Consiglio regionale, Irto (Pd): 'Bilancio ingessato, serve rimodulare il Por. Calabria completamente ferma'

Il vice presidente di Palazzo Campanella analizza il momento attuale: “Non si può pensare che la città perda il suo peso politico”

Il Consiglio regionale tornerà a riunirsi il prossimo 27 aprile. Una data che diventa in qualche modo cruciale per l’XI legislatura visto che nella conferenza dei capigruppo si è deciso di mettere all’ordine del giorno tanto le Linee programmatiche del governo regionale targato Jole Santelli, quanto il Bilancio regionale.

Le cronache parlano di una conferenza dei capigruppo intensa con l’opposizione a chiedere di scindere i due momenti e di non portare in aula in una unica seduta argomenti di tale importanza.

Il vice presidente del Consiglio regionale, il reggino Nicola Irto, raggiunto da CityNow non cambia posizione:

“Quello che contestiamo è che si discuta di un bilancio ingessato e che accanto ad esso non ci siano misure di rimodulazione del Por per contrastare l’emergenza in atto. Altre Regioni lo hanno fatto. Noi, invece, abbiamo una programmazione disegnata per una Calabria che non c’è più. Le cui priorità ed emergenze sono cambiate. Per questo è opportuno rimodulare quelle risorse, per dare respiro all’economia calabrese. Già l’abbiamo detto: fare un bilancio così è un fallimento. Non c’è una cabina di regia decisionale e interventi incisivi. Abbiamo anche detto che siamo disponibili a discutere, purché si parta. La Calabria è completamente ferma”.

Ovviamente non solo la Calabria. Un po’ tutto risente delle misure che accompagnano il lockdown. L’attività dei singoli, in tempi di coronavirus, è invece legata alla tecnologia.

In tal senso anche per Irto l’imperativo è

Adattarsi anche al momento complicato che stiamo vivendo, attraverso gli strumenti offerti dai social e le videoconferenze. Stiamo cercando come gruppo regionale e attraverso i circoli di puntare su questo tipo di attività per raccogliere le proposte e i consigli della cittadinanza. Si sta registrando una buona partecipazione ma rimane importante non perdere il collegamento con le persone e con la capacità di proposta. Da questo dramma ci dovrà essere una ripartenza importante”.

Ripartenza che, per esempio la Lega Calabria, ha recentemente ipotizzato, in forma soft, a partire dal 27 aprile.

“La ripresa deve essere concordata col Governo nazionale. Le fughe in avanti sono inutili. Dobbiamo ragionare in un quadro organico, quantomeno di Mezzogiorno. Il Governo lo farà in questi giorni in continuo confronto con la conferenza Stato-Regioni”.

Fughe in avanti vietate – dice Nicola irto – anche in riferimento alla Campagna di comunicazione targata Lega, che ha sollevato un vespaio di polemiche e travolto il vicepresidente della giunta Nino Spirlì che l’ha lanciata.

“Quello è stato uno scivolone. Perché oltre ad essere una cosa sbagliata sul piano istituzionale lo è anche nel merito, con foto di prodotti che non sono certo calabresi. In questo senso spero che la Santelli voglia rispondere all’interrogazione che le abbiamo rivolto. E non è solo un problema di forma. L’agrifood calabrese sta andando bene e se mai bisogna fare uno sforzo collettivo per rafforzare il comparto dell’agricoltura e renderlo forte agli occhi della nazione e con un respiro internazionale. Averlo fatto con un simbolo di partito è anche un danno di immagine per la Calabria e per l’intero comparto”.

Il Pd, assicura Irto, vuole recitare un ruolo da protagonista e trovare un po’ di pace anche a livello locale dopo gli ultimi anni tribolati.

“Il Partito democratico calabrese è in fase di ricostruzione. Dopo le regionali si è aperta una nuova fase e, seguendo il percorso indicato dal segretario nazionale Nicola Zingaretti, si vuole allargare la base storica del partito. Un progetto ambizioso e complesso. Per il momento l’emergenza Coronavirus ha bloccato i congressi a tutti i livelli. Il Pd vive una stagione di rinnovamento che ci fa ben sperare. Un percorso che può ristrutturare il partito e recuperare lo scollamento tra partito e iscritti”.

La questione della rappresentatività territoriale è sempre viva e presente nella nostra Regione. Una questione che tiene vivo il dibattito tanto nella maggioranza quanto nell’opposizione e anche nel Pd, con riferimento alla composizione dell’ufficio di presidenza, c’è stata qualche contestazione.

“Credo che i campanilismi abbiano rappresentato spesso i problemi e le arretratezze alla nostra regione. Se ci dividiamo ne creiamo degli altri, invece io credo che bisogna solidificare l’istituto del Consiglio regionale nella città di Reggio Calabria. Non si può pensare che la città perda il suo peso politico. Sono l’unico reggino nell’ufficio di presidenza e mi pongo l’obiettivo di non fare dei campanilismi una battaglia politica. Ma una cosa è certa, il Consiglio regionale è patrimonio della città di Reggio Calabria”.

Prima di concludere il pensiero va alla nuova grande questione nata attorno all’emergenza sanitaria in atto, e cioè sulla riapertura ai corregionali dei confini, anche per ricongiungersi coi propri familiari.

“Noi abbiamo fatto una richiesta: chi ha la responsabilità di governo deve decidere al più presto. E decida mettendo in conto la possibilità di far tornare i calabresi nella loro terra con un sistema di garanzie, che disponga la quarantena obbligatoria e la necessità di fare il tampone. Non possiamo recitare la parte della Regione che si chiude ai suoi figli. Occorre un piano strutturato, senza fughe in avanti. Fare finta che non esiste il problema e girarti dall’altra parte, non lo puoi fare”.