Rifiuti, il Consiglio proroga a dicembre 2021 l’esercizio degli impianti privati. Indice puntato sugli Ato

L’aula dibatte sull’emergenza tra accuse di improvvisazione e richieste di collaborazione

Il Consiglio regionale ha prorogato al 31/12/2021 le autorizzazioni all’esercizio degli impianti privati di trattamento dei rifiuti urbani presenti sul territorio regionale con l’aggiunta in via temporanea dei codici identificativi dei rifiuti urbani.

La proposta di legge concernente la proroga dei termini – firmata dai consiglieri di maggioranza Pietro Molinaro, Giuseppe Neri, Nicola Paris e Vito Piataro – si è resa necessaria per scongiurare l’interruzione del servizio pubblico di trattamento dei rifiuti urbani in quanto non sono stati ancora realizzati gli impianti pubblici previsti nella pianificazione regionale e quelli esistenti sono del tutto insufficienti ad assicurare l’intera domanda di trattamento dei rifiuti urbani prodotti e raccolti nel territorio regionale.

“Pertanto si legge nel provvedimento – è necessario assicurare una nuova proroga. Il nuovo termine temporale deve tenere conto della revisione del Piano di Gestione dei Rifiuti alle direttive del pacchetto dell’economia circolare per come stabilito dall’Ordinanza del Presidente della Regione n. 45/2020”.

Vale la pena ricordare che Il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 156/2016, aveva individuato gli interventi necessari al completamento e ammodernamento dell’impiantistica pubblica di trattamento dei rifiuti urbani (impianti e discariche di servizio) per raggiungere, entro il 2020, l’autosufficienza nel trattamento dei rifiuti urbani in ciascuno dei 5 Ambiti Territoriali Ottimali, coincidenti con i confini amministrativi delle province calabresi. Nelle more della realizzazione dell’impiantistica pubblica, l’art. 2 bis della legge regionale 12 aprile 2013, n. 18 rubricata “Cessazione dello stato di emergenza nel settore dei rifiuti. Disciplina transitoria delle competenze regionali e strumenti operativi ” consentiva tutto ciò, sino al 30 giugno 2020. Da qui la necessità impellente di procedere alla proroga dei termini.

Il dibattito sviluppatosi sull’argomento, mentre fuori dal Palazzo l’associazionismo reggino chiedeva conto rispetto ad una emergenza che ha letteralmente sommerso la città di Reggio Calabria, è stato partecipato ed articolato, mettendo in evidenza, oltre ai ritardi della Regione anche le responsabilità degli Ato, dei Comuni e dei sindaci.

Francesco Pitaro (Misto) ha accusato la presidente Jole Santelli di avere una visione emotiva o emozionale della Calabria soprattutto quando spende 11 milioni di euro per dare agli esperti della comunicazione e ad attori la possibilità di risollevare la dignità la reputazione della Calabria. Da qui il lancio di due proposte: l’istituzione in Consiglio regionale di una commissione d’inchiesta che faccia luce sul ciclo dalla regione; e l’istituzione di un tavolo di confronto permanente per adottare soluzioni moderne, attuali, in tema di rifiuti e invitando ovviamente tutti coloro che hanno diritto di parola tra cui le associazioni ambientaliste e le organizzazioni degli agricoltori.

Nicola Paris (Udc) ha invece invitato l’assessore all’Ambiente, Sergio De Caprio, a relazionare in aula sullo status quo, e a dire anche ai cittadini come stanno le cose, e soprattutto come si sta operando in questa fase di emergenza.

Pietro Raso (Lega) ha puntato l’indice su 7 anni, dal 2013, in cui non si è fatto nulla: “dobbiamo dire che tutto ciò che è stato fatto finora è stato fallimentare. È stato fallimentare il Piano dei rifiuti del 2007 dell’ufficio del Commissario e anche il Piano dei rifiuti approvato in quest’aula nel 2015”. Poi il plauso alla Santelli che ha avuto la forza e la determinazione, poche settimane fa, di non firmare un’ordinanza di proroga di una discarica privata che conteneva i rifiuti di 20/25 anni. Senza dimenticare le zone d’ombra sul settore tradizionalmente infiltrato dalle cosche.

“Noi abbiamo 785.000 tonnellate di rifiuti che sono stati prodotti a fine 2018 in Calabria. Di questi solamente il 45,2% è stato differenziato – pensate che il piano del 2015 prevedeva abbondantemente di superare il 50% nel 2020 – ma la cosa più grave è che all’inceneritore di Gioia Tauro sono andati solamente 39000 tonnellate e la cosa ancor più grave è che il 52,5% di questi rifiuti in Calabria finisce in discarica e per ciò che oggi ci ritroviamo ancora nell’emergenza”.

Per Vito Pitaro (Jole Santelli presidente) l’eterna emergenza si può risolvere solo in due modi: o concedendo l’ampliamento della discarica privata, ovvero realizzando come Ato le discariche. I tempi però per la realizzazione di queste discariche sono lunghi e quindi certamente ci si continuerà a confrontare con il problema dell’indifferenziata per almeno altri quattro o cinque anni.  Il consiglio di Pitaro è semplice:

“l’unica proposta sensata che può venire da questo Consiglio è quella di attuare una politica per far capire a tutti i cittadini che il futuro della Calabria è nelle loro mani e nella loro pattumiera. Solo laddove i cittadini dovessero fare una racconta giusta, differenziata, noi potremmo andare a superare questo problema”.

Filippo Pietropaolo (FdI) individua forti responsabilità nella gestione degli Ato: “Ci sono territori in cui l’Ato funziona bene. Io provengo dalla città di Catanzaro e non abbiamo questo problema. Lo stesso dicasi per Lamezia, ma so che ci sono problemi a Reggio Calabria, e si vede dalla manifestazione di oggi; so che ci sono problemi a Cosenza. Evidentemente ci sono Ato che non funzionano, presidenti che non hanno svolto il loro ruolo e che vanno assolutamente subito commissariati con i poteri della Regione, e là dove ci sono già dei commissari che non si adoperano vanno evidentemente sostituiti. Quindi il Piano illustrato dalla Santelli è necessario che venga portato nel più breve tempo possibile in aula per essere approvato”.

Raffaele Sainato (FdI) è andato invece al cuore del problema:

“Siamo ad un bivio, non possiamo lasciare la nostra regione, parte della nostra regione, in queste condizioni. Noi non possiamo lasciare una delle più grandi città come Reggio Calabria, che soffre ogni giorno, con i rifiuti in mezzo alla strada. Dobbiamo trovare una soluzione forte. Dobbiamo intervenire, sostituirci non solo nell’Ato, nel Commissariamento dell’Ato, ma soprattutto nella raccolta dei rifiuti e mi riferisco a Reggio Calabria e Crotone. È vero tutto quello che ci stiamo dicendo, che va bene la raccolta differenziata, ma voglio ricordare che anche a Reggio Calabria viene fatta la raccolta differenziata, eppure Reggio Calabria è invasa dai rifiuti”.

Per Sainato non è il momento di andare a trovare i responsabili, di chi è la responsabilità negli anni, perché

“se andiamo sempre alla ricerca della responsabilità noi non veniamo fuori. Di chi è la responsabilità ce l’hanno detto gli elettori che ci hanno messo qui a governare e noi dobbiamo governare la Calabria. E va bene in prospettiva quello che la presente Santelli con la sua giunta ha messo in campo, ma ora è anche arrivato il momento di trovare una soluzione all’emergenza. Non possiamo scaricare la responsabilità sui sindaci, non possiamo scaricare la responsabilità sui Comuni, perché i comuni sono quelli lì. Io vengo da un comune dove la raccolta differenziata viene fatta puntualmente ma purtroppo paghiamo il ritardo degli altri comuni, di una città come Reggio Calabria che non differenzia nulla perché c’è un cumulo di rifiuti per strada. Quindi io invito la presidente Santelli e la sua giunta di intervenire immediatamente bypassando l’Ato, bypassando tutti, perché noi siamo chiamati a dare delle risposte”.

Filippo Mancuso (Lega) entra invece in scivolata intravedendo una soluzione nel commissariamento o magari una supervisione su tutti gli Ato provinciali:

“Io non è che voglio fare nel campanile e né dare colpe specifiche ma parlo del comune per esempio di Reggio Calabria. Come si può pensare di risolvere i problemi del rifiuti se non si pensa come riaprire la discarica di Melicuccà? Come si fa a pensare di risolvere i problemi dei rifiuti a Reggio se non si trovano soluzioni per chi li gestisce, e non è stato fatto ancora il bando di gara per il termovalorizzatore Gioia Tauro che ampliandolo, raddoppiandone la portata, risolverebbe i problemi di tutta la provincia di Reggio Calabria. Quindi è questo il vero problema. Il problema è che i rifiuti, i sindaci, non l’hanno mai preso in considerazione perché hanno sempre delegato alla Regione. Ora che sono chiamati in causa in prima persona perché sono loro i presidenti degli Ambiti territoriali, per i rifiuti, hanno queste difficoltà”.

Per Domenico Bevacqua (Pd) la maggioranza, o meglio la giunta, ha dimostrato grande improvvisazione basandosi su una dichiarazione propagandistica e dicendo da oggi siamo pronti a far funzionare le discariche pubbliche, basta discariche private:

“Una dichiarazione che aveva creato grande soddisfazione, grandi motivazioni, ma senza fare i conti con la realtà. Bisogna partire non cancellando quel Piano. Troviamo soluzioni ai problemi coinvolgendo i sindaci del territorio che conoscono bene la materia, che conoscono bene le difficoltà e che sanno come insieme, senza essere mortificato l’uno dall’altro, si può trovare la soluzione giusta alla problematica. Io credo che su questo tema avete commesso un errore madornale, quello di emanare una ordinanza che è stata completamente disattesa, di aver fatto proclami di soluzione del problema per dimostrare che eravate più bravi, più intelligenti, che avete più capacità, più muscoli rispetto a noi”.

A chiudere il dibattito è stato l’assessore all’Agricoltura Gianluca Gallo, che ha puntato tutto sulla discontinuità che la Presidente Santelli ha voluto imprimere alla sua azione di governo:

“Vale a dire, la non firma di un’ordinanza che magari amplia una discarica privata o altro significa che probabilmente si voglia affrontare questa emergenza in maniera diversa rispetto al passato probabilmente con l’affidarsi a discariche pubbliche o impianti pubblici. Credo che possa essere più virtuoso che affidarsi a privati. Questi problemi noi non li risolviamo se non remiamo dalla stessa parte se non siamo convinti che probabilmente è necessario realizzare impianti pubblici e discariche pubbliche, e che è necessario mettere d’accordo i sindaci. E allora cosa chiediamo noi come giunta regionale, come parte politica, chiediamo di aiutarci in questo percorso di discontinuità, di programmare insieme a noi perché i sindaci del centrosinistra sono molto più di quelli del centrodestra che, al di là di qualche strumentalizzazione, hanno lo stesso problema davanti alla porta, davanti alla porta dei cittadini, come lo abbiamo tutti noi, nel momento in cui noi daremo una risposta in questo senso lo vedremo come classe dirigente. Lavoriamo insieme per creare le condizioni di una Calabria che possa essere una terra verde, una terra che non abbia questo problema che si trascina da troppo tempo, creando discontinuità sia nella gestione sia nelle implicazioni esterne a tutto ciò che dovrebbe essere pubblico e che dovrebbe essere al servizio dei cittadini”.