"Provaci ancora, Angela". Marcianò e la voglia di (ri)candidarsi a sindaco

La consigliera comunale di opposizione strizza l'occhio a forze di centrodestra. Prima però da risolvere il rebus Province

Le prossime elezioni comunali reggine, dopo l’assoluzione e il rientro di Giuseppe Falcomatà nell’ottobre 2023, si sono allontanate ma continuano ad aleggiare sopra Palazzo San Giorgio. La scorsa settimana abbiamo riportato di due movimenti pronti a nascere in riva allo Stretto, quasi certamente prima delle elezioni europee in programma a giugno, movimenti riferibili al presidente della Camera di Commercio Ninni Tramontana e alla sindacalista Rosi Perrone.

Ai nostri microfoni, il dottor Lamberti Castronuovo ha dichiarato di aver incontrato entrambi, con la volontà di capire se potrà nascere un vasto polo civico, inizialmente slegato dai partiti tradizionali ma con il vento che soffia chiaramente a destra, in attesa di capire quali saranno le intenzioni della coalizione che perse le comunali del 2020 al ballottaggio con la rielezione di Falcomatà su Minicuci.

Lo stesso Lamberti Castronuovo, dopo aver lanciato un anno fa la propria segreteria politica, ha rallentato l’attività anche complici alcuni problemi di salute come raccontato dallo stesso editore di Rtv. In futuro tornerà il fermento, anche con l’avvicinarsi delle elezioni comunali, ma secondo quando raccolto Lamberti inizia a valutare seriamente ipotesi alternative alla propria discesa in campo in prima persona, con la possibilità di rimanere dietro le quinte o con un ruolo diverso all’interno di un’eventuale amministrazione a lui vicina.

Chi si era avvicinata notevolmente a Lamberti nei mesi precedenti alle scorse comunali reggine, prima di seguire un percorso diverso con la candidatura a sindaco in autonomia, è Angela Marcianò. Buono il risultato ottenuto alle urne, un 14% registrato senza il sostegno di alcun partito nazionale.

Dopo la sospensione e il rientro a Palazzo San Giorgio in qualità di consigliera comunale di opposizione (al posto di Filomena Iatì che l’aveva sostituita, con il rapporto tra le due che nel frattempo si è logorato) Marcianò salvo due o tre bordate nei confronti dell’amministrazione comunale, si è distinta per un’attività puntuale e attenta ma allo stesso tempo lontana da palcoscenici o alla ricerca di facili ribalte.

Un atteggiamento decisamente low-profile, una comunicazione scarna che si limita agli interventi nel corso dei vari consigli comunali, poi ripresi sui social. Ciò non significa però un disimpegno di Angela Marcianò dalla politica o un mancato interesse alle prossime elezioni comunali, tutt’altro.

Secondo quanto raccolto, seppur con movimenti “nell’ombra” e mosse studiate, Angela Marcianò guarderebbe con piacere ad una nuova candidatura a sindaco di Reggio Calabria, questa volta però con l’appoggio dei partiti nazionali. Va da sè che, seppur con un passato da renziana nel Pd, è il centrodestra la collocazione naturale di Marcianò, e i movimenti vanno proprio in quella direzione.

In passato ci sono stati contatti tra la consigliera comunale di opposizione e Fratelli d’Italia, avvicinamenti che però non sono mai sfociati in qualcosa di più profondo. Nelle ultime settimane invece, Angela Marcianò avrebbe avviato un dialogo con la forza di centro ‘Noi Moderati’, presieduto da Maurizio Lupi.  Dialogo favorito dal ‘compagno di banco’ in Aula Battaglia, vale a dire Saverio Anghelone, membro del direttivo provinciale del partito di Lupi.

Non è da escludere in futuro un ingresso di Marcianò all’interno di ‘Noi Moderati’, ingresso che sarebbe propedeutico ai dialoghi di coalizione che dovranno portare il centrodestra ad individuare il candidato sindaco alle prossime comunali reggine. Evidente che il partito di Lupi occupa un ruolo di secondo piano all’interno del centrodestra, ma l’intenzione potrebbe essere quella di lanciare Marcianò come candidata sindaco di Noi Moderati e poi tentare la ‘scalata’ interna alla coalizione.

Tutti ragionamenti che prenderanno forma e sostanza dopo le elezioni europee in programma a giugno, con l’attesa che è soprattutto per i risultati che otterranno Forza Italia (riorganizzatosi dopo il post Berlusconi e forte nei consensi soprattutto al Sud) e Lega, partito dato in crisi e con la leadership di Matteo Salvini che sembra traballare.

Fonti interne al centrodestra non hanno dubbi: il fattore decisivo che sposterà gli equilibri è il ritorno o meno delle Province. Il disegno di legge delega per tornare all’elezione diretta, firmato dalla sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro (Fratelli d’Italia), è quasi pronto ma sarà parcheggiato probabilmente sino a fine estate.

Prima si dovranno attendere le europee, poi capire come procederanno soprattutto i rapporti tra Fratelli d’Italia e Lega dopo le scintille sulle regionali in Sardegna e il terzo mandato. Nell’esecutivo Meloni il principale sponsor del ritorno delle Province è il ministro per le Autonomie, il leghista Roberto Calderoli: “La legge Delrio è la più grossa vaccata nella storia del paese”, le sue parole poche settimane fa ed è complicato non legare questa vicenda all’altro tema portato avanti con decisione da Calderoli, la più che discussa Autonomia Differenziata.

“Mi chiedono di reintrodurre le Province. Io da segretario della Lega ne sono straconvinto. Le Province servono per scuole e strade ed è una battaglia che spero di portare al successo. Se tornassero già nel 2024 sarebbe un segnale di efficienza”, il pensiero di Matteo Salvini, con la Lega quindi pronta a pressare gli alleati nelle settimane successive alle elezioni europee per reintrodurre le province.

Perchè la riforma delle province sposterebbe gli equilibri e potrebbe modificare gli accordi di coalizione alle prossime comunali reggine? E’ presto detto. Se la riforma dovesse effettivamente andare in porto ed essere realtà prima delle elezioni in riva allo Stretto, le poltrone da sindaco si sdoppierebbero: al sindaco del Comune di Reggio Calabria si aggiungerebbe il Presidente della provincia.

A quel punto, sono in tanti a garantirlo, l’accordo sarebbe già vicino nonostante manchi ancora tanto all’appuntamento con le urne (primavera 2026 ipotesi principale, ma il voto potrebbe essere anticipato a ottobre 2025): candidato sindaco del comune che andrebbe dritto nelle mani di Forza Italia, con Fratelli d’Italia che guarderebbe con interesse alla Provincia e Lega costretta ad accontentarsi di una o entrambe le postazioni di vice.

E se invece si dovesse andare al voto con l’attuale sistema, dunque con la Città Metropolitana e una sola poltrona da sindaco? In quel caso, assicurano rumors interni al centrodestra, il piano di coalizione si complicherebbe. Forza Italia, forte del consenso elettorale in Calabria e dell’asse Occhiuto-Cannizzaro-Princi, vorrebbe mettere il timbro sulla candidatura a sindaco ma Fratelli d’Italia con quel tipo di scenario non resterebbe a guardare.

Come in un imbuto, anche l’aspirazione di Angela Marcianò di ritentare la candidatura a sindaco ma stavolta sorretta dai partiti nazionali, sarebbe più complicata da mettere in atto senza la riforma delle province. Senza dimenticare che bisognerà fare i conti con le idee delle forze principali di coalizione (con gli equilibri nazionali da preservare) e con il polo civico pronto a nascere.

Candidatura al consiglio regionale invece un possibile futuro scenario alternativo per la già candidata a sindaco, prospettiva alla quale guardano in tanti, a partire dal vicesindaco metropolitano Carmelo Versace e il consigliere comunale di opposizione Armando Neri.