Sanità, la lettera di un giovane dializzato reggino a Occhiuto: 'Situazione catastrofica'

Sanibook e rilevatori, le 'rilevazioni' di Ferdinando

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Ferdinando, giovane paziente del reparto di Nefrologia del Grande Ospedale Metropolitano indirizzata al presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto.

Carissimo Presidente…

“Carissimo Presidente, Le scrivo con l’augurio che lei possa comprendere che questa non é una segnalazione, un puntare il dito contro qualcuno o una lamentela. Le scrivo solo per farle prendere conoscenza di alcune dinamiche e realtá che credo non possano più essere messe da parte, sia perché la sanità è una cosa seria e anche perché ad andarci di mezzo alla fine é chi sta male e ha bisogno di essere curato”.

Ferdinando ad Occhiuto: ‘Dedichi un paio di giorni ad un tour negli ospedali’

Tempo fa, proprio mentre ero ospedalizzato presso il GOM di Reggio, ho letto della sua iniziativa in merito a Sanibook, un ottimo mezzo per segnalare svariate ‘bestialità’, ma credo si limiti a trasformare le persone in sceriffi e lasciarli andare a liberi sfoghi senza avere una giusta realtà dei fatti e delle reali mancanze, screditando soprattutto l’operato del personale ospedaliero. Credo le basterebbe prendere un paio di giorni e dedicarli ad un tour negli ospedali per capire che la situazione è catastrofica sotto la stragrande maggioranza dei casi nonostante si facciano poi cose grandiose…ma questo é normale quando si fanno tagli e non si pone attenzione, riguardo e cura, verso la sanità e non si lascia gestire le cose a persone capaci e sensibili”.

Ferdinando, paziente dell’equipe della prof.ssa Mallamaci del reparto di Nefrologia del GOM di Reggio Calabria, critica le ultime scelte del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto. ‘Sanibook‘ e rilevatori sono, ad avviso del paziente reggino, due soluzioni poco efficaci.

“adesso ha anche mandato in giro 80 laureati, i rilevatori. Non voglio fare polemica, ma ho avuto la fortuna di vederli in azione e le posso garantire che, con tutto il rispetto per le loro lauree, oltre a constatare problemi che chiunque palesemente potrebbe evidenziare, non possano constatare i reali problemi”.

Sanibook e rilevatori, le ‘rilevazioni’ di Ferdinando

Dalle parole ai ‘fatti’. Ferdinando elenca una serie di esperienze positive e negative vissute in prima persona.

“le dico cosa ho rivelato io da paziente. A causa della patologie di cui soffro, sono costretto a frequentare spesso l’ospedale, ormai una mia seconda casa. Il primo grande problema sono gli stessi pazienti. Sono molti quelli che pensano di potersi comportare e rivolgersi al personale con totale mancanza di educazione, e non seguire nemmeno semplici regole di senso civico, come ad esempio sporcare e far finta di nulla.

Durante il periodo di degenza, mi sono ritrovato a dover pulire escrementi di ogni tipo. La squadra delle pulizie non può essere li sempre. Si potrebbe intanto sensibilizzare le persone a far capire, sempre per esempio, che un bagno condiviso va tenuto e lasciato pulito per gli altri, lasciare i prodotti necessari per pulire sarebbe anche un aiuto.

Arriviamo al reparto, che dovrebbe garantire le giuste norme e procedure igienico sanitarie e invece vede dottori, infermieri e Oss lavorare condizionati, costretti a trovare sempre un modo per doversi adattare alle mancanze di mezzi e quanto altro, e dover operare cosi sotto pressione e con un indice di rischio elevato. Paradossalmente sarebbero capaci di curare le persone anche in mezzo ad una strada. E questo, perché sia in reparto che in dialisi abbiamo la fortuna di avere una equipe di Dottori, infermieri e Oss eccellente, per me una seconda famiglia…”.

L’attesa di un nuovo reparto tra blatte, cattivi odori e sporcizia

“da anni viene promesso un reparto all’altezza, che possa dare a questi ultimi la possibilità di operare in serenità e svolgere attività di ricerca, diagnosi, e potersene dare lustro, nonché dare la possibilità a chi deve curarsi di non andare fuori dalla propria città o vivere un ricovero come una storia triste.

In un reparto non devono esistere animali provenienti da fogne o il cattivo odore di quest’ultime inalato giorno e notte in camera e va bene cosi e lo lasciamo cosi…o anche tenere ancora procedure palesemente legate al passato che sono un rischio per i pazienti…e potrei continuare fino a farle capire che é tutto da rifare..…in dialisi poi esiste una situazione che credo lei già conosca. Va avanti da più di un decennio e questo perché vengono messi sempre interessi economici o addirittura palesemente mafiosi di fronte ad una terapia salvavita che dovrebbe vedere Reggio Calabria con il suo tanto millantato centro dialisi.

Dottori e infermieri sono costretti a fare turni massacranti, e anche qui lo spirito di adattamento alle mancanze li rende ai miei occhi degli “eroi”, perché sono comunque lì a curarci… basterebbe assumere personale per alleggerire questo carico o comunque non considerare l’apertura di centri, anche privati, una cosa impossibile.

L’unico interesse dovrebbe essere permettere di curarsi senza pellegrinaggi o senza trasformare la terapia in una tortura. Quello che servirebbe é che qualcuno dicesse una cosa e si limitasse ad essere di parola e non lasciare che le cose rimangano cosi chissà per quanto altro tempo.

E questo solo perché la sanità é una cosa seria e quanto tale va considerata…doversi affidare al fato o aspettare che succeda qualcosa di brutto e lo si sapeva già perché bisognava fare qualcosa, oltre ad essere stupido e miserabile, non é rispettoso verso tutti noi cittadini. Mi auguro che questa lettera possa servire in a smuovere quel senso di responsabilità consone alla sua carica, e possa fare qualcosa di concreto per migliorare e cambiare le cose…credo fermamente sia il minimo per tutta la classe ospedaliera che si alza al mattino per prendersi cura di noi pazienti e anche soprattutto perché sarebbe una cosa normale!”.