Falcomatà su Castorina e l'addio di Albanese: "Innocenti fino al terzo grado. Scelte per interessi personali"

Il sindaco ricorda anche il corteggiamento di Berlusconi: "Mi disse che mi avrebbe fatto fare televisione. Se non sono passato in Forza Italia allora..."

Giuseppe Falcomatà si racconta a “Live Break“. Il sindaco ospite della redazione di CityNow (clicca qui per rivedere la puntata) si è soffermato su diversi argomenti: Reggina, opere e incompiute, prossimi progetti dell’amministrazione comunale e ovviamente su tematiche più squisitamente politiche.

Il Pd reggino perde i pezzi, due gli addii (tra gli altri) che hanno fatto discutere negli ultimi mesi. Nino Castorina, coinvolto peraltro nell’inchiesta sui brogli elettorali, è rimasto in maggioranza passando però all’interno del gruppo Democratici e Progressisti. Chi invece ha sbattuto furiosamente la porta, riservando ai dem e a Falcomatà parole durissime, è l’ex assessore Rocco Albanese.

Il giornalista di Gazzetta del Sud Piero Gaeta, ospite di Live Break, è intervenuto sul tema delle numerose ‘migrazioni’ dal centrosinistra al centrodestra, aprendo l’argomento relativo al caso Castorina.

“La politica non c’è più, gli esponenti di tutti i partiti si spostano ed emigrano con naturalezza. In consiglio comunale abbiamo un consigliere che non voglio nominare che si trova là ma che secondo me non può dare dignità alla funzione di rappresentante delle istituzioni. Ci fosse stata la vecchia politica, al ritorno in aula gli avrebbero detto non puoi stare qui”, le parole di Gaeta.

Falcomatà ha replicato difendendo l’ex compagno di partito.

“Anche io, come Castorina, sono passato da una vicenda giudiziaria, della quale ho parlato solo a processo concluso. Quando a qualcuno viene restituita la libertà, è anche un gesto di affetto riaccoglierlo nel civico consesso, soprattutto in una fase nella quale il processo deve ancora iniziare.

Il mio garantismo -ha proseguito Falcomatà- non è a orologeria. In passato, un consigliere comunale è stato condannato in primo grado e io ho detto che non si doveva dimettere. Nel nostro paese si è innocenti sino al terzo grado di giudizio, inoltre perchè deve essere sospeso un consigliere comunale o sindaco e non un parlamentare o senatore?

Abbiamo parlamentari calabresi condannati per bancarotta fraudolenta (il riferimento di Falcomatà e al senatore di Forza Italia Mario Occhiuto, ndr), ma è in primo grado e per la legge possono continuare la loro funzione”.

Rispetto al rumoroso addio di Rocco Albanese, Falcomatà sceglie di non replicare direttamente alle dure osservazioni dell’ex assessore non mancando però di riservare una punzecchiatura.

“Io credo che uno stia da una parte politica perchè ha determinati valori e si rivede in quei valori. Non possiamo abdicare a questi valori. Silvio Berlusconi mi aveva corteggiato, dicendomi che mi avrebbe fatto fare televisione. Non sono passato allora in Forza Italia, figuriamoci adesso. In un partito politico si sta nella buona e cattiva sorte, quando stai in maggioranza e quando all’opposizione, se no poi non ci possiamo lamentare quando vediamo voto di scambio, corruttela e altro”.

Ha proseguito il primo cittadino nella sua analisi.

“Qualcuno mi ha detto nel recente passato, motivando un cambio di coalizione, ‘non voglio più stare in panchina’. Ma cosa significa? La politica non è interesse personale ma, come dice la parola stessa, risolvere i problemi della polis. Se ti sposti da una parte all’altra non lo puoi fare.

Non sono (il riferimento ad Albanese è evidente, ndr) passaggi di chi riflette e dopo 30 anni dice “quel partito ha un’anima socialista”, ma allora ci dovevi pensare 30 anni fa. Tutto questo non può passare come una colpa di chi ha subito questi cambi di casacca, se no diventa tutto normale.

Quando dicevo nel recente passato che la città si serve anche se hai un’altra giacca intendevo proprio questo. Non si possono sacrificare in questo modo percorsi di 30 o 40 anni. Ognuno è libero di fare quello che vuole, ma non chiamiamole scelte politiche. Cosa rispondo alle parole di Albanese? Nulla, nutro per lui lo stesso affetto di prima”, ha concluso Falcomatà.