Lettera aperta al Ministro dello Sport Andrea Abodi

Reggina: "Nessuna furbizia, nessuna violazione dell’equa competizione. Solo ossequio della Legge"

Riceviamo e pubblichiamo: “Agli albori della mia carriera universitaria, troppo breve a dire il vero, mi capitò tra le mani un libello del prof. Francesco Galgano. Il titolo era “il rovescio del diritto (Giuffrè Editore). Dove l’emerito docente amava ripetere ai suoi studenti che tutte le cose che arredano il mondo hanno un diritto ed un rovescio. Ed aggiungeva, raccomandandolo fortemente, quando all’esame di una qualunque materia giuridica non conoscete la risposta evitate di rispondere secondo “buonsenso”, sarebbe sicuramente una risposta sbagliata, perché il rovescio del diritto è proprio il buonsenso. Concludeva divertito l’indimenticato cattedratico. Questo mio siparietto iniziale, inevitabile, vuole fare riferimento all’improvvido intervento del Ministro Andrea Abodi sul “caso Reggina” e sull’omologa concessa dal Tribunale di Reggio Calabria riguardo il piano di ristrutturazione del debito della società amaranto.
Infatti secondo il capo del dicastero dello Sport ed i Giovani “Il caso Reggina va in direzione opposta rispetto all’equa competizione“ (e quindi al buonsenso sportivo – nds). E rincarando la dose ha continuato accusando la società di Via delle Industrie di aver “utilizzato una norma dello Stato, peccato (però nds) non sia rispondente alle norme dell’ordinamento sportivo”. Ribadendo ancora quel corto circuito normativo che ci illudevamo superato dall’aggiornamento, da parte della Federazione, delle norme NOIF dell’Aprile 2023. Niente affatto.
Parole come pietre quelle scagliate dal Ministro non tanto sulla Reggina e la città di Reggio Calabria, ma sulla Costituzione italiana, sulla divisone dei poteri e in ultima analisi sulla moderazione comunicativa da parte di chi riveste cariche istituzionali.
Un ministro con responsabilità di governo, non può confondere il parere dell’uomo della strada con i canoni, anche comunicativi, cui un uomo dello Stato sarebbe soggetto. In special modo se dalle parole in libertà del Ministro Abodi, al velodromo di Palermo, si intravedono orientamenti che hanno più i contorni del tifo calcistico che l’equilibrio di un uomo di sport.
E poi continuando a rimestare l’acqua nel mortaio ha ribadito concetti come autonomia dello sport (autonomia da chi o da che cosa? Dalla legislazione statale in una sorta di conflitto di organizzazioni non previsto dalla carta fondativa della nostra Repubblica), sul ripristino della centralità dello Sport, sul ruolo della Covisoc, per poi concludere ribadendo la sacralità del principio sull’equa competizione “bussola per gli intendimenti governativi”.
E’ incredibile che un Ministro e prima ancora un uomo di sport da quasi tre lustri, anche con incarichi Federali (è stato Presidente della Lega Nazionale Professionisti Serie B e membro del Consiglio Federale FIGC dal 20 luglio 2010 al 6 marzo 2017) si lasci andare a questi giudizi “tranchant” nei confronti della società amaranto.
Anche alla luce di un atteggiamento molto più composto, rispettoso e comprensivo tenuto durante il suo mandato di Consigliere Federale nel 2011 sulla “intervenuta prescrizione” (anche questa è una legge dello Stato – nds) sugli illeciti sportivi dell’Inter, solennemente dichiarati dal Procuratore Palazzi (pronunciamento Palazzi del 2011) come emerge nell’articolo apparso su La Stampa a firma di Marco Racca del 5 dicembre 2021 con il titolo: Calcio: l’elenco degli scandali e delle punizioni è istruttivo del 05.12.2021
Oppure, ancora, durante il suo mandato di Consigliere Federale non si hanno notizie di analoghe esternazioni oppure prese di posizione sullo spropositato passivo, sempre della Beneamata neroazzurra, che avrebbero dovuto impedire la sua partecipazione al campionato italiano come ci racconta sempre il cronista torinese riportando un articolo di Gianni Dragoni del 1 marzo 2018 apparso su “IlSole24Ore” dal titolo: inter-fair-play-finanziario-schiacciato-sotto-638-milioni-debiti dove si evidenziava che il bilancio dell’Inter (allora controllata dalla Suning ed in minoranza ancora da Thoir) era schiacciato sotto una valanga di debiti che oscillavano tra i 450 milioni del 2016 ed i 638 milioni del 2017. Dati e numeri che non contemplavano “i requisiti minimi per l’iscrizione al campionato (patrimonio netto consolidato negativo, debiti stellari, ecc.). (ma anche in quel caso – nds) La Procura Federale non è intervenuta.
Ecco questi sono due esempi di come invece la comunicazione dell’allora Presidente del Lega B e Consigliere Federale Andrea Abodi fosse improntata sulla responsabilità e la moderazione, quale deve essere quella di un uomo delle istituzioni. Sebbene allora solo sportive. Figuriamoci oggi, con l’incarico di governo ricoperto.
Si chiama “senso dello Stato” signor Ministro, si chiama vivere civile, senza sotterfugi tartufeschi, o bizantinismi di buonsenso magari che hanno il solo scopo di strizzare l’occhio al consenso. Furbizie che non devono e non possono albergare nelle parole di un Rappresentate del Governo della Nazione. Mai. Anche quando certe leggi non ci piacciono.

Perché per vivere in uno Stato di diritto e nella legalità, la legge è l’unica stella polare da seguire. Quella legge che fissa le regole del viver civile, che ci permette ogni giorno di conoscere i limiti entro i quali possiamo muoverci senza calpestare la libertà ed il diritto altrui. E viceversa.
Perché non ci può essere libertà fuori dalla Legge.
La Legge è quella pietra miliare del diritto che ha permesso a ciascuno di noi di sapere che “c’è un giudice a Berlino”. Sempre e comunque.
La Legge, ancora, come ultimo baluardo prima della barbarie, equo ma sempre più fragile contrappeso allo strapotere del denaro e dell’abuso.
La Legge, infine, è quell’insieme di regole che ci permette ogni giorno di vederci garantiti nei nostri diritti, nell’esercizio della nostra attività professionale e ci consente di tutelare la nostra proprietà.
Tutto questo è la Legge. Ed a tutto questo si è affidata la Reggina 1914 Srl. Nessuna furbizia, nessuna violazione dell’equa competizione. Solo ossequio della Legge. Solo questo signor Ministro.
Un percorso innovativo, questo sì, ma sempre dentro i paletti indicati dalla Legge e dallo Stato, Un cambiare le cose, ma secondo le regole. Quelle regole che trovano fondamento nella nostra Costituzione. Scritta nel nome di quel sangue versato per la libertà e la democrazia di questo, nonostante tutto, meraviglioso Paese”.

Giuseppe “Fossa” Criaco
Blogger di “serieBchepassione”