Piano Reggina: La Gazzetta dello Sport spiega perchè conviene a tutti, anche allo Stato

"Il nuovo patron Saladini si è impegnato a versare, sotto forma di equity, 7 milioni nell’arco di due stagioni"

Per la fine di questo mese o al massimo i primi di giugno, il Tribunale di Reggio Calabria dovrebbe rispondere al piano di ristrutturazione del debito presentato dalla Reggina. C’è ovviamente attesa ed un pò di ansia, perchè questo rappresenta il passaggio fondamentale per il futuro della società. Da giorni sono venuti fuori dettagli e particolari riguardo il contenuto ed oggi su Gazzetta dello Sport, ne vengono indicati i punti più importanti, come quello che riguarda l’abbattimento del debito con lo Stato: “Dei 22,1 milioni di debiti rilevanti al 31 dicembre 2022, 15,5 erano appunto relativi alle pendenze fiscali e contributive, 2,3 a debiti verso i dipendenti, 3,1 a debiti verso i fornitori, 0,7 al fondo per l’incentivo all’esodo e 0,5 a debiti vari. Il piano di ristrutturazione prevede un accollo del 5% dei 15,5 milioni dovuti a Fisco, enti previdenziali e Inail: quindi meno di 800mila euro.
Complessivamente la Reggina pagherebbe 7,1 milioni di debiti pregressi, in tal modo ristrutturati rispetto agli iniziali 22,1. Lo stralcio del 95% di quei 15,5 milioni, in particolare, avrebbe un effetto benefico importante a conto economico, con l’emersione di una sopravvenienza attiva di 14,7 milioni che consentirebbe alla Reggina di chiudere il bilancio al 30 giugno 2023 in utile per 4,9 milioni. Peraltro, il piano prevede una serie di azioni da parte del management per migliorare sensibilmente la dinamica costi-ricavi. Sia in questa stagione sia nella prossima, i proventi da sponsorizzazioni sono dati in netto aumento: dagli 1,6 milioni del 2021-22 a quota 6 milioni. Per il 2023-24 viene messa in preventivo la cessione di un giocatore che “ha ottenuto diverse richieste di squadre di Serie B e Serie A”, con un prezzo ipotizzato di 2 milioni. L’impegno maggiore è rivolto alla riduzione degli stipendi, con un risparmio quantificato in 4,8 milioni. In questo modo l’esercizio al 30 giugno 2024 sarebbe in equilibrio strutturale (800mila euro di profitti), al netto della maxi-sopravvenienza prevista per il 2022-23.

L’impegno del nuovo azionista Immissione di equity con l’ok del Tribunale

“Si sa già che altri club di Serie B hanno contestato il piano di rientro presentato dalla Reggina invocando una parità di trattamento sui parametri economico-finanziari da rispettare per partecipare alle competizioni, evidenziando l’aumento delle spese durante la nuova gestione e sollevando dubbi su alcune poste di bilancio, in particolare sui crediti vantati dagli amaranto (martedì è in programma l’aggiornamento dell’assemblea di Lega).
Tuttavia Matteo del Sette, il professionista indipendente che ha redatto la relazione accompagnatoria, sottolinea come il piano sia “funzionale al miglior soddisfacimento dei creditori tributari e contributivi rispetto a una
ipotesi di liquidazione giudiziale”. Questo perché, in caso di fallimento del club, l’attivo a disposizione potrebbe soddisfare solo limitate categorie di creditori privilegiati. Partendo dai 22,1 milioni di debiti al 31 dicembre, con la liquidazione giudiziale la Reggina pagherebbe 4,4 milioni contro i 7,1 previsti dall’accordo di ristrutturazione. E c’è un altro fattore da prendere in considerazione, forse il più importante anche dal punto di vista “politico”. Il nuovo patron Saladini si è impegnato a versare, sotto forma di equity, 7 milioni nell’arco di due stagioni (2,5 milioni entro giugno, 4,5 milioni nel 2023-24). Risorse che assicurerebbero la continuità aziendale della Reggina.
Risorse che, giocoforza, l’imprenditore non investirebbe se non venisse approvato un piano di abbattimento del debito pregresso, semplicemente perché salterebbero tutte le previsioni di sostenibilità del progetto calcistico.
Nella relazione del professionista indipendente si riporta la catena di controllo della Reggina: socio di maggioranza (al 90%) è Enjoy, il cui impegno finanziario è garantito dalla controllante FS 84, società con capitale
di 1 milione e un attivo di oltre 6,7 milioni costituito in prevalenza da immobilizzazioni finanziarie, di cui il peso maggiore è rappresentato dal 57% della società MeglioQuesto, quotata in Borsa e che capitalizza circa 75 milioni”.