sanitaria; se vengono bloccate le radioterapie per esigenze di budget rendendo impossibile ai calabresi curarsi a casa propria e costringendolo ad andare fuori regione per terapie salvavita, i calabresi devono sapere che sono scelte effettuate dai commissari di governo con la totale contrarietà della Regione”.
Come sono state spese le risorse?
Spirlì ricorda la nota con cui spiegò ai calabresi come la Regione aveva utilizzato la cifra pari a 45 milioni destinata all’acquisto di macchinari e al reclutamento delle risorse. La Regione ha fatto fino in fondo alla sua parte impegnando i 45 milioni a disposizione, gli ulteriori 54 milioni previsti dal Decreto rilancio saranno gestiti direttamente dalle Aziende Sanitarie Ospedaliere individuate come soggetti attuatori dei singoli interventi. Nello specifico sono stati accreditati oltre 45 milioni, risorse contenute nei decreti legge 14 e 18 del 2020, quasi 8 milioni sono stati impegnati per la remunerazione di lavoro del personale del servizio sanitario regionale, della dirigente del comparto direttamente impiegato nelle attività di contrasto alle emergenze da covid, mentre 3 milioni sono stati destinati alle assunzioni da parte delle Aziende sanitarie degli infermieri scolastici e di altro personale delle professioni sanitarie e aziende del Sistema Sanitario regionale. Inoltre già nel mese di marzo erano state autorizzate ad assumere personale per 18 milioni di euro; gli ulteriori 15 milioni risultano già spesi per acquisti accentrati dall’acquisizione di dispositivi di protezione individuale ai reagenti dai tamponi alle apparecchiature sanitarie e per una parte sono stati rendicontati dalle singole aziende. Anche i 54 milioni previsti dal decreto rilancio, che prevede tra l’altro il rafforzamento delle terapie Intensive, saranno gestiti dalle singole Aziende Sanitarie che sono state individuate dal Commissario straordinario Arcuri con ordinanza del 9 ottobre quali soggetti attuatori degli interventi previsti nel piano. La regione quindi ancora una volta è stata esautorata dalla gestione degli interventi. Siamo dunque riusciti a contrastare gli effetti del covid in una situazione nella quale la Regione non aveva una gestione diretta di tutta la rete sanitaria. Tutto questo è avvenuto a causa dell’oltremodo punitivo Decreto Calabria per altro in scadenza all’epoca. L’auspicio è che non venga rinnovato. Ma in ogni caso va sottolineato come pur senza avere un controllo diretto sulla sanità la Regione abbia fatto tutto quello che era in suo potere”.
