Palazzo di Giustizia, dopo la richiesta di 5 milioni di euro si apre il caso documenti. Ripepi: “Vedo un buco nero”
Si cerca il carteggio sul finanziamento, che ha portato alla revoca dei fondi dalla Regione. Il dirigente Doldo: “Stiamo rendicontando. Una parte delle somme è stata spesa, una accantonata”
10 Giugno 2025 - 10:12 | di Pasquale Romano

Palazzo di Giustizia e richiesta di 5 milioni di euro dalla Regione per la revoca del finanziamento, si è tenuta oggi a Palazzo San Giorgio una seduta della Commissione Controllo e Garanzia convocata dal presidente Massimo Ripepi per fare luce sulla vicenda anticipata su queste pagine lo scorso 26 maggio.
All’ordine del giorno, l’audizione del dirigente Bruno Doldo, chiamato a chiarire lo stato degli atti e l’impiego delle somme erogate nel 2017 dalla Regione Calabria, ora oggetto di richiesta di restituzione.
Doldo: “Una parte è stata spesa, stiamo rendicontando”
Nel suo intervento, Doldo ha spiegato: “C’era una clausola per trattenere le somme per altri usi, ma a seguito del contenzioso la situazione si è bloccata. Nei giorni scorsi è arrivata la nota della Regione che dispone il definanziamento dell’opera e la restituzione dei 5 milioni. Stiamo facendo la rendicontazione per verificare quante risorse siano state effettivamente usate per la costruzione parziale del Palazzo. Una parte è stata spesa, una accantonata. Conclusa la verifica, ci confronteremo con la Regione su come restituire le somme”.
Il dirigente ha inoltre specificato: “C’è un carteggio importante nel mio assessorato che riguarda il primo percorso progettuale. Ma la seconda fase, quella legata al protocollo con il Ministero, non è stata seguita da noi ma dal Demanio”.
Ripepi: “C’è confusione totale, voglio tutti gli atti”
Duro il commento del presidente Ripepi: “Vedo un buco nero. C’è un vuoto tra parte politica e tecnica. Il delegato era Romeo, ma l’assessorato ai Lavori Pubblici doveva seguire l’iter. Trovo strano che manchino dei pezzi. Ti chiedo – ha detto rivolgendosi a Doldo – di recuperare tutto il carteggio. Tra 15 giorni convocherò una nuova seduta, chiamando anche Carmelo Romeo. C’è troppa confusione su un tema così importante”.
Marcianò: “Non possono mancare gli atti, sentire i Rup”
Anche l’ex assessora ai Lavori Pubblici Angela Marcianò ha sollevato dubbi: “Condivido le perplessità. I lavori sono ripresi durante il mio mandato. Il Ministero non firma una convenzione senza avere tutto. Gli atti non possono non esserci. Sarebbe utile sentire i Rup che hanno curato quella fase”.
Doldo ha poi chiarito: 2L’ultimo Rup è stato l’ing. Richichi, mentre il direttore dei lavori era l’ing. Postorino. Noi siamo stati solo marginalmente coinvolti nel protocollo con il Ministero, seguito direttamente dal Demanio”.
La seduta si è chiusa con la promessa di approfondire la vicenda in una nuova convocazione tra due settimane, quando sono attesi i documenti ufficiali utili a ricostruire tutta la vicenda della progettazione e del finanziamento regionale, successivamente revocato.