Processo Miramare, attesa per le motivazioni: chiesta proroga, i legali si oppongono?

C'è curiosità per capire quali saranno nel dettaglio le motivazioni che hanno portato alla nuova condanna di Falcomatà e della giunta

Processo Miramare, scaduti il 6 febbraio i 90 giorni che rappresentano il termine massimo per il deposito delle motivazioni. Con la sentenza d’appello arrivata l’8 di novembre (e che ha visto la nuova condanna per Giuseppe Falcomatà e la giunta del primo mandato) il gong è suonato ma le attese motivazioni non sono state pubblicate.

Il Giudice del Tribunale di Reggio Calabria ha chiesto una proroga dei termini di 90 giorni, con il nuovo limite quindi teoricamente fissato per l’inizio di maggio. La richiesta però, secondo quanto raccolto, potrebbe vedere l’opposizione dei legali degli imputati, guidati dall’avv. Marco Panella, uno dei legali di Giuseppe Falcomatà.

“Il processo ha seguito un ritmo particolarmente veloce, perché si doveva arrivare presto a sentenza evitando la prescrizione. Il fatto che adesso si voglia prorogare di 90 giorni va contro ogni logica. Peraltro, la motivazioni riguardano soltanto un campo di imputazione”, il pensiero condiviso da numerosi legali degli imputati, evidentemente infastiditi dai ritardi.

L’opposizione congiunta potrebbe essere presentata in questi giorni, la volontà dei legali infatti è quella di ricevere il prima possibile le motivazioni, atto necessario per poter successivamente preparare il ricorso in Cassazione.

Se non verrà percorsa la strada dell’opposizione congiunta, alcuni legali degli imputati potrebbero invece rivolgersi al presidente facente funzione della Corte d’Appello di Reggio Calabria, Bruno Muscolo, affinché monitori la situazione relativa al ritardo nella presentazione delle motivazioni.

C’è curiosità per capire quali saranno nel dettaglio le motivazioni che hanno portato alla nuova condanna di Falcomatà e della giunta, anche alla luce dell’esito differente che ha visto coinvolta Angela Marcianò.

Dopo la condanna in primo grado, l’ex assessore ai Lavori Pubblici (che ha scelto diversamente dagli altri imputati il rito abbreviato) è stata assolta dal reato di falso “perchè il fatto non sussiste” e dal reato di abuso d’ufficio “per non aver commesso il fatto”.

Lo scorso novembre, la Corte d’appello di Reggio Calabria nel processo sul “caso Miramare” aveva condannato il sindaco sospeso di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà a un anno di reclusione per abuso d’ufficio.

Condannati a sei mesi invece gli assessori che componevano la sua Giunta del primo mandato: Saverio Anghelone, Armando Neri, Rosanna Maria Nardi, Giuseppe Marino, Giovanni Muraca, Agata Quattrone e Antonino Zimbalatti.