Il Miramare 'entra' a Palazzo San Giorgio: scintille assicurate. Smentite dimissioni di Falcomatà

L’Aula Battaglia sarà nuovamente teatro di scontro tra maggioranza e opposizione. Domani l'annuncio di una manifestazione in piazza?

Quello di sabato 12 novembre sarà con ogni probabilità un consiglio comunale particolarmente infuocato. L’approvazione di alcuni debiti fuori bilancio e la (seconda) sostituzione del consigliere Nino Castorina con Ersilia Andidero i punti all’ordine del giorno, tematiche che saranno affrontate ma allo stesso tempo spazzate via dalla vicenda Miramare.

La sentenza d’appello arrivata pochi giorni fa, con la nuova condanna per Falcomatà e gli assessori del primo tempo, entrerà a gamba tesa dentro l’Aula Battaglia, che sarà nuovamente teatro di scontro tra maggioranza e opposizione. Il primo tempo si era giocato qualche mese fa, uno spettacolo decisamente poco edificante, con lo striscione esposto dai consiglieri di centrodestra e strappato in modo irruento dal consigliere di maggioranza Merenda.

Nelle ultime 48 ore, diversi i comunicati in sostegno di Falcomatà, a partire dal Pd locale, mentre a livello nazionale nessun esponente o partito di centrosinistra si è espresso ufficialmente. Si attendono invece segnali dal centrodestra, sino a oggi silente. A livello nazionale, ieri sono arrivate della senatrice e assessore regionale Tilde Minasi.

“Reggio necessita di una guida capace, lungimirante, preparata e fattiva per poter rifiorire. Dunque, alla luce dei fatti e dello stato di degrado e abbandono in cui il Comune versa e che nessuno può negare, in quanto sotto gli occhi di tutti, l’unica strada da percorrere sono nuove elezioni. Non c’è più tempo da perdere”, le parole di Tilde Minasi, prossima a essere sostituita all’interno della giunta regionale, complice l’incompatibilità con la carica di senatrice.

Oggi è arrivata la bordata da parte di Francesco Cannizzaro, che chiede a Falcomatà un passo indietro per il bene della città.

“Reggio non ha di che resistere. La resistenza per come la interpreta il sindaco eletto, va chiamata per quello che è: egoismo. Personale e politico. Non c’è altro modo per definirla. La vera resistenza la sta facendo lui che, contro la volontà della stragrande maggioranza dei reggini, detiene le chiavi di una città imprigionata al volere di pochi, pochissimi.

Ecco perché Falcomatà non può lanciare appelli di quel genere… Proprio lui che, invece, ha una responsabilità immane (diretta e indiretta) rispetto al disastro generale in cui versa oggi una delle città più belle d’Italia. Potenzialmente. Il Sindaco, deve mollare la presa, costi quel costi, per amore della Città, della Democrazia, della Libertà”, il pensiero del deputato reggino di Forza Italia.

Il centrodestra locale terrà una conferenza stampa nella mattinata di domani, pochi minuti prima dell’inizio del consiglio comunale. Possibile che i consiglieri di opposizione annuncino una manifestazione pubblica in piazza per chiedere le dimissioni di Falcomatà (tecnicamente possibili, anche se si stratta di un sindaco sospeso) al contempo non è da escludere la presentazione in consiglio comunale di una mozione di sfiducia.

Ipotesi che saranno confermate o smentite domani, nel corso della conferenza stampa. Intanto nelle ultime 24 ore era circolata una voce che voleva Falcomatà vicino alle dimissioni, con il Pd intenzionato a far cambiare idea al sindaco sospeso e proseguire con l’attuale amministrazione evitando così il ritorno alle urne.

Rumors, secondo alcuni beni informati, partiti da un esponente della giunta. Voci però che ai nostri microfoni sono state bollate come fake news e smentite categoricamente, sia da esponenti dem locali che da alcuni fedelissimi del sindaco sospeso. La verità è da ricercarsi nell’esatto opposto:  come scritto in altre pagine del nostro giornale, Falcomatà, seppur scosso, sta già valutando tutte le strade possibili per rientrare il prima possibile a Palazzo San Giorgio.