Processo Miramare, Falcomatà smentisce Marcianò: 'Delibera approvata il 16 luglio, senza scontri'

"Non ho mai detto 'stai zitta' ad Angela Marcianò. Con lei non discutemmo del Miramare, ma del suo rifiuto di andare sul cantiere del Corso Garibaldi"

Processo Miramare, la seconda parte dell’udienza odierna di Giuseppe Falcomatà si è incentrata sull’ormai celeberrima delibera di assegnazione e dei rapporti con l’ex assessore ai Lavori Pubblici Angela Marcianò.

Le parole del sindaco ricalcano grosso modo quelle pronunciate una settimana fa dall’ex vicesindaco Armando Neri. Le versioni delle parti (Falcomatà e Neri da un lato, Angela Marcianò dall’altro) paiono del tutto contrastanti.

“La seduta del 16 luglio? Alcuni assessori, non ricordo quali, avevano espresso qualche perplessità riguardo la delibera di affidamento. Il tutto rientrava nella normale dialettica politica, non ci sono state discussioni.

Se pensai di astenermi? No, perchè non vi era alcun vantaggio per l’associazione e invece ve ne erano per l’amministrazione comunale”, afferma il primo cittadino. Falcomatà nel raccontare i fatti dell’epoca si perde nel dettaglio delle precise dinamiche che accompagnarono all’approvazione delle libera (“Non ricordo, ne approviamo diverse”) ricevendo la netta risposta del p.m. Ignazitto, “Si, ma non per tutte è chiamato in Tribunale”.

Si arriva così al 27 luglio, altra data infuocata. Falcomatà, rispetto a quanto affermato da Angela Marciano, ha un ricordo completamente diverso anche in relazione al ‘tu stai zitta’ che l’ex Assessore ai Lavori Pubblici ritiene di aver ricevuto dal Sindaco.

“Escludo che in quella data si sia parlato della delibera del Miramare, essendo oramai stata approvata. Si è parlato di tante cose ma non di quello. ‘Stai zitta’ non l’ho mai detto ad Angela Marcianò, non rientra nel mio modo di comportarmi anche se qualche volta posso essere più energico nell’esprimermi.

Con la Marcianò discutemmo del cantiere sul Corso Garibaldi, che poteva essere sequestrato come poi avvenne. Lei si rifiutò di effettuare il sopralluogo e questo causò una discussione. Evidentemente già all’epoca si voleva  iniziare a costruire un percorso politico alternativo”.

Nel corso dell’udienza si argomenta (a sorpresa) anche in relazione ad uno sketch dell’epoca del comico dell’artista Pasquale Caprì. Il p.m. Ignazitto ricorda come Caprì\Falcomatà nel siparietto chiami ‘Assessore’ l’amico Zagarella, incassando la rabbiosa replica dei legali di Falcomatà: “Non si può dare spazio all’interno di questa aula a cosa dice o non dice un comico”.

All’interno dell’Aula Bunker si fa menzione anche dell’ultima idea del primo cittadino in ordine temporale, ovvero la proposta all’Uefa di far disputare a Reggio Calabria la finale di Champions League. E’ lo stesso sindaco ad evocarla, quando l’udienza si sofferma sulle polemiche e le diatribe di tipo politico risalenti all’estate 206. “Le polemiche di tipo strumentale ci sono sempre state. Ci sono anche sulla mia proposta di far svolgere la finale di Champions League”.

Triplice fischio, si conclude così l’udienza del sindaco Falcomatà. Si riprenderà giovedi 20 maggio con le udienze dell’Assessore Giovanni Muraca e dell’ex Segretario generale del Comune Giovanna Acquaviva.