Reggina, il racconto di un giovane imprenditore: ‘La mia verità, pochi mezzi, cuore ed onestá’
Tonino Quattrone racconta la sua verità, passo dopo passo, di quanto successo negli ultimi 49 giorni
10 Settembre 2023 - 08:46 | Comunicato
L’imprenditore reggino Tonino Quattrone racconta ai suoi concittadini l’impegno profuso, insieme ad⅔ altri colleghi, negli ultimi due mesi circa per tentare, fino alla fine, di “salvare la Reggina”.
“Il pettegolezzo. Il pettegolezzo nasce dalla capacità di prendere un dato oggettivo, una parziale verità ed assemblarlo con congetture e supposizioni personali. Nella totale libertà di ognuno ed assistendo alla costante crescita di tali pettegolezzi, mi sono permesso di fare da promotore di una storia, colma di alcuni dati oggettivi, al fine di ridurre, non pretendendo di eliminare, data la nostra natura, tale vezzo. Ed illudermi ancora di poter remare tutti verso la stessa rotta.
Sono Tonino Quattrone, piccolo imprenditore reggino, titolare di alcune attività da sempre partner della Reggina.
Quando ancora si stava lottando per il Tar, apprendo direttamente da alcuni membri dello staff della Reggina (ndr sono il responsabile impianti tecnologici, e fornitore, in compensazione GRATUITA, di tali impianti e le maestranze ad esse connesse) che non stanno percependo lo stipendio. In quei giorni si annuncia il cambio proprietà, inaspettato dai più, a favore di Manuele Ilari.
Si susseguono le visite al mio negozio di tanti ex dipendenti, che mi dicono di star male, non avere soldi per gli affitti. Non ci riesco a non fare niente. Anche se mi riprometto sempre di infischiarmene, non riesco. Nella mia testa la necessità di fare un piccolo sforzo “E se lo chiamassi?” pensai. Scrivo su LinkedIn, mando un messaggio, mi risponde con il numero. Ci sentiamo, cortesissimo, mi spiega il suo progetto, spiego che il mio interesse sono gli stipendi. Mi comunica dopo 10 minuti, che con i soldi residui del conto ha pagato Pino V., dipendente Reggina, ma non ci sono i soldi per la cooperativa. Chiedo conferma alla persona, che mi conferma il giorno della manifestazione al Granillo. Chiedo la disponibilità di Manuele Ilari a raccogliere i soldi per pagare gli stipendi con piccoli contributi dei cittadini, mi dà il suo assenso.
Un rapporto normale, di una persona che nel raccontarmi LA SUA verità mi invia screenshoot per testimoniare tale bontà.
Ricevo una comunicazione che mi invita a rimuovere il post sulla raccolta fondi, e di interrompere le comunicazioni in merito agli stipendi della cooperativa. Mi si dice che potrei fare danni alle trattative in corso, di avere pazienza che chi di dovere sta lavorando. Mi sento in colpa. Mi sento fuori luogo. Rimuovo tutto e chiedo scusa.
Tento di metter pace tra la tifoseria ed Ilari, per favorire la cessione da parte di quest’ultimo, intimorito dalle pressioni della nostra città. Faccio una chiamata a tre con Manuele Lubrano e Manuele Ilari. Si chiariscono, entrambi ringraziano. Durante la chiamata passa per caso dal negozio Salvatore Maio, mi dice che mi stima per quanto faccio, senza sbandierarlo e vantarlo ai quattro venti. Grazie Salvo dico io.
In quel momento si configurano situazioni strane, 20000 telefonate, messaggi, le persone più svariate mi chiamano a tutte le ore per offrirmi ruoli ovunque ed in ogni acquirente o prominente. Io rifiuto ogni proposta. A tutti chiedo “Se siete interessati, pagate quei maledetti stipendi, c’è gente Rovinata, mandate un segnale”.
In fondo eravamo ancora in ballo per la B e qualcuno inizia a dirmi “Il tuo amico non vuole vendere, c’è un acquirente”. Chiedo a Manuele e mi dice che le proposte non sono pervenute, se non tramite uno Studio. Tutto documentato con mail e screenshot, ad ogni domanda postami dai molteplici terzi che mi chiedevano, Risponde sempre con fatti documentali.
Le interlocuzioni con me continuano, parliamo e scriviamo tanto, ma si interrompono con altri. Manuele in seguito mi dirà “A differenza degli altri sei stato gentile, mi hai concesso il beneficio del dubbio senza aggredirmi”, ma io di tutto questo in quel momento non ne so nulla, se non per una chiamata di una persona, che non nomino su sua richiesta, persona con cui spesso ci confrontavamo sui se ed i ma, che mi chiedeva “Vedi che dice su questa proposta”, e Manuele mi rispondeva sempre con verità assoluta suffragata da foto.
Mi chiede di recarmi da lui, sul versante ionico, una domenica pomeriggio. Recupero una moto per andarci, dato il traffico del mare, e mi racconta che si interrompevano trattative perché Ilari non voleva più vendere e non rispondeva al telefono. Cosa a me non nota perché a me rispondeva. 3 ore e mi confronto con altre persone che non conoscevo, facendo ragionare tutto e tutti, su tutto e su tutti, con pacatezza e cortesia invidiabile, rasserenando gli animi. Tutto in rigoroso silenzio e senza media a saper nulla. Sono un po’ fiero di me.
Dopo giorni, la mail della proposta passa dalla mia mail personale verso Ilari. Tutte le parti mi nominano intermediario, a titolo gratuito, per favorire la trattativa. Che si sarebbe conclusa dopo la vittoria al consiglio di Stato con la cessione. Nella mail specifico la gratuità perché penso “Un domani si parlerà pure male in questa città”.
Tutto termina perché il Consiglio di Stato sancisce ciò che sappiamo, sebbene io abbia continuato a pensare, che nonostante magari Ilari fossi con pochi mezzi, ingenuo o affiancato da qualcuno, come dicono i giornali, che fosse una brava persona. Mentre scrivo, mi ha chiamato per sapere come sto e quando vado a trovarlo a Roma (non credo abbia interessi ad aggiustare qualche telefono o fare una linea internet da me!).
Il giorno della manifestazione allo Stadio, incontro Salvo Presentino, presidente di Confindustria Giovani, che mi chiede informazioni in merito. Io esplicito la volontà, di un minuscolo imprenditore come me, rispetto ai grandi presenti, di riunirci insieme, ognuno per capacità e volontà economica, in un progetto “Reggina ai Reggini”, specificando che soli non si va in nessun posto. Da quel momento iniziamo a sentirci saltuariamente per avere reciproche notizie. Egli stava organizzando un tavolo con i Giovani di Confindustria per capire se vi erano i presupposti di procedere soli.
Nel frattempo, un mio collaboratore, Cristian De Simone, riceve una telefonata da parte di un suo ex collega, che dice che vuol parlarmi per la Reggina. Ci parlo, resto stupito della sua bontà, e mi dice di voler contribuire alle cause da me proposte con una quota di 100.000 €. Continueremo a sentirci per tutto il progetto senza mai incontrarci fino alla conclusione dei fatti, con attestazioni di sostegno reciproco per quanto viene fatto in città. La persona era Francesco S. di 2F Motors s.r.l.
Nel contempo, segnalato da Massimo Taibi, conosco Antonio di MyEnergy, il quale, arrivato a Reggio incontro per un caffè. Mi esprime le sue idee, stupende a mio modo di vedere, perché potrebbero offrire, seppur con risorse più scarne dei grandi magnati italiani (37milioni di fatturato di gruppo su 9 aziende!) sostenibilità ad un progetto, alimentato dal sole che è stato donato a questa città. Mi piace. Mi entusiasma.
Penso di poter far unire le due idee, ma la volontà ferrea di cambiare la dirigenza sportiva della Reggina da parte dei giovani di Confindustria e la necessità da parte di Antonio, oltre che mia per stima umana (della parte sportiva ne capisco poco!) di tenere Massimo, non creano incontro.
Antonio attraversa vari momenti di scoramento per aver girato in lungo ed in largo la nostra provincia senza trovare partner validi e solidi. Sto per cedere anche io. Ma non posso. Ricevo 10000 telefonate al giorno, ognuno vorrebbe sostenermi in qualche modo, tanti tifosi vogliono donare il più possibile per darmi una mano.
Ricevo quindi una telefonata, da parte di una persona conosciuta nell’epoca di Ilari, che mi dice che aveva ottenuto appuntamento da Bandecchi alle ore 15:00 del 6 settembre 2023 (1 giorno prima della scadenza del bando) in cui chiederà di salvare la Reggina, senza suo interesse, a suo dire. Gli credo. Gli dico che proverò a sostenere integrazioni con altri imprenditori.
Lo stesso Bandecchi scoprirò in seguito che era stato contattato da molteplici parti, istituzioni, privati, cittadini con la stessa richiesta di aiuto. Quando ricevo la telefonata dell’intermediario, e Stefano Bandecchi era al telefono con il suo amministratore, salto dalla sedia, ero al negozio a lavorare normalmente, ma sono agitato. Emozionato ed in tensione. Fremo.
Pensavo “La Salviamo, se dice si la salviamo!” E dice si, anzi mi dice “Devo fare un video per comunicare a tutti il nostro interesse”, ed io rispondo “No, sennò esplode la città” e lui, come è ovvio per un personaggio passionale ed empatico come Lui, lo fa!. Wow. Abbandono clienti e collaboratori, chiedendo scusa. Chi c’era mi esorta “Ci stai salvando”.
Io sono fiero di me. E voglio raccontarlo ai miei figli per renderli fieri del proprio papà, ma non c’è tempo. Corro a palazzo San Giorgio per raccontare l’accadimento. Sento nel tragitto Antonio, che mi dice di esser nei paraggi. Il sindaco Brunetti ed il consigliere Latella, raccolgono con piacere l’informazione e mi dicono di saperne già qualcosa. Antonio si unisce alla conversazione su mio invito, ed inoltre sopraggiunge anche Jo Scuncia, che in precedenza mi aveva già dato la sua disponibilità a partecipare con le sue forze, senza promettere mari e monti, ma con tanta voglia di fare. Ovviamente avevo incluso anche lui nei miei pensieri, ma non era li chiamato da me, ma segnalato da terzi anche lui! Incontro casuale, ma stesso scopo.
Andiamo avanti con la discussioni in cui io cito nomi, fatti, circostanze e dettagli degni dell’ispettore Derrick. Quindi chiamo l’amministratore delegato di Unicusano, che spiega le motivazioni espresse dal Presidente Bandecchi, specificando gli importi necessari e che avrebbe accolto anche 10/20 persone per il 50% da lui non rilevato. Poco tempo per fare scelte, tanti piccoli imprenditori si negano, ed in questo poco tempo si da spazio alle storie di ognuno. Jo mi racconta cosa hanno fatto lui e Salvatore Maio in questi giorni, parlando con i giovani di Confindustria e tentando anche loro di far rapportare con Antonio MyEnergy gli stessi. Fino a quel momento nessuno sapeva cosa avessero fatto gli altri.
Quindi si paventano le quote.
30% MyEnergy, dopo consulti vari, 10% 2F Motors, con estremo rispetto della parola espressa tanto tempo prima, ed un 10% si voleva dare a Lamberti Castronuovo, che si era reso disponibile a partecipare con qualsiasi cordata. Quest’ultima parte non si verifica perché lo stesso, chiamato in tarda serata (alle 23:30, e mi ha pure risposto al telefono, quindi già solo per questo gli dico grazie!) mi dice che non parteciperà per le minacce subito nella giornata, per un probabile fraintendimento delle sue parole nei giorni precedenti. Ci aggiorneremo domani, mi dice, pertanto mi trovo sul baratro. Ed ora?
In tutto questo si paventano ipotesi. Chi contattiamo a mezzanotte? Chi parteciperà?
Ed è li che ci guardiamo in faccia e ci diciamo “Bandecchi ci ha dato un’opportunità, noi ora ci uniamo, nonostante pensieri e visioni diverse, mettiamo tutto da parte per la città.
Salvatore Maio con altri imprenditori reggini fondò in precedenza una cooperativa. Mi dice entri anche tu, che in precedenza con conoscevo tale attività, e nonostante i nostri piccoli fatturati, ci lanciamo in un’avventura ostica e forse ostile. Ma ci sentiamo in dovere di farlo. E lo facciamo. Pensiamo “Partiamo noi tre adesso, e poi in questa faremo entrare tutti quelli che lo vorranno, ognuno con le loro possibilità.” Wow. Per dialettica, scegliamo la presidenza “Honoris Causae” ai due oratori di questo Pazzo Team, Io e Salvatore appunto. I due pazzi che lavorano nello stesso settore per giunta, che mettono da parte personalismi e qualsiasi voglia di apparire, per un bene comune. WOW.
Chiedo aiuto ad un amico avvocato, non solo per amicizia, ma per i suoi titoli e le sue competenze, l’Avv. Luca de Salvo, con Master in Management Sportivo. Passo a prenderlo all’1 di notte (grazie ancora Luca e chiedo scusa alla tua famiglia!) ed andiamo al mio negozio. Stiliamo, scriviamo, integriamo con i progetti già esistenti di MyEnergy. Alle 3 sono tutti stanchi, io non dormo da tanto ore, ma ancora ho il sangue bollente, devo scrivere altro, e mi permetto di dire “Andiamo via e continuo casa”. Lavoro fino alle 6:16, per costruire quel poco, poi definito “Meno articolato”. Nei punti scrivo uno che mi stava particolarmente a cuore, la vigilanza, in cui avevo dedicato un posto ad un rappresentante dei collaboratori, un posto per i sindaci, un posto per il rappresentante dei tifosi, un posto per il rappresentante degli sponsor (siamo sponsor con 4 aziende dall’epoca di Foti!).
La notte prima avevo chiesto all’amico Clemente Mazzu se si potesse fare il rogito con procura il giorno dopo presto. Mi dice che farà il possibile. E con tutti sti documenti, con ciò che serviva per la FIGC, dopo una doccia rapida E SENZA AVER DORMITO, ma c’è il notaio. E subito pure.
I miei figli, nel breve momento di rientro per la doccia, mi dicono che sono fieri di me, e che mamma gli ha raccontato cosa stavo facendo e cosa aveva sentito. Sono fieri di me. Piango a dirotto e sono fiero anche io.
Chiamate durante tutti i tragitti, pareri, suggerimenti, dubbi. E quindi ci troviamo dal notaio al quinto piano. Alcuni soci non si conoscevano. L’eccelso Francesco di 2F lo incontro li, dopo le ore al telefomo.
Scriviamo sulle gambe li in sala d’attesa e le persone ascoltavano e ci dicevano “ce la farete, grazie per ciò che fate”.
Il buon Clemente ci supporta per lo statuto, con il contributo di tutti gli avvocati di MyEnergy telefonicamente, di Luca de Salvo, degli avvocati di Unicusano, ma soprattutto grazie al fantastico supporto di Fabio Stefanelli, eccezionale amministratore Delegato di Unicusano, che non solo mi supporterà, ma sarà in contatto costante da quando Bandecchi gli affida questo onere, o onore. Sarà lui a depositare in FIGC, al termine del rogito, l’iscrizione. E grazie al fantastico lavoro di Domenico Stilo, commercialista, che in pochi minuti dopo il rogito, fa di tutto per darci la partita iva, possiamo finalmente aprire la PEC, requisito necessario per creare un’azienda solida.
Avrete inteso che non avevamo costituito un ASD, un’associazione sportiva dilettantistica, ma un SSD a.r.l., una Società Sportiva Dilettantistica a responsabilità limitata.
Alle 12:59 mandiamo la mail. A dire manderemo la pec 16 volte, perché non ricevevamo conferma della avvenuta consegna.
Quindi prendiamo un caffè vicino al notaio. Ci guardiamo in faccia. Ci diciamo “Beh siamo magari poveri, magari pazzi, ma un segno alla città lo abbiamo dato”.
Anziché lamentarci delle situazioni, abbiamo tentato ognuno di risolverLe, ognuno con mezzi, amicizie, con tempo e famiglie lasciate a casa, soci, nel mio caso Fabio Nicolò e Tonino Petrulli, lasciati con tutte le incombenze al posto mio, clienti ed amici pazienti a cui non ho risposto (chiedo scusa a tutti!).Tutto con cuore, un pizzico di pazzia, e tutto per Reggio Calabria, la Reggina.
Poi è arrivato l’esito, e con sportività, lo accolgo e lo commento. Specifico pure che il consigliere oggetto del contenzioso giornalistico, Gianluca Califano, è un mio caro amico, e non ne sapevo nulla fino a quel momento. Anche lui si sarà speso in silenzio per trovare la sua soluzione. A quel punto mi sento in dovere di andare alla conferenza della Fenice, e mi presento ai “colleghi”, offrendo un supporto per l’immediato futuro, concreto come gli impianti tecnologici di cui mi occupo, in modo, come da sempre fatto, gratuito.
Torno a casa. Scrivo e leggo, qualcuno legge le bozze, magari un amico come Filippo Ferreri, che mi dona il suo grazie per avermi fatto dimenticare che Reggio puzza, ma non di spazzatura, di persone.
Ed adesso ho qualche dovere, qualche obbligo per chi, in questi 49 giorni, riassunti, mi ha supportato e sopportato, nonostante tutto e tutti. Grazie a tutte le aziende che anticipatamente mi avevano dato fiducia, offrendo enormi sponsorizzazioni per la serie D, alle persone comuni per le attestazioni di stima, anche a chi mi ha chiamato e mi ha detto di “Lascia stare che non è cosa tua”, a chi mi ha criticato in bene o male, ai miei stupendi clienti che hanno vissuto in prima persona e molti assistito alle migliaia (non esagero) di telefonate, alla mia famiglia tutta che ha sopportato qualsiasi cosa, ai miei amici VERI, ai miei collaboratori stupendi che mi supportano in tutto, non solo nelle attività che gli garantiscono lo stipendio, a Massimo Taibi, che mi ha detto “se servirà farmi da parte per il bene della città, lo farò”, ed ai giornalisti seri (perché credetemi che ce ne sono!), ai sindaci ed ai politici che ci hanno comunque supportati, nonostante l’esito.
Infine, non per importanza, a Stefano Bandecchi per l’infinito onore di rappresentarlo, a Fabio Stefanelli, per il suo supporto, infaticabile. Quindi a tutti i compagni di viaggi Reggini, che mi hanno fatto recuperare un briciolo di stima in questa città. Ma solo un briciolo di stima.
Forza Reggina.
P.S. I fatti e le persone citate sono ovviamente inventati. Come sarebbe possibile credere che sia la verità sia basata di cuore, pochi mezzi, passione ed onestà? Non in questa terra. Meglio credere al pettegolezzo. Ci verrà più semplice e più naturale”.