Inchiesta Occhiuto, la verità del presidente: ‘Corruzione? Stronzate, sono incazzato e chiarirò ogni cosa’
Il Governatore della Calabria in tv si difende: 'Io non ho le carte, il giornale 'Il Domani' si. Ai magistrati dico di chiamarmi perchè sono nelle condizioni di chiarire ogni cosa'
16 Giugno 2025 - 23:22 | di Vincenzo Comi

Il governatore Roberto Occhiuto ospite della popolare trasmissione “Quarta Repubblica” su Rete 4 prova a chiarire la vicenda giudiziaria che lo vede iscritto tra gli indagati con l’accusa di corruzione.
“Cosa so delle accuse che mi riguardano? Ho ricevuto fino ad oggi due fogli e su questi fogli non c’è un solo fatto che mi viene contestato. Ho chiesto di avere le carte e il 12 giugno le carte mi sono state negate perchè si dice che l’inchiesta è ancora in corso. Il 13 giugno però le carte vengono date a un giornalista perchè il 14 giugno escono gli articoli su ‘Il Domani’ e sembra che questo giornale sia la cancelleria del Tribunale. I fatti su cui starebbero indagando non riguardano la mi attività di presidente della regione. Sono indagato per corruzione per la prima volta nella mia vita e a 56 anni non ho mai ricevuto un avviso di garanzia. Ho governato la Regione nel modo più trasparente possibile su tantissimi temi, lavorando gomito a gomito con i procuratori della Repubblica sui temi della ‘ndrangheta”.
L’indagine in corso della Procura di Catanzaro sta portando alla luce una complessa rete di relazioni tra incarichi istituzionali, società private e fondi pubblici in Calabria. Il presidente entra poi nel merito della questione.
“Secondo la Procura avrei dato incarichi pubblici a un mio socio. Il Domani dice che sono oggetto di indagine normali rapporti tra soci di società private. Al mio socio però non ho dato nessun incarico. La Procura dice che io avrei tratto benefici da queste società e in cambio avrei agevolato il mio socio nominandolo con un incarico”.
Il presidente Occhiuto afferma poi come lui abbia sempre avuto un’ossessione per il rigore quando amministra.
“Alcuni miei amici mi dicono che sia maniacale. Tra le cose che mi contestano, il fatto che questo mio socio è stato nominato dalla mia compagna Matilde Siracusano. Ed è vero perchè quando lui si offrì di collaborare sia io che lei ne fummo felici per il suo ricco curriculum”.
Quale sarebbe la corruzione, si chiede il conduttore Nicola Porro?
“E’ tutto tracciabile, quello che è avvenuto succede in tutte le società d’Italia. A un certo punto cedo le quote perchè non me ne potevo più occupare anche perchè ho annunciato che mi sarei ricandidato. Combinazione dopo qualche giorno succede questo casino. Ci mettiamo d’accordo per la cessione delle quote per 120 mila euro e la Smart, una normale trattativa. Ai magistrati chiedo di chiamarmi. Sono nelle condizioni di offrire anche un aperizia che dimostra come le quote valevano anche di più. Ma io pur di uscirne decido di lasciare. Avendo letto non le carte ma ‘Il Domani’ credo che l’oggetto della corruzione sarebbe che il mio socio sarebbe stato da me favorito con alcune nomine tra cui quella della mia compagna. Io ripeto non l’ho mai nominato. Non l’ho fatto, l’avrei potuto fare ma non l’ho fatto. Non ho fatto nulla che possa essere assimilabile alla corruzione”.
E infine il Governatore chiarisce:
“Non ho nulla da temere. Lavoro 16-17 ore al giorno su problemi complicatissimi di una regione complicatissima. Oggi invece una parte del mio tempo la devo dedicare a queste stronzate. Voglio essere chiamato perchè sono nella condizione di chiarire ogni cosa. Ora sono incazzato perchè l’immagine che si da di me è un’immagine che non è reale”.