Micai racconta i segreti di questa Reggina, un passaggio su Stellone e Taibi
"E' gratificante essere stati scelti da un Ds come Taibi che è stato un gran portiere"
08 Marzo 2022 - 09:54 | redazione
Il dato curioso dell’alternanza tra i pali voluta da mister Stellone, raccontata da Alessandro Micai a Reggina Tv, insieme ad altre considerazioni sul gruppo, il tecnico, il Ds Taibi: “E’ lampante che c’è stato un cambio di passo e siamo contenti di esserci tirati fuori da quel periodo facendo stare più tranquilli i tifosi della Reggina. La maglia numero 12? Non c’è un rito particolare, l’ho sempre avuta e la porterò sempre nel cuore. A questo numero sono legati i ricordi più belli e qualcuno anche meno piacevole, ma lo porto con fierezza sulle mie spalle. E’ doveroso darci una mano anche tra portieri, siamo un gruppo. Esulto quando segna Menez e Galabinov e quindi anche ad una parata di Turati, solo con l’unione di intenti e la forza del gruppo si ottengono i risultati.
Una partita a testa con Turati
“Il messaggio di mister Stellone lo abbiamo recepito in maniera positiva, un segnale chiaro che era necessario mettere da parte l’io e farlo diventare noi per riprendere il nostro cammino e quindi invertire la rotta. A dieci partite dalla fine chi gioca non ha molta importanza ma come gioca e come ci si esprime. Avevo avuto mister Stellone a Bari e c’era stata una alternanza simile, solo che l’avvicendamento avveniva ogni tre partite. Devo dire che la prima volta è stato molto difficile, si cambia tipo di mentalità sapendo che per quasi un mese non giochi e quello successivo si. La reazione nervosa è più blanda, così come stiamo facendo adesso sei sempre sulla corda e inevitabilmente anche il tuo compagno tiene alta l’intensità”.
Il rapporto con Taibi e Stellone
“Mi rispecchio molto nel DS Taibi. Essere scelti dal tuo direttore che ha fatto il tuo stesso ruolo ed è stato un gran portiere ti dà riconoscenza. E’ un fattore che ricordo ripetutamente e gli sarò sempre grato per avere puntato su di me. Il segreto di Stellone? Ci ha responsabilizzato tutti, nessuno escluso. Tranne qualcuno come Ejjaki e Franco siamo scesi in campo a rotazione ed abbiamo partecipato con tutto l’organico alle diverse partite. Il ruolo del portiere di base è quello di parare ed è importante che i compagni dicano che chiunque giochi tra me e Stefano, si sentono comunque tranquilli”.