Operazione Basso profilo, l'indignazione di Morra: 'Da calabrese mi vergogno'

Il Presidente della Commissione parlamentare Antimafia ha commentato l'operazione in cui sono coinvolti amministratori, imprenditori e professionisti della Calabria

Il senatore Nicola Morra ha iniziato la sua diretta Facebook mostrando indignato alcune pagine dei quotidiani nazionali inerenti l’operazione eseguita dalla Procura di Catanzaro ‘Basso Profilo’.

Basso profilo, le parole del Presidente Commissione Antimafia

Nicola Morra

“Grazie alla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, siamo sulle prime pagine di tutta la stampa nazionale” ha esordito il senatore Morra durante una sua diretta Facebook. “Siamo sulle prime pagine perché questa operazione ‘Basso Profilo’, potrebbe essere il modello di tante altre operazioni. Potrebbe essere oggetto di analisi e di studio, perché, anche dallo stesso nome si sta cercando disperatamente di far capire a tutti quanti gli italiani cosa siano le mafie ed in particolare la ‘ndrangheta. Noi siamo stati abituati all’idea che le mafie, agiscano come ci ha insegnato ‘La Piovra’ negli anni ’80, con mitra e fucili. E invece no, agiscono in silenzio. E questa operazione ne è ulteriore dimostrazione.

L’operazione non è soltanto calabrese, altrimenti non avrebbe avuto i titoli principali delle testate nazionali, ma coinvolge Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’UDC, che viene indagato per concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso, coinvolge Francesco Talarico, sottoposto ai domiciliari, assessore al bilancio della Regione Calabria. Ricordiamo per inciso che la Regione Calabria, si è resa già protagonista di tali provvedimenti. Già la procura di Catanzaro aveva sottoposto ai domiciliari Domenico Tallini, ma è già tornato in Consiglio. Nel mentre di una seduta dello stesso, buona parte dei componenti del Consiglio ha applaudito Tallini”.

Il risultato dell’operazione ed il ruolo della ‘ndrangheta

“Ci sarebbe stata movimentazione di capitali riconducibili a riciclaggio per circa 300 milioni di euro. I sequestri operati dalla DDA ammonterebbero a poco più di 100 milioni di euro”.

“Per fare il punto, prosegue Morra, viene indagato il segretario nazionale dell’UDC e la sua abitazione romana viene perquisita, l’assessore al bilancio nonché consigliere regionale, sempre dell’UDC viene sottoposto ai domiciliari, un notaio catanzarese, quindi un pubblico ufficiale, 50 misure cautelari, circa 80 soggetti sottoposti ad indagine per fatti che riguardano “un patto con uomini vicini ai clan per le politiche del 2018.

La ‘ndrangheta non è un’organizzazione a delinquere di stampo mafioso circoscritta o perimetrata negli angusti territori calabresi. La ‘ndrangheta è operativa dappertutto. Fa business e affari soprattutto all’estero ed è capace di muovere capitali in quantità industriali. Questi capitali però non vengono reinvestiti lì dove c’è povertà e bisogno ma vengono indirizzati nei luoghi più ricchi del mondo.

La ‘ndrangheta ha la capacità, così come hai tempi Cosa Nostra o la Camorra, di infiltrarsi, trovando anche il ventre molle dello Stato e della società civile per far soldi.

Morra: “Da calabrese mi vergogno”

nicola morra

“Io voglio fare una riflessione da italiano ma soprattutto da calabrese. Ho iniziato questa diretta Facebook facendovi vedere le pagine dei quotidiani nazionali che dedicavano le loro prime pagine alla Calabria. Questa operazione ha avuto il suo epicentro a Catanzaro, coinvolgendo le cosche Grande Aracri, Bonaventura, Arena della provincia crotonese, le stesse che hanno visto coinvolto anche Tallini.

“E’ possibile che noi dobbiamo interessarci ad un territorio straordinariamente complesso, potenzialmente meraviglioso,  realisticamente fra i più poveri d’Italia e d’Europa in questo momento, per questioni giudiziarie?”.

“Il mio auspicio ed il mio appello va a tutte le forze democratiche, politiche e sindacali affinché di Calabria, e del Mezzogiorno in generale ci si interessi ricordando che le mafie si sviluppano dove c’è mafiosità e la mafiosità ormai la troviamo dappertutto. I capitali vengo accolti molto favorevolmente in tanti Paesi. Questi Paesi, in base alle normative antimafia, dovrebbero recepire la normativa sul riciclaggio al fine di evitare di favorire organizzazioni criminali. Non c’è cosa più schifosa che sdoganare i frutti di un crimine semplicemente perché si ha desiderio di gestire quei capitali.

Vorrei comunque ringraziare tutti gli uomini dello Stato che hanno permesso questa operazione in particolare Nicola Gratteri e il nuovo capo della DDA Vallone.

Speriamo che tutti quanti abbiamo la capacità di promuovere, con la stessa intensità con cui oggi si è condotta questa operazione, un’azione parimenti e finimenti sul versante della prevenzione. Con soddisfazione rilevo il susseguirsi di tali operazioni. Tuttavia sarebbe anche il caso di poter celebrare qualche iniziativa volta a combattere la dispersione scolastica, l’emigrazione sanitario l’esamina di tutte le liste in dettaglio per le prossime elezioni per rilevare la presenza di ‘impresentabili’.

Questo dipende da tutti quanti noi. I partiti possono fare le scelte che vogliono, siamo poi noi elettori che non ci dobbiamo dimenticare.

L’auspicio è che tutti, nessuno escluso, si faccia il nostro dovere. Da componente e presidente della Commissione Antimafia ho il dovere di sottoporre a controllo, secondo criteri giuridicamente accettati dalla Commissione tutti i candidati, ma sta all’elettore prendersi le proprie responsabilità.

Io da calabrese mi vergogno di dover insistere sempre su questi dati. A me piacerebbe parlare di diritti ma non quando vengono calpestati. Però questa oggi è la realtà.

300 milioni di euro di capitali e sequestri per 100 milioni di euro dovrebbero farci intuire che potremmo trovare un’azione vantaggiosa contro la criminalità organizzata. Chiediamo all’esecutivo di far seguire alle parole fatti concreti perché possiamo e dobbiamo fare di più”.