#ReggioMerdopolitana, l'hashtag contro Falcomatà lascia il segno

Nonostante il disastro ambientale generato, sono in molti (oltre il sindaco) a non 'mandar giù' quella scritta.

Fa male a tutti leggere, della propria città, un messaggio simile.

Veder storpiata la parola ‘Metropolitana‘ in ‘Merdopolitana‘, accostata al nome del posto in cui vivi, genera (vuoi o non vuoi) una ferita. E anche profonda.

Se poi quella scritta viene esposta durante un’importante manifestazione nel cuore della città, proprio davanti ai palazzi istituzionali governativi, l’accusa si fa ancora più sonora.

Nel pomeriggio di ieri, durante l’incontro organizzato da tre giovani donne, per protestare contro il sistema dei rifiuti ed in particolare contro le carenze del sistema di raccolta del porta a porta, tra gli striscioni presenti, uno tra tutti ha lasciato il segno.

La scritta ‘Reggio Merdopolitana’, preceduta da un’hashtag ha suscitato centinaia di reazioni. A poche ore dalla protesta in piazza Italia animata da cittadini delusi e arrabbiati per i cumuli di rifiuti in città, sempre più insistenti, è il sindaco Falcomatà il primo a rispondere all’offesa.

“Io uno striscione con scritto “città merdopolitana” non lo accetto e non mi piace – scrive Falcomatà, affidandosi a FB – La città è una grande famiglia, la famiglia in difficoltà si ama sempre, non diventa mai di merda, non è il fine di nessuno, non lo dovrebbe essere mai”.

Preceduto da un:

“Serve tempo, la città tornerà alla normalità perché sono state individuate le soluzioni e ve ne accorgerete già dai prossimi giorni”.

Falcomatà lancia dunque una sfida a chi denigra la propria città assicurando nel breve termine un cambiamento.

I cittadini sono però rassegnati. Basta percorrere la strada per Gambarie per accorgersi del delirio in cui viviamo. A poche curve da Reggio si presentano scene apocalittiche con tonnellate di rifiuti che invadono e offendono l’Aspromonte.

Ma nonostante il disastro ambientale generato, sono in molti (oltre il sindaco) a non ‘mandar giù’ quella scritta.

“Mi vergogno a scriverla ed a pronunciarla. Non sono reggino – scrive un noto imprenditore della città – ma di sicuro questa terra la amo molto più di voi che ci abitate…i problemi che ci sono a Napoli, voi nemmeno potete immaginare…ma non ho mai sentito dire da nessuno che città di merda! Mai nessuno! Imparate ad apprezzare la vostra terra, ma non a chiacchiere!”

A scriverlo è Giuseppe Ferranti, (Peppone). Un altro imprenditore, questa volta reggino scrive:

“La situazione è sicuramente di una tristezza disarmante e probabilmente siamo davvero nella merda. Ma lo striscione esposto in piazza Italia è l’essenza della mediocrità del reggino medio e di chi ha sostenuto questa offesa gratuita alla città tutta – scrive Santo Cama – Reggio non è solo vostra. Non dovevano permettere una vergogna così grande. E chiedo al sindaco dopo questa ultima nefandezza di dare subito delle risposte anche impossibili!”

Nemmeno a noi va giù quella scritta. E per tanti motivi. Tra tutti, quello di aver scelto di vivere qui, a Reggio Calabria, la nostra amata terra. Una fetta di paradiso da tutelare e amare, nonostante tutto.

Alle rassicurazioni ‘facebucchiane’ di Falcomatà, devono seguire adesso i fatti. Perchè la città, come abbiamo più volte scritto, non ne può davvero più.

E il tempo sta per scadere…