Scuole in Calabria, torna l'ipotesi chiusura: Spirlì annuncia l'ordinanza

Sul tema della didattica in presenza il Presidente facente funzioni è stato irremovibile: "Se i dati ce lo consentiranno, chiuderemo tutte le scuole"

Mentre i calabresi attendono di conoscere il proprio destino, o meglio ciò che li aspetta nei prossimi sette giorni, il Presidente Spirlì annuncia la possibilità di chiudere, nuovamente, le scuole e passare alla didattica a distanza.

La decisione di Spirlì sulle scuole in Calabria

Scuola

Il Governatore non ha mai fatto segreto del suo punto di vista sulla ripartenza delle scuole, nonostante la Calabria, nelle ultime settimane, abbia vissuto un relativo momento di “pace” dal virus, con numeri relativi a contagi, ricoveri e decessi non troppo alti. Adesso, a distanza di qualche mese dal ricorso dei genitori che, insieme al TAR, hanno impugnato l’ordinanza facendo riaprire le scuole, Spirlì ha annunciato una nuova possibile chiusura.

“Abbiamo appurato che sul territorio calabrese esistono le varianti – ha detto Spirlì in diretta sulla sua pagina Facebook. Dal Pollino allo Stretto ci sono scuole che vengono falcidiate dal virus, i sindaci sono costretti a chiuderle, i genitori a tenere i figli a casa.

È per questo motivo che, dopo esserci confrontati col Governo, Ministri, Sottosegretari di tutti i settori interessati, torno da Roma in Calabria e domani mattina avrò una riunione con l’unità di crisi per capire cosa ci dicono i dati. Se ce ne sarà motivo, domani stesso verrà firmata l’ordinanza volta a fermare la didattica in presenza ed autorizzare quella della a distanza, senza se e senza ma”.

La nuova ordinanza

Spirlì

Un’ordinanza che sembra far eco a quella firmata non troppo tempo fa dal Presidente che ha visto schierarsi al suo fianco una buona fetta di popolazione, non sufficiente a mantenere la didattica a distanza. Questa volta, però, Spirlì non ha dubbi:

“Ricordo che il Presidente della Regione è la massima autorità sanitaria ed è colui il quale si assume tutta la responsabilità sulla tutela della salute dei cittadini. Laddove ci dovessero essere ricorsi, giudizi mi presenterò personalmente ovunque.

Non dobbiamo aspettare di diventare rossi di contagi, di rabbia o di vergognare prima di fermare uno dei veicoli del virus. In tante altre regioni sta falcidiando tutti, soprattutto i più giovani. Questa non è una stupida guerra tra destra e sinistra, tra chi le vuole aperte e chiuse, qui c’è il buon senso da una parte e la stupidità umana dall’altra.

Abbiamo visto che cosa ha significato l’attesa in territori così diversi dal nostro. Basti pensare all’Emilia Romagna, chiuse intere città con bambini in terapia intensiva. Lo ha detto lo stesso Stefano Bonaccini “Mai avrei potuto immaginare che anche un solo bambino andasse in terapia intensiva Covid””.

Irremovibile e lapidario il presidente facente funzioni ha concluso il suo intervento affermando:

“Io non lo consentirò, fatevene una ragione, domani mattina se i dati ce lo consentiranno stabilirò il periodo in cui le scuole torneranno ad essere chiuse”.