Reggio - Task force anti Covid, programma operativo diviso in 3 gruppi: obiettivo tracciamento

Si lavora per reperire nuovi posti letto in residenze e Covid hotel. La Task force assume una grande rilevanza strategica

Decongestionare il Grande Ospedale Metropolitano, creare una rete di sorveglianza attiva, e dare una voce unica alla Task force. Su questi tre obiettivi sta continuando ad operare la Task force anti Covid nata, su iniziativa del primo cittadino Giuseppe Falcomatà, per alleviare i disagi della seconda ondata pandemica che sta facendo della Calabria una delle zone rosse della prima ora.

CAOS SANITA’ IN CALABRIA, TASK FORCE REGGINA AL LAVORO

Purtroppo dal giorno dell’emanazione dell’ordinanza ad opera del Ministro della Salute, Roberto Speranza, non si sono registrati sostanziali miglioramenti dal punto di vista dell’adeguamento delle strutture, né, ahinoi, dal punto di vista dei numeri che, in una prima fase, risultavano essere irrisori rispetto alle altre Regioni zone rosse. Anzi, gli ultimi giorni hanno fatto registrare record su record che non fanno ben sperare e aumentano la preoccupazione degli addetti ai lavori e quindi della popolazione. Almeno se non si corre al più presto ai ripari. Le ultime ordinanze del Presidente della Regione facente funzioni, Nino Spirlì, che ha chiesto un ampliamento del numero dei posti letto, insieme al tentativo di sbloccare le assunzioni di personale hanno bisogno di trovare concreta applicazione, nel mentre si attende la nomina del Commissario ad acta per provare a riannodare il filo della nostra disastrata sanità.

Ecco che, in questo quadro desolante, la task force assume una rilevanza strategica. E in questo senso si sta lavorando per rendere efficaci le misure per ora solo teorizzate.

TASK FORCE DIVISA IN TRE GRUPPI

Dopo la riunione d’insediamento che ha tracciato la strada da percorrere, il gruppo dei dodici tecnici, si è incontrato altre due volte. La terza riunione è stata sicuramente quella più produttiva che ha dato seguito a quel percorso inaugurale.

Si sono infatti costituiti tre gruppi di lavoro che dovranno offrire soluzioni e gestire ciò che si programma. Uno di questi si occuperà di prevenzione e comunicazione, affidato alla psicoterapeuta Dominella Quagliata, per avere una voce unica nelle informazioni alla popolazione.

Il primo gruppo si occupa stabilmente e prioritariamente di decongestionare il Grande Ospedale Metropolitano. La strategia adottata dai tecnici è finalizzata alla creazione di Covid Hospital e di Residenze che possano ospitare i pazienti meno gravi. Fa parte di questo gruppo, ovviamente il Direttore sanitario del Gom Salvatore Costarella e l’idea è quella di dare vita ad un tavolo permanente in Prefettura con la collaborazione dell’Asp che fino al momento non ha certo brillato in tempestività. Così nel mentre da Palazzo San Giorgio è partita la manifestazione d’interesse per rintracciare Residenze covid preferibilmente sul territorio cittadino, un primo risultato si è avuto con lo sblocco di Gioia Tauro, dove per ora sono disponibili solo 17 dei 40 posti totali. Un problema non secondario è però rappresentato dallo sblocco delle assunzioni per reclutare il personale occorrente alla struttura della Piana. Ma l’attenzione della Task force è rivolta anche ai presidi di Scilla e Melito, mentre si pensa di attrezzare adeguatamente le case della salute come, sul versante jonico, a Siderno. In ogni caso si pensa che nel giro di un paio di settimane si possa venire a capo di questo rebus. Nessuna competenza invece sugli ospedali da campo che sono di competenza esclusiva della Protezione civile e di Emergency.

TESTING AND TRACING

Un secondo gruppo nato in seno alla Task force si sta occupando di ‘testing and tracing’, ovvero tamponamento diffuso e tracciamento. Quest’ultimo, testato in piccole realtà, sta dando diversi problemi sulle medie e grandi città. Tra queste appunto Reggio Calabria. D’altra parte, nessuno se ne sta occupando, e neanche l’Asp ha trovato forze ed organizzazione per individuare i portatori positivi asintomatici, motivo per il quale non si riescono a spegnere i focolai che si creano in continuazione e prevalentemente su base domestica e non lavorativa.

Per poter rendere efficace ogni tentativo di tracciamento l’unica soluzione al momento appare il ‘network testing’, cioè il tracciamento diffuso. Questo aspetto però non può essere coordinato dall’Asp, ma definito dalla comunità. Il sindaco sembra si stia orientando per un coordinamento interno alla Task force, con il coinvolgimento diretto della comunità reggina: e quindi medici di base, pediatri, farmacisti, biologi, oss, volontariato e Terzo settore, senza dimenticare Caritas, Croce rossa, Misericordia etc..

È opinione diffusa all’interno della Task force che il tracciamento sarà più affidabile avendo il maggior numero di informazioni che devono pervenire da chi è addetto ad eseguire i tamponi. In tal senso si fa strada l’idea di creare un software in cui riversare tutti i dati provenienti dai drive-in e dai laboratori. Solo così ci si potrà dedicare al tracciamento anche attraverso un’opera di persuasione rispetto allo scaricamento dell’app Immuni. Il personale occorrente può venire dal volontariato o attivando i Puc, Piani di utilità della collettività.