Falcomatà al fianco della Cgil per il Referendum sul lavoro: ‘Cinque sì per un’Italia più giusta’

Il sindaco di Reggio all'incontro di Polistena: "Il lavoro è speranza, sviluppo e dignità". Critiche a Governo e Regione sulle risorse per infrastrutture e stabilizzazioni

polistena landini referendum

«Per un lavoro più tutelato, dignitoso, stabile e sicuro» anche il sindaco metropolitano, Giuseppe Falcomatà, ha preso parte al dibattito della Cgil sul Referendum dell’8-9 giugno, spingendo per 5 sì ad altrettanti quesiti così come hanno fatto il segretario generale cgiellino, Maurizio Landini, il primo cittadino polistenese, Michele Tripodi, i segretari regionale e metropolitano del sindacato, Gianfranco Trotta e Gregorio Pititto, e numerosi sindaci del comprensorio.

Lavoro, diritti e precariato: il messaggio del sindaco

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Di fronte ad una sala consiliare piena di sindaci, amministratori, cittadini e sindacalisti, il sindaco Giuseppe Falcomatà ha affrontato le tematiche e le problematiche connesse, in generale, al mondo del lavoro.

«Quando si parla di lavoro – ha detto – si parla di speranza, di costruire un futuro su un territorio, di condizioni necessarie ai cittadini per poter restare e per le istituzioni di poter immaginare percorsi di sviluppo sociale, economico e culturale».

Sul tema del precariato all’interno della pubblica amministrazione, per esempio, dal Governo «arrivano soltanto elemosine».

«Lo dico – ha affermato Falcomatà – da sindaco di una città che, in questi dieci anni, ha ridotto a zero il precariato con problematiche nuove, però, che stanno sorgendo a causa di un inspiegabile e incomprensibile conflitto».

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Critica al conflitto istituzionale e all’atteggiamento della Regione

Un conflitto interistituzionale con altri livelli di governo che «indossano una maglia diversa dalla nostra, nonostante noi siamo cresciuti con l’innato rispetto delle istituzioni e che ci obbliga e ci impone, quando rappresentiamo tutti i cittadini, a non guardare le tessere di partito. Evidentemente così non è per tutti».

«Se la seconda carica dello Stato invita a non andare a votare al Referendum – ha aggiunto – è del tutto evidente che, a cascata, ci ritroviamo una Regione, che noi chiamiamo la “Regione straniera”, a riconoscere e poi togliere le risorse per stabilizzare gli Lsu. Un esercizio distorto evidentemente spinto dall’inopinato rapporto del “o sei con me o sei contro di me”».

Infrastrutture, referendum e diritti: una battaglia che parte dai territori

Quindi, Giuseppe Falcomatà ha affrontato «la questione annosa dei tirocinanti, ormai prossimi alla pensione», per poi tornare a riflettere, insieme ai sindaci presenti, rispetto all’incontro avuto, in Prefettura, con il ministro Matteo Salvini:

«Abbiamo presentato il conto al Governo attraverso un dossier, redatto dai nostri uffici, che fa ammontare a 400 milioni di euro le risorse necessarie per la manutenzione delle nostre strade metropolitane, dei nostri ponti e dei nostri viadotti. Ed il tema delle infrastrutture è strettamente legato a quello del lavoro».

«I nostri rilievi – ha continuato – sono arrivati nel momento in cui il Governo incredibilmente taglia, per le strade, il 70% delle risorse previste, a fronte di trasferimenti statali già molto ridotti nel corso degli ultimi anni. Questo, per la nostra regione, si traduce in una sforbiciata di quasi 10 milioni di euro. Invece, si parla di Ponte sullo Stretto, ma scompare l’Alta velocità nell’ambito dei progetti Pnrr. Si tace dei lotti riguardanti il comprensorio reggino per l’ammodernamento e la messa in sicurezza della SS106, non si parla dell’elettrificazione della ferrovia nel tratto jonico e del suo raddoppio. Sono tutte questioni che, naturalmente, noi portiamo avanti con enorme difficoltà e che devono emergere in confronti positivi e propositivi come questo».

Il sostegno della Cgil: Landini plaude all’intervento

Un intervento apprezzato dal leader della Cgil, Maurizio Landini, che nel riconoscere i forti disagi dei sindaci ha parlato di «lavoratori e cittadini vittime di logiche che vanno avanti da 25 anni e che portano il Paese a sbattere contro un muro». Un meccanismo che, nel promuovere i sistemi di appalti e subappalti a cascata, «favorisce la malavita, oltre a creare precarietà». «Con il referendum – ha concluso Landini – vogliamo cancellare leggi sbagliate e aprire la discussione per cambiare una cultura che ha prodotto la svalorizzazione del lavoro».