Ponte sullo Stretto, l'ing. Nuvolone difende Villa e avverte: 'Zona non adatta ad un cantiere simile'

I dubbi e le perplessità dell'ing. Paolo Nuvolone, esperto di cantierizzazioni che difende e tutela Villa San Giovanni

“E’ un’opera di altissimo livello al limite delle conoscenze tecniche mondiali e finora mai eseguita”.

Esordisce così l’ing. Paolo Nuvolone ai nostri microfoni nel corso di una lunga intervista sul tema Ponte sullo Stretto. Come noto, il decreto Ponte è stato già approvato alla Camera dei Deputati, ed è pronto oggi per approdare al Senato della Repubblica.

“E’ opportuno parlare di sistema stabile di attraversamento dello Stretto perchè il Ponte è solo una parte dell’opera complessiva che è molto più estesa con decine di chilometri di raccordi stradali e ferroviari. Le opere correlate sono prevalenti dal punto di vista economico rispetto al costo del ponte in sé”.

Laureato al Politecnico di Milano, con alle spalle oltre trent’anni di esperienza sui cantieri in Italia ed in Europa, l’ing. Nuvolone è un profondo conoscitore del territorio reggino.

“La zona interessata, dal punto di vista della conformazione morfologica non è particolarmente adatta ad un cantiere di queste proporzioni. Il cantiere va modulato in modo particolare per evitare di avere un impatto insopportabile. Sicuramente un centinaio di abitazioni andranno abbattute nella zona alta. E’ fondamentale quindi condividere con la popolazione l’intero percorso. Come ha detto bene il sindaco di Villa, la città non può essere ‘la città sotto il ponte’, perchè Villa ha già numerosi problemi. La costruzione deve essere condivisa appieno altrimenti diventa un qualcosa calato dall’alto e non potranno che esserci problemi. La condivisione deve essere ‘eccezionale’ altrimenti è difficile che l’opera possa avere un consenso dalle popolazioni interessate”.

L’ing. Nuvolone critica poi l’assenza dello Stato ed il disinteresse dei vari Governi che hanno ignorato, a suo avviso, le problematiche note di Villa San Giovanni.

Villa è un nodo fondamentale della viabilità italiana sul quale però lo Stato non ha mai investito nulla. La città è attraversata da un traffico pazzesco con problemi di inquinamento e tumori e non si è mai trovata una soluzione in 40 anni mirata ad eliminare o attenuare i problemi”.

L’ing. Nuvolone ricorda poi il terremoto del 1783 che ha devastato il territorio.

“E’ stato un evento unico negli ultimi secoli. La zona subì danni morfologici notevolissimi che in parte vediamo ancora oggi. Per circa due mesi ci furono scosse che modificarono anche la zona di Ganzirri e Messina. Quel terremoto fu una assoluta catastrofe. E in questa zona pare ci si sia dimenticati di quel terremoto e anche di quello più recente del 1908. Le strutture di molti edifici lo dimostrano…”.

Infine un ultima osservazione da parte dell’esperto che dal 1995 lavora nella zona di Cannitello.

“E’ un’opera che si colloca in posti poco adatti alla cantierizzazione. L’intera zona interessata rappresenta un’ecosistema molto delicato e dunque è necessaria la massima attenzione’.