Reggio e la rivoluzione in 30 giorni, Nicola Irto a CityNow: 'Costruiamo la città del 2050'

Sentenza Miramare, Falcomatà, le 'dimissioni' del centrodestra e le trattative che hanno portato alla nuova giunta. Nicola Irto si racconta ai microfoni di CityNow

La rivoluzione in 30 giorni. Particolarmente intenso e ricco di novità il mese appena trascorso a Reggio Calabria: il 19 novembre infatti arrivava la sentenza di condanna per Giuseppe Falcomatà e buona parte della giunta del primo tempo in merito al Processo Miramare. Da quel giorno, Palazzo San Giorgio ha tremato e non poco, prima di prendere forma attraverso nuove sembianze.

Tra i protagonisti che hanno intavolato dialoghi e trattative, seppur dietro le quinte, del Partito Democratico (‘scippato’ dalla titolarità sulle poltrone di sindaco e sindaco metropolitano) c’è sicuramente il consigliere regionale Nicola Irto, leader alle urne per il centrosinistra alle ultime elezioni regionali.

Ospite della redazione di CityNow, Irto ha commentato senza sbilanciarsi la sentenza che un mese fa ha portato alla sospensione del sindaco Falcomatà.

“C’è un tema nazionale riguardo la Legge Severino e l’abuso di ufficio, diverse forze politiche in modo trasversale vogliono riformarle entrambe e credo che già a gennaio verrà presentato il progetto sulla riforma.

Le sentenze si rispettano e non si commentano. Nel secondo grado di giudizio sono convinto che gli amministratori potranno far valere le loro ragioni e ribaltare la sentenza”. 

A poche ore dalla sentenza, Falcomatà ha tirato fuori dai cassetti i decreti con le nomine di Paolo Brunetti e Carmelo Versace quali nuovi sindaci f.f., scatenando sorpresa e rabbia nel Partito Democratico, non coinvolto nelle decisioni.

“Le scelte in autonomia di Falcomatà? Ha deciso lui i tempi e i modi, era una facoltà sua. Poi, attraverso il confronto, si è arrivati ad un accordo. Si è vero, c’è stata una forte discussione tra le parti ma che alla fine ha portato ad un’azione di rilancio dell’azione amministrativa. La sintesi trovata, a mio parere, è utile alla città di Reggio Calabria.

I dibattiti sulle poltrone non ci interessavano quanto invece il tema della città che vogliamo immaginare e realizzare nei prossimi 20 anni. Reggio è l’unica città metropolitana della Calabria, su questi temi ci siamo confrontati con i due vice sindaci Brunetti e Versace e alla fine abbiamo trovato una sintonia”.

L’amministrazione comunale dopo aver traballato è ripartita con una nuova giunta, guidata da Brunetti ma con il Partito Democratico protagonista e centrale nel riassetto. Irto si dice soddisfatto e non vede nel gruppo Democratici e Progressisti una ‘minaccia’ per gli equilibri del comune.

“Le scelte compiute sono di qualità, è una giunta con un mix di profili navigati ed esperti insieme ad altri più giovani. Il gruppo Democratici e Progressisti in area De Gaetano una possibile minaccia? Non credo, tutti gli esponenti erano già stati eletti con il centrosinistra, chi con liste civiche, chi con Articolo 1.

Trattandosi di una giunta varata da poco, non penso ci possano essere problemi o minacce. La formazione di nuovi gruppi, con una giunta appena insediatasi, credo possa invece rafforzare l’azione dell’amministrativa”.

Nelle settimane che hanno visto la maggioranza provare a trovare nuovi equilibri, con la missione raggiunta e la fumata bianca, la minoranza viveva giorni confusi. Una sfilata dal notaio dei vari consiglieri comunali, con dichiarazioni di pronte dimissioni, non ha prodotto nulla di concreto. Irto critica apertamente quanto accaduto all’interno della minoranza.

“Si commenta da solo il comportamento dei consiglieri di opposizione. Hanno creato una sorta di ‘distrazione di massa’ dove alla fine di balletti e dichiarazioni di concreto non c’è stato nulla, tranne le dimissioni di Nicola Malaspina. Non si può pensare di affrontare ruoli pubblici con simili atteggiamenti, in politica si è visto di tutto ma ci sono momenti in cui serve chiarezza per rispetto verso i cittadini”.

I reggini, dopo un decennio abbondante di difficoltà e promesse non mantenute, si aspettano una reale ripartenza.

“Gli errori da non rifare? Serve un coinvolgimento pieno e vero delle associazioni, dei cittadini, del terzo settore. Capisco che in molti non rammentano e si aspettano risposte concrete rispetto alle difficoltà che ci sono, ma non possiamo dimenticare in quali condizioni drammatiche era il comune quando nel 2014 si insediava l’amministrazione Falcomatà, dopo uno scioglimento per mafia e due anni di commissariamento.

Le condizioni della città erano disastrose, l’amministrazione ha fatto alcune cose mentre altre non è riuscita a farle. Oggi è importante ripartire per dare le risposte che i cittadini si aspettano e per costruire la Reggio del 2050″.