Ponte sullo Stretto, CGIL attacca: ‘Opera inutile, servono diritti e legalità’
Landini rifiuta l’invito all’incontro con Salvini: “Non parteciperemo a finte riunioni e dichiarazioni vuote"
29 Maggio 2025 - 17:36 | Comunicato Stampa

Il Ponte sullo Stretto divide. Mentre il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini è atteso a Reggio Calabria e domani a Messina, i sindacati prendono le distanze da quella che definiscono una “passerella propagandistica”. Il tema è scottante e tocca il cuore delle priorità del Sud.
«Non parteciperemo a finte riunioni e dichiarazioni vuote. Noi siamo altrove, in mezzo alla gente, con una proposta referendaria che rimetta al centro il lavoro, la lotta alla precarietà e la legalità».
È questo l’appello lanciato in vista della tappa a Taurianova del segretario generale della CGIL Maurizio Landini.
Una sfida aperta al Governo
I sindacati puntano il dito contro l’intero impianto normativo e politico che ruota attorno al Ponte.
«Il Governo e il ministro Salvini non devono sfruttare la disperazione occupazionale del Mezzogiorno per mascherare con promesse di lavoro un progetto privo di trasparenza».
La richiesta è chiara:
«Bloccare la procedura accelerata e arbitraria con cui si vuole autorizzare l’opera, ignorando criticità ambientali, sismiche e di legalità».
Rischi per la legalità: il caso delle deroghe al Codice Antimafia
Ad accendere la polemica è anche la norma, contenuta nel Decreto Infrastrutture, che avrebbe introdotto una pericolosa deroga al Codice Antimafia proprio in riferimento al Ponte sullo Stretto.
«Una norma gravissima, poi bloccata dal Presidente della Repubblica, che avrebbe favorito infiltrazioni mafiose e indebolito il sistema di controllo degli appalti pubblici».
Un allarme già sollevato dalle inchieste di cinque procure italiane, coordinate dalla Direzione Nazionale Antimafia. Le indagini parlano di interessi concreti da parte di Cosa Nostra e ’Ndrangheta nella gestione dei terreni, delle discariche per gli inerti e nell’affidamento dei subappalti.
No al subappalto a cascata, sì a trasparenza e controlli
I sindacati chiedono l’applicazione rigorosa del Codice degli Appalti e del Codice Antimafia, respingendo ogni logica emergenziale e ogni scorciatoia normativa.
«Serve una stazione appaltante autonoma, terza e trasparente, che agisca nell’interesse pubblico. Bisogna rafforzare il ruolo dell’Autorità Nazionale Anticorruzione e vietare il subappalto a cascata, che apre le porte alla criminalità».
“Un’opera dai costi fuori controllo”
Il costo stimato del Ponte sullo Stretto ha già raggiunto i 14,5 miliardi di euro, sottraendo risorse vitali allo sviluppo del Mezzogiorno. Secondo i dati forniti dai sindacati:
- 7 miliardi sono stati prelevati dai fondi di sviluppo e coesione;
- 1,5 miliardi tolti direttamente a Calabria e Sicilia;
- 1,7 miliardi, inizialmente destinati alla viabilità provinciale, sono stati dirottati sul Ponte.
«Il Ponte è un’opera inutile e dannosa, un grande spot per pochi che toglie tutto a molti. Non è con le grandi opere che si combatte la povertà, ma con servizi, diritti e opportunità reali».
“Le vere priorità per Calabria e Sicilia”
I sindacati indicano con chiarezza le urgenze su cui dovrebbe concentrarsi l’azione del Governo:
- Contrasto al dissesto idrogeologico;
- Reti idriche moderne ed efficienti;
- Rinnovamento della rete ferroviaria e stradale;
- Estensione dell’Alta Velocità ferroviaria oltre la Campania.
Mobilitazione e partecipazione: «Tutti al voto»
«L’8 e 9 giugno chiamiamo tutti i cittadini a dare un segnale forte e democratico: andiamo a votare. Difendiamo insieme legalità, lavoro, diritti e il futuro vero del nostro Sud».