Transumanza, tradizione millenaria che la Calabria vuole rilanciare

Il suono dei campanacci, le meraviglie collinari e montane. La transumanza punta ad essere la candidata 2019 nella lista del patrimonio mondiale dell'umanità Unesco

Una tradizione millenaria, rimasta intatta nonostante l’evoluzione dei tempi. Capace di affascinare chiunque possa avere la possibilità e la fortuna di assistere direttamente ad un percorso suggestivo in nome della cultura, dell’identità, della tradizione e della natura.

È questa la storia della transumanza in Calabria, il millenario spostamento delle greggi e del bestiame, mucche podoliche soprattutto, verso il pascolo, cambiando il luogo in base alle stagioni.

In Calabria è una lunga storia che si perde nei tempi delle prime civiltà dei guerrieri-pastori bruzi. Quattro le aree di maggiore interesse nella regione: si parte con il massiccio del Pollino al servizio delle pianure di Sibari e le zone ioniche del Cosentino, quindi l’altopiano della Sila collegato con il Crotonese.

Nell’area centrale insistono gli altopiani boschivi delle Serre per i versanti dello Jonio e del Tirreno, quindi il massiccio dell’Aspromonte per le transumanze della piana di Gioia Tauro e delle valli circostanti.

Gli esempi di questa tradizione sono moltissimi, con particolare rilievo per l’area del Marchesato crotonese collegato al Cosentino. Ad Umbriatico, piccolo centro del Crotonese, la transumanza è una vera e propria festa, con eventi che animano il paese e il comprensorio.

Ogni anno, da metà giugno, oltre 6 mila capi podolici del territorio di Umbriatico si mettono in cammino lungo le antiche vie pastorali della transumanza che portano dalla pianura o altipiano crotonese a trovare campi più verdi in Sila.

A Marcedusa, piccolo paese del Catanzarese al confine con la provincia di Crotone, l’esperienza della transumanza è stata al centro di un evento che, quest’anno, ha coinvolto turisti e cittadini.

Il progetto in questa zona, legata al Monte Gariglione, nel Parco nazionale della Sila, è ambizioso: intanto la realizzazione di un DocuFilm voluto dalla Cineteca della Calabria che ha seguito l’intero rito sia invernale che estivo.

Poi c’è l’idea dell’Amministrazione comunale, tra degustazioni di prodotti tipici e un festival culturale con Marcedusa protagonista quale peculiare borgo rurale di origine arbereshe in cui le aree interne possano cercare il riscatto con la riscoperta e la valorizzazione delle tradizioni.

Il suono dei campanacci, le meraviglie collinari e montane per un habitat unico e indiscutibile, sembrano essere le basi ideali anche per un’altra grande ambizione: la transumanza come ricchezza immateriale, candidata per il 2019 nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità Unesco, a conferma di come questa antica tradizione può indubbiamente rappresentare una straordinaria occasione di sviluppo e promozione dei territori.

fonte: Agi.it