“In relazione a Matteo, il bimbo autistico di Reggio Calabria che nonostante le leggi e un’ordinanza del Tribunale di Reggio Calabria non sta accedendo alle cure con metodo ABA, ho chiesto stamane un incontro urgente al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese”.
È quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria.
“La scelta scaturisce dal fatto che la terna commissariale, di nomina proprio del Ministero dell’Interno – prosegue Marziale – non ha partecipato all’audizione da me convocata tra le parti proprio per capire dove si annida il problema e garantire al bambino i sacrosanti diritti alla cura. Ho ricevuto dalla terna una lettera di complimenti per il mio lavoro e di disponibilità a lavorare “sinergicamente”, che reputo antitetica alla scelta di disertare l’audizione”.
Il Garante evidenzia:
“L’ordinanza del Tribunale di Reggio Calabria contempla che “in parziale accoglimento della domanda cautelare, condanna l’Azienda Sanitaria di Reggio Calabria a provvedere, direttamente o indirettamente, in favore del minore ricorrente R.M. all’ erogazione di 15 ore settimanali di terapia con metodo ABA o, in subordine, a sostenere l’onere economico di tale terapia con conseguente diritto di rivalsa dei ricorrenti, tanto almeno fino al compimento del 12.mo anno di età. Ciò non sta avvenendo, e il legale della mamma del bambino, Stefania Pedà, in corso di audizione lo ha dimostrato, ma non ha avuto contraddittorio proprio per l’assenza dei commissari. Dunque la “sinergia” è tra Garante e bambino, non mi sembra di poterne riscontrare altre”.
Marziale così conclude:
“A settembre del 2019 mi sono fidato dei commissari, che mi avevano garantito che il bambino avrebbe potuto scegliere uno specialista privato in ambito Asp di Reggio e che l’Azienda avrebbe rimborsato le cure. Il tutto si è protratto fino ad oggi e la stessa Asp ha detto che il bambino può accedere in strutture a Catanzaro. Peccato che l’avvocato non lo sapesse, non lo sapesse Angela, la mamma, e peccato anche il Garante reputa che più di tre ore al giorno tra andata e ritorno da Reggio Calabria inficerebbero indubbiamente gli effetti della terapia”.