Reggio, malato e senza casa: ‘Le Iene’ non bastano. Alessandro: ‘È umiliante, aiutatemi’

Con un rene trapiantato dopo 16 anni di dialisi, Alessandro racconta la sua lotta per un alloggio salubre. “Il Comune mi ha riferito che il cambio adesso dipende dall'ATERP”.

falcomata iene

Sono Alessandro e vi scrivo per segnalarvi una situazione grave, disperata e ormai insostenibile.

Ecco cosa è successo dopo il servizio a Le Iene e l’impegno del sindaco a “trovare una soluzione”, il 27 maggio ho avuto un confronto telefonico con il Comune di Reggio Calabria, che mi ha riferito solo verbalmente, senza alcun documento ufficiale, che il blocco per il cambio del mio alloggio adesso dipende dall’ATERP, che si rifiuta di effettuare il cambio fregandosene dei miei problemi di salute completamente, come ha confermato anche il comune “non hanno capito la gravità della situazione”.

Una motivazione inaccettabile

La motivazione, sempre a quanto mi hanno detto, lascia senza fiato:

“Se il cambio lo facciamo a te, dobbiamo farlo per tutti”.

Eppure, dal 2008 io chiedo questo cambio: sono comunque uno dei primi, ma è sempre stato negato con motivazioni oscure, poco chiare, sfuggenti. Stranamente, però, nel 2008 se fossi stato disposto a pagare privatamente, sono apparsi alloggi, molti alloggi, e addirittura a scelta: quale volevo mi davano, in base al prezzo. Pagando, appunto nel 2008, questa procedura di cambio alloggio si poteva fare, mentre oggi, nel 2025, di fronte a una situazione urgente, critica, di salute, improvvisamente non si può più?!

Mi ritrovo a raccontarvi questo mentre ero in sala d’attesa in ospedale per una visita: un signore, sapendo della mia storia, mi domanda se ho finalmente ottenuto la casa. E lì, vicino, un rom ridendo mi dice:

“Mollagli 3.000 € come ho fatto io, e poi vedi come non ci sono più scuse”.

È umiliante. È avvilente. È devastante. La mia salute sta peggiorando, giorno dopo giorno.

Ho già inviato una PEC ufficiale all’ATERP chiedendo chi è il vero responsabile di questo blocco, i nomi, i documenti, le prove di questa decisione. Ora aspetto, con ansia, una risposta formale, che potrà finalmente chiarire chi ha deciso consapevolmente di lasciarmi in una casa che mette a rischio la mia salute, il mio rene trapiantato dopo 16 lunghi anni di dialisi, e la mia vita stessa.

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A breve dovrò affrontare un intervento delicato, e rimanere in queste condizioni non è solo negligenza: è una colpa gravissima da parte delle istituzioni. Infatti, ho scritto chiaramente all’ATERP che se sono stati loro a impedire questo cambio, li reputo pienamente responsabili se la mia salute peggiorasse, se la mia vita fosse ulteriormente messa in pericolo.

L’appello alle istituzioni e ai media

La legge è chiara: chiunque, funzionari, politici, cittadini, istituzioni impedisca, ritardi o blocchi un diritto fondamentale in una situazione grave di fragilità come questa, rischia la reclusione per omissioni di atti d’ufficio e molto altro.

Questa non è più solo una vicenda personale: è un caso che riguarda la trasparenza, la legalità, i diritti fondamentali di ciascuno di noi.

Leggevo inoltre che sono stati confiscati degli alloggi, villette ecc che saranno usati per persone fragili e famiglie in difficoltà, se non vogliono assegnarla a me in queste condizioni gravi allora a quale persone fragili lo faranno? Chissà cosa ne faranno realmente di questo oltre 380 beni confiscati, di certo per una situazione grave come la mia non di sicuro li useranno, i cittadini mi segnalano tantissimi alloggi liberi e abbandonati, perché non prenderne uno e darmelo?! Il fatto è che come il 100% delle persone dice “non è che non sia possibile, la verità è che non vogliono renderlo possibile” insomma se ne lavano tutti le mani passandosi la palla l’uno con gli altri, scarica barile.

“Aiutatemi a far emergere la verità”

Per questo vi chiedo il vostro aiuto: aiutatemi a dare voce a questa battaglia, a raccontarla, ad accendere i riflettori, a chiedere conto alle istituzioni. E se il o i dirigenti che hanno detto ciò che non mi cambiano niente vengono fuori e mi dicono “l’ho detto io” oppure “non è vero” mi fanno un favore. Altrimenti lo scoprirà poi chi di dovere chi ha fatto tali affermazioni e si assumerà le conseguenze.