Rinascita Comune, Falcomatà: ‘L’impegno civico è amore incondizionato per la propria terra’

La marcia in più del progetto, secondo il primo cittadino "la volontà di esserci su tutto il territorio, rappresentando chi oggi non ha voce"

Sindaco Giuseppe Falcomatà (24)

Una riflessione profonda sul valore della partecipazione politica e sulla necessità di costruire presìdi civici reali nei territori. Il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha preso parte alla presentazione del progetto Rinascita Comune, svoltasi ieri in città, portando il suo contributo su un tema che tocca nel profondo la condizione attuale della Calabria.

Nel suo intervento, il primo cittadino ha tracciato una netta differenza tra il progetto presentato e le tante associazioni che nascono senza un reale radicamento:

“Il quid pluris di Rinascita Comune è la volontà di esserci in modo capillare su tutto il territorio metropolitano, nei 97 comuni. Dare rappresentanza a chi oggi non ha voce è un valore che non va banalizzato. Il vero impegno politico nasce per amore, non per calcolo. È dare senza pretendere in cambio”.

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Un passaggio importante, quello del primo cittadino, che ha posto l’accento sulla crisi della rappresentanza e sull’urgenza di riscoprire il senso del dovere civico:

“L’impegno politico, l’impegno civico è forse la più alta forma di amore incondizionato che si ha per la propria terra. Quell’idea del dare senza la pretesa del ricevere. Ed è importante ribadirlo in una società nella quale purtroppo si parla sempre più e forse soltanto di diritti e si parla sempre meno di doveri. E parlare solo di diritti, per carità, è legittimo e importantissimo, se però non si abbina la discussione ai doveri, andiamo nella direzione di una società debole, perché non abituata a lottare per raggiungere i suoi obiettivi. Riscoprire l’importanza dell’impegno, riscoprire il senso del dovere di impegnarsi in politica costruisce, passatemi il termine, cittadini più responsabili”.

Falcomatà ha poi sottolineato la necessità di uscire dalle logiche divisive:

“Restare fedeli alla propria storia, ma capaci di camminare insieme. L’idea cioè di uscire da quel recinto ristretto, da quell’orticello ristretto e abbracciare un’esperienza più ampia, l’esperienza della prateria, di riconoscerci, riconoscersi compagni di viaggio in un progetto più ampio, perché se oggi si è presenti a Scilla, si è presenti a Melito, lo si è perché c’è una struttura e un contenitore che ci consente di parlare la stessa lingua e di farlo senza tradire noi stessi, senza tradire la nostra storia, rimanendo leali a chi siamo, a quello che è il percorso politico dal quale ognuno di noi viene, a prescindere dal partito di riferimento, ma sempre nell’ambito del centrosinistra e avendo la capacità soprattutto di non scendere sul terreno di gioco sul quale ci vogliono portare che è quello dello scontro, che è quello dell’insulto e che è quello dell’assalto, ma rimanendo sui temi, perché noi sui temi siamo forti e non rispondendo con la stessa moneta”.

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Dal piano civico a quello politico-istituzionale, il sindaco ha poi rivolto un chiaro appello alla Regione Calabria:

“Vorremmo discutere con il governo regionale di sanità, di guardie mediche che chiudono, di ambulanze senza medici, di precari ancora bloccati dopo dieci anni, dei TIS. Di mobilità e trasporti, di una 106 che a Reggio non arriva, delle risorse PNRR che la Regione non riesce a spendere, a differenza dei Comuni calabresi. Vorremmo discutere di una Calabria che è davvero straordinaria, ma non perché viene detto dagli influencer nelle dirette Facebook e nelle dirette Instagram”.

Infine, un richiamo alla concretezza:

“Una famiglia su due in Calabria si indebita per far fronte alle spese correnti. Non lo dicono le associazioni civiche o i partiti, ma la Banca d’Italia e l’ISTAT. E allora sì, parliamo di rinascita. Ma facciamolo nei luoghi veri del confronto: presìdi politici, sociali e culturali. È lì che si costruisce il futuro della nostra terra”.