Falcomatà-Pd, scontro finale. Le parole non bastano: è l’ora della verità
Pochi giorni alla resa dei conti. Il "sindaconsigliere" si salverà in zona cesarini o l'ultima pagina del romanzo durato 11 anni verrà strappata in malo modo?
21 Novembre 2025 - 15:54 | di Pasquale Romano

Diminuisce il sorriso dal volto di Giuseppe Falcomatà. La notte (durata in realtà 4 giorni) ha portato consiglio, il sindaco ha compiuto il primo passo verso il suo partito. Al netto di una nota stampa abbastanza tiepida, è la sostanza a contare. Falcomatà ha intuito di non poter ignorare la dura presa di posizione di Partito Democratico e Rinascita Comune, pena lo schiantarsi della sua amministrazione sul muro del commissariamento.
Dal ‘mi viene da sorridere’ del primo cittadino dopo l’ultimo consiglio comunale, si è arrivati al “sono quindi pronto a incontrare le forze politiche di maggioranza per aprire una nuova fase, come auspicato nell’ultimo consiglio comunale dal gruppo del Partito Democratico, e individuare insieme le modalità migliori per continuare e completare il lavoro portato avanti da questa amministrazione”.
La linea dura della maggioranza
Sin troppo evidente il passaggio chiave che emerge dalla nota stampa del sindaco, ovvero ‘individuare insieme le modalità migliori’. Che tipo di modalità intende Falcomatà? Pd e Rinascita Comune ritengono di aver già individuato la modalità migliore, ovvero l’azzeramento della Giunta. Spazio per compromessi, come già riportato nei giorni scorsi, non ce n’è. O almeno così pare. Il Pd, assicurano dirigenti dem locali, ha il pieno appoggio dei vertici regionali e nazionali nel mantenere la linea dura.
Attenzione ad un particolare: azzeramento della Giunta, secondo il pensiero di Pd e Rinascita Comune, non significa un esecutivo con 7 assessori su 7 nuovi di zecca. Esiste la possibilità per alcune conferme nella Giunta, ma solo dopo un reset totale e successivo tavolo di coalizione, con una scelta per le postazioni che deve arrivare dalle singole forze di maggioranza.
Le parole del sindaco Falcomatà quindi, non bastano. Questo almeno è il pensiero, sussurrato, da alcuni dirigenti del Partito Democratico. Serve una reale volontà del primo cittadino, un ultimo ‘regalo’ all’amministrazione prima di dire addio a Palazzo San Giorgio, rispetto alla richiesta di Pd e Rinascita Comune di azzerare la Giunta e ricostruire insieme, pezzo dopo pezzo, l’esecutivo che Paolo Brunetti accompagnerebbe all’appuntamento con le elezioni della primavera 2026.
Il primo cittadino, negli ultimi giorni, secondo quanto raccolto avrebbe cercato una sponda sul nazionale, in particolare attraverso un dialogo con gli esponenti dem Alessandro Alfieri e Nico Stumpo. Dialogo che avrebbe avuto esito interlocutore, con gli ‘intermediari’ di Falcomatà che avrebbero rimesso ogni questione e frizione locale ai vertici regionali del Pd. Vale a dire Nicola Irto.
È una battaglia politica fatta di scelte attuali ma che celano dinamiche e strategie in vista delle prossime elezioni comunali in riva allo Stretto. Una battaglia fatta anche di orgoglio e volontà (o necessità) di non poter tornare indietro dopo i passi già compiuti. Non si possono certamente rimangiare quanto affermato con forza, e ribadito più volte, Pd e Rinascita Comune.
Anche nel corso dell’ultima puntata di Live Break, in onda ieri, il capogruppo Filippo Quartuccio ha sottolineato che è necessario l’azzeramento della Giunta per evitare che i 7 consiglieri di maggioranza, previo accordo con i colleghi di centrodestra, non si rechino dal Segretario Generale per rassegnare contestuali dimissioni, che significherebbe immediato scioglimento dell’amministrazione.
Anche se non espresso con la stessa chiarezza, il pensiero dei gruppi Red (ovvero Carmelo Versace e Nino Castorina, con l’assessore Filippo Burrone che preferisce non prendere parte alla battaglia) e Dp (Nino Malara e Giuseppe Nocera) sarebbe simile a quelle dei 7 consiglieri ostili, con richiesta a Falcomatà di azzeramento e rimodulazione della Giunta.
La palla avvelenata passa al cdx
Quali invece le idee del centrodestra, decisive per giungere al numero di firme necessarie per sciogliere l’amministrazione comunale?
La volontà dell’opposizione sarebbe quella di rassegnare le dimissioni dopo aver modificato lo statuto relativo alle circoscrizioni, per come confermato nel corso di Live Break dal consigliere della Lega Armando Neri. In questo caso però sarebbe una corsa contro il tempo, con le modifiche necessarie -tra approvazioni e tempi burocratici- che potrebbero non andare d’accordo con l’imminente decadenza del sindaco Falcomatà, che avverrà la prossima settimana.
Pochi giorni e si arriverà alla definitiva resa dei conti, lo scontro finale tra Falcomatà e il Partito Democratico, dal cui esito si sposteranno inevitabilmente equilibri futuri e leadership interne. Le vie della provvidenza (specie in politica, e in particolare quando si tratta di poltrone da mantenere) sono infinite: da capire se anche in questa occasione il sindaco ‘Highlander’ saluterà in modo coerente, salvandosi in zona cesarini, o se l’ultima pagina di un lungo romanzo durato 11 anni verrà strappata in malo modo…
