Castorina, il Comune e il Pd: dai terremoti alla tregua. Intrighi e retroscena

Evoluzioni e possibili mosse future all'interno del Comune e del Pd. Scintille assicurate con i rientri di Falcomatà e Neri...

E’ facile riassumere, politicamente, l’ultimo lustro a Reggio Calabria se ci si vuole riferire ai due terremoti più roboanti. Il Caso Miramare e l’inchiesta sui brogli elettorali hanno causato scosse telluriche potenzialmente devastanti, non soltanto per gli esponenti coinvolti e i partiti di riferimento, ma anche per la stessa amministrazione comunale. I pilastri portanti di Palazzo San Giorgio però, seppur traballanti in alcuni momenti specifici, ad  oggi hanno ancora retto: la maggioranza si sente sicura di poter arrivare sana e salva alle prossime elezioni comunali.

Il rientro di Castorina in consiglio comunale non può che rappresentare una potenziale mina, pronta a scompaginare i piani della maggioranza. La notizia è stata commentata con la dovuta diplomazia dai diretti interessati.

“Siamo garantisti fino alla fine, aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso. Mi vedrò con Castorina prima del suo rientro in consiglio comunale per scambiare due chiacchiere. Serve alla città, ai reggini, a Castorina, a tutti insomma, che venga chiarita la situazione al più presto”, le parole del sindaco f.f. Brunetti ai microfoni di CityNow.

“Apprendo dalla stampa una posizione correttamente garantista nei miei confronti da parte dell’attuale Capogruppo Dem in Consiglio Comunale a Reggio Calabria ed una vicinanza da parte del segretario Metropolitano del Pd che apprezzo”, la sintesi di una nota emessa da Castorina nei giorni scorsi.

Dichiarazioni da ‘tarallucci e vino’ che provano a celare la voglia di ‘annusarsi’ reciprocamente, tra i comprensibili timori e l’incertezza relativa a quello che potrà accadere.

Il Pd prima dei due terremoti

Era, a livello locale e regionale, un Partito Democratico completamente diverso quello che accompagnava l’inizio del ‘secondo tempo’ guidato da Falcomatà, uscito vincente dal ballottaggio con Nino Minicuci. Era difficile, ma forse non impossibile, intuire cosa sarebbe accaduto nei mesi seguenti.

Alla guida di Palazzo San Giorgio e di Palazzo Alvaro c’era appunto Falcomatà, oggi sospeso, all’interno delle due amministrazioni numerosi esponenti di rilievo, poi risultati condannati nell’ambito del Processo Miramare. C’era anche Nino Castorina all’interno del consiglio comunale, e non con un ruolo marginale. Si trattava infatti del consigliere comunale più votato del centrosinistra (1510 i voti ottenuti, nel complesso soltanto Milia di Forza Italia con 1675 raccolse più preferenze) nonchè capogruppo del Partito Democratico.

A livello dirigenziale, i dem vivevano una fase più che ingarbugliata, con il lungo periodo di commissariamento che aveva finito con ingessare e immobilizzare un partito che attendeva da tempo un processo di rigenerazione. Falcomatà, da sindaco rieletto, era l’elemento ‘rampante’ dei dem in tutto il sud e già guardava con particolare interesse alla prossima tornata regionale.

Il Pd oggi

E’ un Partito Democratico completamente diverso quello che ‘riaccoglie’ Castorina. La guida dei due enti è finita, non senza sorpresa, ad esponenti fedelissimi di Falcomatà ma che rappresentano altre forze politiche: Italia Viva con Brunetti al Comune, Azione con Versace alla Città Metropolitana.

Scelte forti compiute dal sindaco oggi sospeso nel giorno della sentenza Miramare e che hanno causato frizioni e discussioni placatesi soltanto di recente. Il Pd locale oggi vive una fase di pacificazione, forte anche dei positivi risultati elettorali ottenuti alle ultime elezioni amministrative. L’ultimo successo in ordine temporale, a Catanzaro, è pesantissimo. Nella provincia reggina, seppur senza accompagnare ufficialmente i candidati con il simbolo, il Pd ha sostenuto Giusy Caminiti a Villa San Giovanni, Giuseppe Ranuccio a Palmi e Adone Pistolesi a Bagnara.

E’ tregua anche tra i due big locali del partito, ovvero il segretario regionale Nicola Irto e Giuseppe Falcomatà. Le frizioni risalenti ai mesi che hanno accompagnato all’ultima tornata regionale per il momento sembrano essersi allentate. Il duello interno ai dem era esploso (anche) per una questione di candidature, con Irto che cercava l’appoggio di Falcomatà sulla propria figura, con quest’ultimo che invece ha preferito puntare su Giovanni Muraca.

La guerra fredda tra i due è proseguita sino alle nomine dei due commissari dem (Antonio Morabito al cittadino, Valeria Bonforte al provinciale), scelte che hanno rappresentato una sorta di compromesso e hanno permesso un riavvicinamento nelle ultime settimane.

Castorina e i rapporti romani

“Quale sarà il futuro politico di Castorina ?” la domanda che scatena curiosità. Ad oggi, è complicato azzardare ipotesi. Al di là delle dichiarazioni di facciata, bisognerà capire se il trapianto di organo che costituisce il rientro di Castorina a Palazzo San Giorgio, causerà crisi di rigetto o meno.

Ufficialmente, l’ex capogruppo dem ritorna all’interno dell’Aula Battaglia da consigliere del Pd. Non c’è intenzione da parte del partito locale dell’attuale capogruppo, Giuseppe Sera, di mettersi in mezzo ad una vicenda che coinvolge più i vertiti regionali e nazionali del Pd. Castorina infatti è stato sospeso dal nazionale, e da Roma dovrà arrivare la risposta in merito al pieno reintegro o meno. Nei prossimi giorni, secondo quanto raccolto, Castorina scriverà al segretario regionale Nicola Irto e i vertici nazionali, chiedendo la revoca della sospensione.

Sarà quello il primo bivio che potrebbe causare ripercussioni: il diretto interessato infatti ha già evidenziato in via informale le evidenti contraddizioni che ci sarebbero rispetto ad una conferma della sospensione o (ancora peggio) all’espulsione. “Come potrebbero farlo con me,e invece far rimanere dentro il Pd altri esponenti già condannati?”, ha sospirato ad amici in questi giorni Castorina.

Saranno importanti, in questo senso, anche le consolidate entrature romane dell’ex capogruppo del Pd, particolarmente vicino ad Anna Ascani, sottosegretaria del Ministero dello Sviluppo Economico. La patata bollente è quindi in mano ai vertici nazionali dem: la filosofia del garantismo spesso professata, non dovrebbe fare a pugni con una decisione che apparirebbe (rispetto ad altre simili vicende) incomprensibile.

Scintille (future) assicurate

Se (almeno per il momento) la tregua potrebbe prevalere rispetto a possibili scontri, per il futuro le scintille sono già assicurate. E’ risaputo del rapporto di vicinanza e fiducia che lega(va?) Castorina a Giuseppe Falcomatà. Non a caso la delega relativa alla commissione elettorale e firmata ‘on the road’ dal sindaco sospeso all’ex capogruppo del Pd occupa buona parte dell’indagine sui brogli elettorali.

“Ognuno può esprimere le proprie idee ed i propri pensieri e ne risponde con la propria coscienza. A Falcomatà auguro di rientrare presto nelle sue funzioni istituzionali”. Così Castorina, ai nostri microfoni, si esprimeva sul sindaco oggi sospeso. Linea diplomatica che consente di temporeggiare, in attesa di capire le possibili evoluzioni future.

Al rientro di Falcomatà a Palazzo San Giorgio però, le maschere dovranno essere gettate soprattutto alla luce di uno scacchiere politico che muterà in maniera sensibile.

Sarà certamente un rientro in posizione critica quello di Armando Neri. L’ex vicesindaco da ex fedelissimo è entrato in forte contrasto con Falcomatà, tanto che si può già preannunciare il suo approdo in una formazione di centro, con il consigliere Mario Cardia (attualmente consigliere di Democratici e Progressisti) e altri amministratori locali al suo fianco. Proprio in questi giorni, secondo quanto raccolto da CityNow, Neri e Cardia si trovano a Roma per confrontarsi con esponenti politici nazionali e iniziare ad imbastire un’operazione politica che prenderà corpo nei prossimi mesi.

Una maggioranza che già ha scricchiolato, dovrà salutare anche un seggio con il rientro di Saverio Anghelone. Gianluca Califano, subentrato ad Anghelone e successivamente traghettato in maggioranza, al rientro dei consiglieri oggi sospesi dovrà lasciare Palazzo San Giorgio. Lo stesso Falcomatà, sembra stia covando ‘vendetta’ rispetto ad alcuni rapporti diretti che si sono decisamente modificati negli ultimi mesi.

Al rientro a Palazzo San Giorgio, il sindaco oggi sospeso procederà con un nuovo rimpasto di giunta che avrà anche il preciso intento di stabilire una separazione netta tra chi c’era e chi ci sarà. E anche su chi potrebbe esserci nuovamente: voci sempre più insistenti infatti sussurrano di un possibile rientro di Rosanna Scopelliti, nelle ultime settimane costantemente vicina a Giuseppe Falcomatà.