Reggio, l'imprenditore Falduto scende in campo: 'Diamo vita ad un Dream Team'

L'idea è quella di creare un "dream team" per far tornare Reggio alla sua "primavera". Le parole dell'imprenditore pronto a scendere in campo

Far ritornare Reggio Calabria alla sua “primavera”. È questo il sogno dell’imprenditore Pino Falduto che, qualche giorno fa, a poco distanza dall’uscita del dott. Lamberti, ha riaperto il dibattito sul futuro della città dello Stretto.

“Anni fa, nel 1993, feci parte dell’unione di persone che crearono quella Giunta che diede ad Italo la possibilità di essere ricordato fra i migliori Sindaci di questo territorio; un gruppo di persone affiatate, amiche fra loro, orgogliose della propria città, in grado di coordinarsi e di interloquire serenamente essendo tutte capaci e responsabili ed avendo tutte il medesimo obiettivo: rendere Reggio Calabria per come avrebbe dovuto essere, farla uscire dal buio inverno nel quale si trovava. Passammo alla storia per “la Primavera Reggina””.

Il futuro (politico) di Reggio Calabria: in campo anche Falduto

L’imprenditore reggino ha ripercorso, oltre alla storia, anche il passato più recente della città ed ha avanzato una proposta per le prossime elezioni comunali:

“I have a dream! Io ho un sogno, che i miei figli ed i miei nipoti possano vivere in modo decoroso in una Reggio Calabria, bellissima come merita, della quale non doversi vergognare. Ho un sogno, oggi!”. La mia ultima lettura, l’ennesima, del libro di Martin Luther King, che non smetto di rileggere nei momenti di profonda delusione, mi ha convinto ancora di più del potenziale che risiede, molto spesso inespresso, nel cuore delle persone, ed è per questo che io provo ancora una volta a proporre la mia idea di unione, unione di chi ha ancora la forza, ma soprattutto la capacità, di sognare un qualcosa di realizzabile, capace di realizzare una città che merita di esistere e di non morire”.

Falduto ha poi aggiunto:

“Il Professore Italo Falcomatà fu un grande collega, leale, collaborativo, disponibile, propositivo: concreto. Il mio affetto per il suo piccolo Giuseppe fu tale che fui proprio fra i suoi sostenitori alla prima sua elezione ma, dopo avere constatato la sua inadeguatezza, proposi la mia idea alla cittadinanza basata sulla necessità di una nuova unione senza però raccogliere alcuna adesione: troppe prime donne? o sono un personaggio che va ignorato? o ci sono troppi interessi di parte che vanno tutelati e una possibile unione di persone rischierebbe di metterli alla luce?

Onestamente non lo so, ma io ci riprovo, così come ho provato a omaggiare la città dei miei progetti di un aeroporto all’altezza, di fornire gratuitamente tutta la consulenza tecnica qualificata su alcuni progetti dove si spendono denari pubblici che, secondo me, andavano rivisti; insomma non mi fermo e continuo a sognare concretamente per la mia città”.

La proposta dell’imprenditore reggino: “Diamo vita ad un Dream Team”

“Il mio sogno è di formare una sola lista, con 30 persone, tutte professionalmente preparate e pronte ad operare sin dal primo minuto dopo l’insediamento, che, per capacità ed esperienza, possano fare tutte il sindaco così da sceglierlo fra loro con un semplice sorteggio.

I cittadini devono comprendere che, arrivati a questo punto, che rischia di essere un punto di non ritorno, c’è poco da sperare nelle prime donne; qui uno da solo non basta, qui serve una squadra di fuoriclasse perché la partita è durissima e, se si perde questa ultima occasione, non credo ci sarà una seconda possibilità di risalita visto che il fondo del baratro raggiunto è esageratamente distante dalla superficie.

Questa squadra, una sorta di DREAM TEAM, affiatata e ricca di specialisti per ciascuno dei singoli settori nevralgici dei quali necessità il nostro territorio, dovrà portare avanti un piano programmatico, ben scadenzato e sincronizzato su tutti i settori, verso lo sviluppo ed il raggiungimento di obiettivi, semplici nel breve periodo e complessi nel lungo periodo, così da avere nei primi 5 anni segni tangibili e concreti di trasformazione e adeguamento del nostro territorio alle esigenze del nostro secolo; insomma, uscire da questo basso medioevo.

Compito di ciascun elemento sarà non solo lavorare per portare avanti il progetto concordato ma formare gruppi di giovani così da renderli autonomi negli anni successivi al mandato; una sorta di scuola politica ed economica basata sull’esperienza concreta; non è possibile pensare che un sindaco o i suoi assessori invecchino dentro alle istituzioni senza tramandare ai giovani il know-how acquisito”.

Falduto ha poi commentato le parole del dott. Lamberti che, nelle scorse settimane, ai microfoni di CityNow, si è detto pronto a candidarsi come sindaco della città:

“Al momento ho letto l’intervista del Dottore Lamberti, persona abile e concreta, ma che, ripercorrendo la soluzione dell’uomo solo al comando, sicuramente, qualora venisse eletto, non riuscirà a raggiungere obiettivi di grande portata, così come accadrà nel caso volessi essere io l’uomo al comando o chiunque altro privo di superpoteri; del resto, lo abbiamo già visto cosa succede quando si cominciano a perdere le occasioni, cosa significa non riuscire a stare dietro alle enormi e continue necessità di una città così vasta nell’epoca attuale dove bisognerebbe avere un uomo esperto in tutte le materie.

Tanti potenziali ottimi candidati che corrono da soli in cerca dello scettro? Ma che senso avrebbe se tutti vogliono il meglio? Perché contendere e non unirsi? Se si va in battaglia bisogna coalizzarsi se si vuole sopravvivere, e qui, in questa città, nelle condizioni in cui ci troviamo, non ci servono incantatori di serpenti né venditori di fumo né prime donne, qui ci servono persone in grado di unirsi per vincere una sfida epocale: riportare Reggio Calabria nel XXI secolo”.

L’imprenditore ha poi concluso con un messaggio di ‘speranza’:

“Qui serve una squadra di persone disponibili a collaborare fra loro, non servono prime donne da vetrina, qui servono operai specializzati in grado di lavorare come somari per portare sulle spalle il peso di una eredità che, probabilmente, si conosce solo in parte e che, sicuramente, nasconde problemi che, per incapacità ed inadeguatezza, nemmeno gli attuali amministratori probabilmente conoscono; serve un team di lottatori pronti a lottare in squadra per riprendere possesso della propria terra, del futuro della loro terra, ed in grado di ricominciare a sognare per lei. Ed io SOGNO”.