Processo Miramare, Neri smentisce Marcianò e attacca: 'Mi ha deluso, pensava già alla sua carriera'

La ricostruzione fatta durante l'udienza di ieri è in netta contrapposizione con quanto dichiarato da Angela Marcianò. Il 'mistero' della firma

Angela Marcianò? La conoscevo”. Basterebbe questa lapidaria risposta dell’ex Vicesindaco Armando Neri per intuire quanto la vicenda Miramare abbia innalzato al massimo i livelli di tensione con Angela Marcianò. Nel corso dell’udienza tenutasi ieri presso l’aula bunker di Reggio Calabria, Neri ha risposto con dovizia di particolari in relazione ai rapporti di amicizia che lo legavano all’ex assessore ai Lavori Pubblici, e dei (pessimi) rapporti tra Angela Marcianò e il resto della giunta.

Il processo, con l’accusa a Falcomatà e alla giunta di allora di abuso d’ufficio e falso nel procedimento curato dai pm Walter Ignazitto e Nicola De Caria, è incentrato sulla celeberrima delibera del 2015 che vide l’assegnazione diretta del Miramare all’associazione ‘Il Sottoscala’ a Paolo Zagarella, amico\conoscente di Falcomatà.

Le conversazioni tra Neri e Marcianò

Armando Neri Consiglio Metropolitano (28)

L’elemento importante emerso durante l’udienza di ieri è l’acquisizione agli atti di una ulteriore chat Whatsapp tra Neri e Marcianò. Conversazioni che sono una conferma eloquente della situazione incandescente del 16 luglio e che sembrano smentire la versione di Angela Marcianò, che aveva sempre affermato di aver lasciato Palazzo San Giorgio attorno alle 18 del 16 luglio perchè in disaccordo con le decisioni della giunta.

“Grazie per avermi lasciata sola a rispondere a queste serpi..appena esci tu ripartono in quarta” scrive Marcianò a Neri alle 20.47, inviando lo stesso messaggio al sindaco Falcomatà. Qualche minuto prima, un altro messaggio inviato a Neri: ‘Dove ca..o ve ne andate in momenti come questi?’, ‘Non ti muovere. Arrivo’, la risposta di Neri a stretto giro di posta.

Le ‘serpi’, su precisa domanda del p.m. De Caria all’ex vicesindaco, sono gli altri assessori della giunta.

“Credo si riferisse ad alcuni assessori o membri della maggioranza, Marcianò veniva attaccata per il suo modus operandi. Spesso anticipava i comunicati stampa relativi ad alcuni lavori, come ad attribuirsi i meriti, e questo dava fastidio ad alcuni. Politicamente era individualista”, la risposta di Neri.

La ricostruzione fatta durante l’udienza di ieri è quindi in netta contrapposizione con quanto dichiarato da Angela Marcianò. Invece che abbandonare Palazzo San Giorgio attorno alle 18, l’ex assessore ai Lavori Pubblici sarebbe rimasta sino a sera, seppur con alcune pause e spostamenti in altre stanze dell’edificio.

Circostanze (in contrasto) che potrebbero far luce in modo decisivo sulla firma di Angela Marcianò presente sulla famosa delibera di assegnazione diretta e che la stessa sostiene essere stata contraffatta. Le domande del p.m. De Caria si concentrano sui passaggi solitamente relativi a questi atti, che prevedono l’approvazione per unanimità della giunta. In caso di assenza di un assessore, si prende nota di chi non è presente al momento dell’approvazione mentre non è previsto il ‘voto contrario’.

Il commento di Neri sulla condotta di Angela Marcianò non lascia spazi a interpretazioni.

“Ci rimasi male da amico del suo comportamento. Forse si stava già costruendo il suo futuro politico. I fatti, con il tempo, mi hanno dato ragione”.