Gom di Reggio riferimento regionale per la patologia ostetrica

Al Gom approcci innovativi. Perfetto l'intervento su una paziente di origini marocchine di 43 anni, con una storia di 5 pregressi tagli cesarei

L’U.O.C. di Ginecologia e Ostetricia del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria, anche nel 2023, ha visto crescere il numero di parti, in controtendenza rispetto al trend negativo del numero di nascite complessivo in Italia, confermandosi sempre di più centro di riferimento regionale per la patologia ostetrica.

Nel contesto di questo, già di per sé, brillante risultato,si inserisce una casistica sempre più rilevante di PAS. E’ stato rilevato, infatti, un sensibile e costante incremento della gestione di casi complessi che riguardano i difetti di placentazione, ovvero PAS (placenta accreta spectrum), che sono, ad oggi, tra le cause maggiori di morbilità e mortalità materno-infantile.

Si tratta di un evento clinicamente importante perché la placenta non si separa spontaneamente dall’utero al momento del parto e i tentativi di rimozione manuale provocano un’emorragia, che, se non prevenuta con adeguate precauzioni e, talvolta, nonostante queste, può essere pericolosa per la vita e, di solito, richiede l’isterectomia.

L’attuale miglioramento della qualità delle cure offerte ha portato a ridurre drasticamente il numero dei tagli cesarei, nonostante vi sia un numero ragguardevole di casi patologici gestiti dalla nostra U.O.C. Il dato diventa ancora più apprezzabile se si tiene conto che, solitamente, la patologia ostetrica importante fa aumentare in senso assoluto il numero dei tc che devono essere eseguiti per patologia materna e/o fetale e, pertanto, la ottimizzazione della gestione di una tra le condizioni cliniche più complesse, ovvero la Placenta accreta

Negli ultimi tre anni, la nostra UOC si è trovata a dover affrontare decine di questi casi, fortunatamente con esiti positivi sia materni che infantili, in cui, come già specificato, il rischio di perdere l’utero è altissimo, con conseguenze importanti dovute ai sanguinamenti.

L’esperienza acquisita in questi anni e l’aumento esponenziale di patologie placentari, ci ha indotti a mettere in campo un’equipe multidisciplinare in grado di operare in condizioni di sicurezza, ottimizzando tempi ed esiti degli interventi.

L’equipe multidisciplinare, infatti, sotto la regia del direttore dott. M. Tripodi, grazie al coordinamento del direttore dott. Costarella, al contributo significativo del direttore dell’ U.O.C. Urologia dott. Sgrò e del direttore dell’UOC Chirurgia Vascolare dott. Volpe, ha introdotto delle importanti novità per ridurre il rischio clinico con l’applicazione di cateterini vascolari che, posizionati a livello di arterie essenziali che vascolarizzano il viscere uterino, vengono eventualmente gonfiati (bloccando l’eventuale sanguinamento) garantendo, in tal modo, all’equipe la migliore gestione possibile del caso.

L’ultimo caso di Placenta percreta centrale affrontato in ordine di tempo è quello di K. L., paziente di origini marocchine di 43 anni, con una storia di 5 pregressi tagli cesarei.

I medici, dopo aver analizzato attentamente il caso, hanno optato per un trattamento conservativo attendendo che il feto raggiungesse la maturità, di modo che nascesse prima di intervenire. Per far ciò mamma e feto sono stati attentamente monitorati fino alla trentacinquesima settimana quando dopo il ricovero è stata pianificata la nascita con un approccio multidisciplinare innovativo con occlusione profilattica delle arterie ipogastriche per mezzo di cateteri, garantito dall’altissima professionalità ed esperienza dei medici dell’ospedale, per consentire una prognosi quanto più favorevole possibile.

In questo caso l’equipe operatoria era composta dai Ginecologi : dr Marcello Tripodi,dr Gabriele Gioffrè ,drssa Patrizia Polimeni,ferristi di sala Mimma Serrano’ e Marciano’ dall’ Urologo dr Massimo Castelli, dal Chirurgo Vascolare dr Antonino Alberti e dall’ Anestesista dr Cosenza Eugenio e dr Giovanna Costantino. La paziente non ha avuto nessuna complicanza e sta bene lei e il bambino.