Calabria, la Regione ripercorre il rapporto con l'Anac

L’approvazione di un provvedimento così importante sarebbe stata irrispettosa nei riguardi della nuova Giunta regionale

Il 3 febbraio scorso è stato pubblicato un articolo del sindacato CSA-CISAL in cui si accusa l’Amministrazione regionale uscente di lasciare in eredità una “brutta grana”, relativa al rapporto con l’Autorità anticorruzione nazionale (ANAC) e si ripercorrono a ritroso le vicende che hanno determinato l’adozione da parte della medesima Autorità della delibera n. 806 del 18 settembre 2019, le cui criticità ivi evidenziate, relative alla mancata collaborazione tra l’Amministrazione e il responsabile regionale dell’anticorruzione, sempre secondo la suddetta Autorità, permangono tutt’ora non essendo state superate dagli interventi posti in essere dalla Regione ed esposti nella delibera n.510 del 31 ottobre 2019.

Il richiamo alle suddette vicende serve in realtà al CSA-CISAL ad introdurre quella che è la novità contenuta nell’articolo, la notizia “scoop”( la “ciliegina sulla torta” la si definisce appunto) e cioè il fatto che l’Amministrazione Oliverio sarebbe stata inadempiente rispetto all’approvazione del Piano triennale della prevenzione della corruzione e della trasparenza che la Giunta avrebbe dovuto approvare entro il 31 gennaio 2019, come previsto dalla legge nazionale e dallo stesso Piano triennale regionale attualmente vigente.

Su questo e solo su questo, si fa notare che, per l’ennesima volta, il citato sindacato interviene in maniera strumentale e poco onesta da un punto di vista intellettuale. Com’è facile rilevare dalla lettura dello stesso articolo, infatti, non può sostenersi che la proposta di aggiornamento del Piano triennale anticorruzione 2020-2022 sia stata inviata “tempestivamente” il 29 gennaio dal Responsabile regionale, se il termine per l’approvazione da parte della Giunta regionale è fissato solo due giorni dopo, cioè al 31 gennaio.

Già in una situazione di ordinaria amministrazione è velleitario pensare che un atto di questa portata possa essere approvato in 48 ore (tenuto conto, tra l’altro, che il Piano deve essere preventivamente pubblicato per la pubblica consultazione per 15 giorni sul sito istituzionale della Regione), figuriamoci poi nell’attuale fase di transizione verso il nuovo Governo regionale in cui l’ultima seduta della Giunta uscente si è tenuta il 21 gennaio. Senza dire, inoltre, che l’approvazione di un provvedimento così importante ed a carattere programmatorio sarebbe stata irrispettosa nei riguardi della nuova Giunta regionale.

Si aggiunga, infine, che l’ ”atto” di cui si parla consiste nell’invio da parte del citato responsabile regionale, attraverso PEC del 29 gennaio, di un semplice documento di testo in formato world e non di una vera e propria proposta di deliberazione che, a norma del disciplinare interno, deve essere presentata in formato cartaceo provvisto della firma dello stesso Responsabile e, quindi, in ogni caso non poteva essere tecnicamente portato all’esame della Giunta.

Alla luce di quanto sopra detto, l’accusa di inadempienza per la mancata approvazione del Piano triennale anticorruzione 2020-2022, rivolta dal sindacato CSA-CISAL, si appalesa destituita di ogni fondamento.