La purezza di uno striscione, il bisogno della sopravvivenza: la Viola non deve morire così
01 Novembre 2018 - 17:44 | di Teo Occhiuto

di Matteo Occhiuto – Non sono passate nemmeno 24 ore dalla sirena di chiusura di Viola Reggio Calabria-Pozzuoli. La quarta sinfonia cestistica a tinte nero-arancio, valevole il secondo posto – seppur in coabitazione – del girone D del campionato di Serie B Old Wild West. Eppure, sin dalla chiusura della trionfale sfida ai campani, i volti degli eroici giocatori, dello splendido coach Mecacci – e dei suoi assistenti – e anche quelli di una tifoseria ormai esasperata, sono tornati ad incupirsi. Perchè, purtroppo, non è una palla che muove la retina, oggi, a fare la differenza. Bensì la speranza che, qualcuno, miracolosamente, arrivi a ripianare una situazione economica prossima al collasso.
Già nella conferenza stampa di martedì mattina sembrava di assistere ad una cerimonia funebre a cui nessuno avrebbe mai voluto partecipare. Espressioni stanche, anche troppo, di un disastro extra-cestistico a cui, oggi, sembra davvero difficile porre rimedio. Ma, nonostante tutto, il tentativo è in corso di svolgimento, come comunicato dalla stessa società nel corso della giornata odierna. E, dunque, si resta aggrappati al sogno, ora più che mai tale, di tornare definitivamente a parlare di basket. Cosa che, a queste latitudini, non si fa da fin troppo tempo.
Reggio Calabria è stanca, stanca di non poter più commentare canestri, stoppate e transizioni. Reggio Calabria è sfinita dall’esser costretta a parlare, dal nefasto marzo scorso, di fideiussioni, ricorsi, trasferimenti di titolo e debiti. Reggio Calabria non ce la fa più a sopportare quanto successo negli ultimi sei mesi e, credeteci, noi stessi bruciamo, ardentemente, dalla voglia di commentare e discutere solamente di sport.
La realtà, beffarda quanto crudele, ci impone invece di vivere e darvi il più possibile notizia di quelle che potrebbero essere le ultime ore di vita di un Mito che, nonostante tutto, non si spegnerà mai. La luce nero-arancio, a prescindere da quante volte possa esser essa spenta, tornerà ad accendersi, ne siamo sicuri. La speranza, però, è che, almeno stavolta, qualcuno riesca a far ardere ancora la nostra, preziosissima quanto vituperata, fiamma. Perchè, come scritto in un commovente, semplice, tenero, cartellone al PalaCalafiore, tu sei la Viola…