Debito Sanità, Spirlì chiede aiuto al Governo. E sui vaccini: 'In Calabria non ci sono 2 milioni di galeotti'

Il Presidente facente funzioni chiede al Governo un intervento "straordinario" per la Calabria e mette a tacere le "chiacchiere" sui vaccini

Il Presidente Spirlì torna in tv, per la precisione a Sky Tg 24, dove ha illustrato la situazione sanitaria della Calabria, in particolar modo quella inerente la campagna di vaccinazione anti-Covid.

Il Presidente Spirlì racconta la sanità in Calabria

“La sanità calabrese è una sanità debole, ferita, che da quasi 30 anni patisce un continuo dramma. 20 anni di saccheggi interni ed esterni e 11 anni di commissariamento, quindi da oltre un decennio il Governo si auto-schiaffeggia in Calabria, visto che i commissari inviati fino ad ora non sono stati in grado di recuperare la situazione qualche motivo ci sarà.

Il primo motivo l’ho segnalato al Premier Draghi ed ai ministri competenti. I saccheggi hanno portato ad una voragine nei bilanci di alcune Asp come Reggio Calabria, Cosenza e Catanzaro che non potranno mai essere colmate se non da una misura straordinaria del Governo”.

Il cambio di passo con l’arrivo di Longo

Il Presidente facente funzioni si è fermamente opposto ad un nuovo commissariamento, pur avendo da poco preso le redini della Regione al momento in cui la figura dell’ex Commissario Cotticelli è venuta meno. Dopo un valzer di ipotetici Commissari, la nomina di Longo, un Prefetto già conosciuto in Calabria, con il quale Spirlì non ha mai nascosto di lavorare in estrema sintonia:

“Devo fare un plauso al Prefetto Longo che, in pochi mesi, si è fatto in veramente in quattro. Da sottolineare anche il fatto che si tratta della prima volta nella nostra storia che Presidente e Giunta regionale lavorano fianco a fianco con il commissario ad acta. Abbiamo consegnato l’intero dipartimento di tutela della salute al commissario con il personale che abbiamo, ma teniamo sempre conto che è figlio di 20 anni di sciagure”.

Ospite di Sky TG24, anche il giornalista Virman Cusenza, senza preamboli, ha ammesso:

“Processare la Calabria sarebbe davvero troppo sbrigativo. Ciò che colpisce è che nella classifica delle somministrazioni ci siano anche la Sardegna e la Toscana, quest’ultima in particolare ben noto per un sistema sanitario efficiente. C’è un problema di organizzazione sanitaria”.

Il problema vaccini

Perché la Calabria si trova all’ultimo posto della classifica nazionale per somministrazioni effettuate? Per il presidente è presto detto:

“Quando ci hanno raccomandato di tenere da parte il 30% delle dosi per garantire il richiamo, quello abbiamo fatto. Questo è il motivo per cui eravamo fermi al 70%. C’è stato anche qualche piccolo problema legato all’intervento della magistratura su alcuni territori, perché delle persone si sono lamentate in quanto al 21º giorno non avevano ricevuto il richiamo Pfizer. Ho chiesto, però, che venga corretta l’informazione. Il richiamo del vaccino Pfizer va effettuato dal 21° giorno, ma c’è tempo due mesi. Adesso siamo circa al 78% e mi chiedo quelli che hanno fatto il 95 come abbiano fatto. Ma va bene così, non c’è nessuna guerra fra regioni”.

Spirlì si è soffermato anche sulle polemiche nate in questi giorni:

“Ritengo che questo sparare nel mucchio sulla regione Calabria debba finire. È come se la Calabria fosse abitata da 2 milioni di galeotti. Qui c’è una regione di galantuomini, di donne e uomini che lavorano dalla mattina alla sera, la malerba esiste in questa terra, così come esiste in tutte le terre del mondo, dal Polo Nord al Polo Sud. Ritengo che questo pregiudizio, io che peraltro con i pregiudizi combatto da quando sono nato, debba finire”.