Regionali, Cannizzaro ‘Re Mida’ del cdx: record di preferenze e obiettivo comunali
Vincitori e vinti delle elezioni regionali in Calabria. Cannizzaro gongola e mette il timbro sul candidato sindaco, mentre il centrosinistra si lecca le ferite e deve risolvere il dualismo Irto-Falcomatà
08 Ottobre 2025 - 09:12 | di Pasquale Romano

Elezioni Regionali, il verdetto delle urne in Calabria è stato abbastanza chiaro: il centrodestra guidato da Roberto Occhiuto ha ottenuto una vittoria netta, lasciando al centrosinistra le briciole. Un risultato che segna una sconfitta pesante per la coalizione progressista sostenitrice di Pasquale Tridico, incapace di contrastare la forza elettorale del presidente uscente e raccogliere un importante consenso tra gli elettori calabresi.
Il dato, impietoso, impone una riflessione seria e profonda all’interno del campo progressista, chiamato ora a ridefinire ruoli, strategie e leadership. Dopo la pesante sconfitta registrata alle urne, per il centrosinistra si apre adesso una fase di confronto interno, necessaria per comprendere errori, individuare le responsabilità (che non possono che essere dei vertici regionali dei diversi partiti che compongono il campo larghissimo…forse troppo largo) e tornare a interpretare le istanze di una Calabria che ha scelto di riaffidarsi in modo convinto e inequivocabile alla continuità del governo Occhiuto.
Se la vittoria del centrodestra sembrava scontata, è nei dettagli del voto – nei rapporti di forza interni e nei segnali che arrivano dalle urne – che si leggono le vere novità politiche di questa tornata elettorale.
Nel campo del centrodestra, il nome che svetta su tutti in modo sin troppo palese è quello di Francesco Cannizzaro. Il suo successo elettorale ha del clamoroso: il suo delfino Salvatore Cirillo passa da 3.000 a quasi 20.000 preferenze, un exploit del tutto impensabile alla vigilia e che rappresenta il record di preferenze alle regionali per un candidato del Collegio Sud.
Non è solo un risultato personale, ma un segnale politico potentissimo, una prova muscolare da applausi. Forza Italia esce dalle urne come primo motore della coalizione, sia nel capoluogo che nell’intera area metropolitana, dimostrando una capacità di mobilitazione che va oltre le previsioni più ottimistiche.
L’inarrestabile ascesa di Cannizzaro disegna gli equilibri interni: la sua leadership nel centrodestra reggino e calabrese è oggi indiscutibile, e il confronto con Giuseppe Scopelliti – che ha sostenuto alle urne il candidato della Lega Franco Sarica– si chiude con un netto vantaggio del primo. Le urne, infatti, parlano chiaro: anche a Reggio, il candidato sostenuto da Cannizzaro supera di slancio Sarica.
Era questo il duello più interessante all’interno del centrodestra: quasi un passato (Scopelliti) che ritorna sulla scena con la volontà di affrontare il presente (Cannizzaro) così da poter ridisegnare un nuovo futuro in riva allo Stretto. L’esito delle urne è stato una sentenza di Cassazione, considerato che si parla -tra Cirillo e Sarica- di uno scarto di più di 12 mila voti. Una voragine.
Allo stesso tempo, il candidato prescelto dal coordinatore regionale di Forza Italia ha superato con disarmante disinvoltura anche il sindaco Giuseppe Falcomatà, altro dato eloquente.
Se il primo cittadino, dopo 12 anni da sindaco del Comune e della Città Metropolitana, in riva allo Stretto si ferma a circa 2 mila preferenze da un candidato (Cirillo) peraltro espressione della provincia e nel totale del Collegio Sud risulta praticamente doppiato, senza giri di parole significa che la città politicamente vuole voltare pagina. Caricandosi sulle spalle un candidato che non aveva certo la stessa esperienza e peso specifico dei principali competitor, Cannizzaro ha azzardato, rischiando di andare incontro ad un flop.
Nel corso dell’intensa e breve campagna elettorale, erano diversi i rumors che aleggiavano sopra Forza Italia: ‘Cirillo è il giusto candidato di punta di Cannizzaro e Forza Italia?’; ‘Sarà complicato fare il botto considerato i diversi candidati di peso reggini quali Falcomatà e Sarica’; ‘Stavolta a Cannizzaro non riuscirà il boom come successo con Giusi Princi alle europee’, queste le considerazioni che più circolavano nelle scorse settimane.
Pensieri che si sono frantumati rispetto al fragoroso esisto delle urne, che ha confermato a Cannizzaro un peso specifico all’interno del centrodestra calabrese e che lo vede vestire i panni del ‘Re Mida’: ogni candidato che ‘tocca’ (vedasi Milia, Arruzzolo, Princi e adesso Cirillo) è destinato a prendere il volo. Termine quest’ultimo scelto non a caso, considerata la rinascita eclatante dell’aeroporto Tito Minniti.
Fratelli d’Italia, pur confermando la propria presenza, non sfonda; la Lega mantiene le posizioni ma senza entusiasmare. In un quadro simile, Cannizzaro si ritrova così in mano tutte le carte per guidare la prossima partita, la più attesa e sentita: quella delle comunali di primavera.
Sarà lui, numeri delle ultime elezioni europee e regionali alla mano, a dettare tempi e nomi, forte di una legittimazione elettorale senza precedenti, seppur ovviamente con un dialogo aperto e fluido all’interno della coalizione di centrodestra. ‘Sogno un sindaco leghista a Reggio Calabria’, le recenti parole di Matteo Salvini in chiusura di campagna elettorale: l’impressione è che per le comunali reggine del 2026, il sogno sia destinato a rimanere tale.
Sul fronte opposto, il centrosinistra continua a pagare le divisioni interne. La rivalità tra Nicola Irto e Giuseppe Falcomatà si conclude con un pareggio amaro: Ranuccio, sostenuto da Irto, supera di poco il sindaco di Reggio Calabria, ma quest’ultimo riesce comunque a entrare in Consiglio grazie al sistema dei resti. Un equilibrio precario all’interno dei dem, che più che una doppia vittoria appare come una frattura da ricomporre, se ciò sarà possibile.
In città, il vento soffia forte a destra: persino nel comune di Reggio, i candidati del centrodestra ottengono margini significativi, segnale evidente di un cambio d’aria ormai strutturale.
Le performance dei principali esponenti dem e delle civiche collegate – come il vice sindaco metropolitano Carmelo Versace che in città arriva a poco più di 1.500 preferenze – restano sotto le aspettative, mentre Giovanni Muraca tiene i numeri del 2021 ma senza riuscire nella difficilissima impresa di migliorare il precedente dato, considerato il mancato sostegno del sindaco Falcomatà e delle varie anime del Pd.
Tra gli altri protagonisti, bene Zimbalatti, che con oltre 2.000 preferenze nel comune di Reggio conferma un radicamento solido nel territorio anche nel nuovo partito; Armando Neri, sostenuto dalla Senatrice Minasi e coordinatore cittadino della Lega, in città ottiene 1.700 preferenze chiudendo con circa 2.800 voti complessivi, un dato che certamente non può ritenere soddisfacente ma deve tenere conto di una lista, quella della Lega nel collegio Sud, tra le più competitive di questa tornata elettorale
Più o meno nelle aspettative il dato di Sarica, sostenuto dai seguaci di Scopelliti e di conseguenza dai nostalgici del Modello Reggio, che per poco non arriva alle 5.000 preferenze nel comune capoluogo. L’ex sindaco e governatore adesso, dopo aver rotto gli indugi nel corso di questa elezione regionale, dovrà capire il tipo di percorso e i margini di manovra possibili nel centrodestra reggino in vista delle comunali.
Nella lista “Occhiuto Presidente” spicca l’ottimo risultato di Giacomo Crinò (9 mila ottenuti), che distanzia Giuseppe Zampogna arrivato a 7.500 preferenze, sostenuto dall’Onorevole di Forza Italia Giovanni Arruzzolo, a dimostrazione di un radicamento territoriale costante nel tempo. Entrambi, sia Crinò che Zampogna, sono riferibili all’area Cannizzaro a conferma del peso specifico del deputato reggino.
Fratelli d’Italia può contare sull’ottimo risultato registrato dall’assessore Giovanni Calabrese, mentre la Lega -oltre al dato relativo a Sarica- si affida al buon risultato di Mattiani. Sia Crinò che Calabrese hanno chiuso in vantaggio di circa 5.000 voti sui rispettivi rivali interni.
La prossima sfida: le comunali
Da domani – o forse già da oggi – la politica reggina guarda alle prossime elezioni comunali. E una certezza c’è: il centrodestra, guidato da un Cannizzaro scatenato, parte con il vento in poppa. Forza Italia non solo ha vinto, ma ha imposto la propria egemonia sugli alleati, accreditandosi come forza centrale di coalizione e con la volontà di mettere il timbro sul ‘miglior sindaco della storia di Reggio Calabria’, per come affermato dal deputato e coordinatore regionale del partito.
Il centrosinistra, invece, dovrà ricostruire una credibilità smarrita, scrollandosi di dosso l’immagine di un gruppo dirigente più interessato ai rapporti di forza interni che al governo del territorio. Inizierà un lungo (e non semplice, alla luce dei risultati ottenuti a questa tornata elettorale) percorso di avvicinamento alle primarie per individuare il candidato sindaco? La risposta arriverà nei prossimi mesi. Un primo indizio però le elezioni regionali l’hanno offerto: più che un campo largo, servirà un campo coeso e solido e con le proposte giuste per convincere gli elettori.