Le conseguenze del duello Falcomatà-Irto: il Pd reggino si spacca, la maggioranza…pure
Sarà una domenica di fuoco: riunione del Pd per decidere sulla mozione di sfiducia, il sindaco 'Highlander' Falcomatà non molla e medita altre clamorose mosse...
15 Novembre 2025 - 22:34 | di Pasquale Romano

Non ci sono soltanto le “Conseguenze dell’amore”, come magistralmente raccontato da Paolo Sorrentino, a indirizzare destini e percorsi. In riva allo Stretto, ad esempio, il centrosinistra e l’amministrazione comunale devono fare i conti con le conseguenze del duello tra il ‘sindaconsigliere’ Giuseppe Falcomatà e il segretario regionale del Pd Nicola Irto. Tenzone iniziata, sottotraccia, ormai un lustro fa…
Irto vs Falcomatà, duello infinito
Dopo anni di tensioni, frizioni e contrapposizioni silenziate, la resa dei conti è esplosa fragorosamente. Le elezioni regionali, con tutto quello che hanno comportato, il big bang che ha fatto esplodere definitivamente la situazione.
“Colgo l’occasione per chiarire pubblicamente che l’azione politica non può vivere ancora in Calabria di unanimismi ed equilibrismi. È arrivato il momento di offrire alla Calabria un’alternativa credibile all’abitudine alle sconfitte”.
La conclusione della nota di Falcomatà in risposta all’attacco frontale del Pd, è la prima vera saetta lanciata dal primo cittadino verso Nicola Irto. Le ostilità, da 48 ore, sono ufficialmente iniziate.
Dalla mancata candidatura alla vendetta incrociata
Gli ultimi due mesi hanno visto susseguirsi una serie di eventi che hanno fatto precipitare la situazione sino all’attuale scontro totale. Dalla discesa in campo di Falcomatà (secondo ambienti vicini ai dem, sponsorizzata e caldeggiata da esponenti nazionali del Pd) e la mancata candidatura dello stesso a presidente della Regione, proseguendo con la rottura tra il sindaco e l’ex fedelissimo Giovanni Muraca, concludendo con la vendetta del Pd che ha lasciato Falcomatà a bocca asciutta di postazioni a Palazzo Campanella e l’immediata reazione del sindaco, con il rimpasto di Giunta e azzeramento dei vertici di Hermes e Castore.
Falcomatà ha ingoiato il boccone amaro, lasciando suo malgrado la postazione di capogruppo dem ad Ernesto Alecci e a Giuseppe Ranuccio quella di vice presidente del Consiglio regionale per l’opposizione.
Il sindaco però proverà comunque ad emergere come leader di coalizione, i primi affondi in tal senso inizieranno quando l’eurodeputato Pasquale Tridico comunicherà ufficialmente l’intenzione di rimanere a Bruxelles. Un assist a Falcomatà, probabilmente inaspettato, è arrivato dal Sindaco di Rende Sandro Principe, uno dei saggi del centrosinistra in Calabria.
Nel corso di un’intervista rilasciata a Ten, il già deputato e Sottosegretario parlando dell’opposizione in Consiglio regionale, ha affermato: “Se rimane Tridico, è giusto che sia lui a guidare l’opposizione. Ma se Tridico, e questo mi lascia un po’ stranito, decide di andare a Bruxelles, bisogna trovare una personalità che guidi il centrosinistra e certamente Giuseppe Falcomatà, che ha guidato per oltre 10 anni una grande città come Reggio Calabria, ha tutti i titoli per farlo”.
Tornando alle bollenti dinamiche interne a Palazzo San Giorgio, come dichiarato candidamente dal segretario provinciale dem Peppe Panetta, dopo il rimpasto attuato da Falcomatà “non esiste più un esecutivo espressione di tutte le forze di maggioranza ma una ‘Giunta del Sindaco’.
Secondo indiscrezioni provenienti da ambienti dem, sino alla nomina di Alex Tripodi e Annamaria Curatola, la rabbia del Pd era ancora ‘gestibile’ e un compromesso tra le parti possibile da trovare. La nomina di Mary Caracciolo, ex capogruppo di Forza Italia, è stata considerata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, in pratica un’umiliazione inflitta dal sindaco al suo stesso partito.
I margini per ricucire lo strappo, ad ascoltare i dem e anche il gruppo Rinascita Comune guidato da Filippo Quartuccio, sarebbero pochi: azzeramento complessivo della Giunta o mozione di sfiducia, questi gli unici due scenari che al momento sarebbero considerati. Anche se qualche altra ‘toppa’ (postazione o incarico per Giovanni Muraca?) potrebbe essere sufficiente per ricucire lo strappo.
L’ipotesi mozione di sfiducia
Secondo quanto raccolto, nella mattinata di domani si terrà una riunione del Pd definita ‘decisiva’ per scegliere se e quanto alzare il livello della tensione: l’attuale livello della temperatura viene segnalato ai massimi livelli, con la mozione di sfiducia che sarebbe l’ipotesi privilegiata.
Considerato che Falcomatà non accetterà mai la proposta di azzerare la Giunta (a costo di far cadere il Comune), va da sè che uno spiraglio bisognerà pur trovarlo se la maggioranza non vorrà andare a casa con 6 mesi di anticipo.
Quali invece i fattori considerati dal primo cittadino per evitare i titoli di coda dell’amministrazione e che hanno reso una possibile una tale dimostrazione di forza con le nomine imposte in Giunta e nelle società partecipate? Non solo la convenienza economica dei vari consiglieri di maggioranza e opposizione.
Certamente, la volontà dei consiglieri di non andare a casa con 6 mesi di anticipo è un punto a favore del sindaco, considerata però l’imminente scadenza elettorale, non è l’unico. Rischia di disorientare l’errata narrazione che vedrebbe un Falcomatà spericolato e incurante delle idee di Pd e centrosinistra perchè, da neo consigliere regionale, non avrebbe interessi a vedere l’amministrazione comunale restare in piedi.
Lo scioglimento del Consiglio comunale sarebbe infatti per tutto il centrosinistra una clamorosa sconfitta, una voragine che rischierebbe di inghiottire anche il futuro politico dello stesso Falcomatà. Come se non bastasse, la campagna elettorale per le prossime comunali dei principali fedelissimi del sindaco (Paolo Brunetti, Carmelo Romeo e Giovanni Latella su tutti) sarebbe pregiudicata in modo forse decisivo.
Falcomatà ha quindi motivazioni a sufficienza per cercare di evitare mozioni di sfiducia e titoli di coda, ma come sarà possibile farlo? Innanzitutto, il sindaco ha dalla sua parte la Giunta (appena cucita su misura come un abito sartoriale) e buona parte dei consiglieri comunali di maggioranza.
Trapela ‘malumore’ all’interno del Pd reggino, rispetto ad alcune vicende accadute negli ultimi giorni. I consiglieri comunali dem non avrebbero infatti apprezzato, o quantomeno condiviso, la durissima nota emessa dal segretario provinciale Panetta contro il sindaco Falcomatà, mentre gli assessori del Pd vicini al sindaco (ovvero Lucia Nucera e Mimmetto Battaglia) non sarebbero stati convocati alla riunione del partito convocata per decidere quali mosse effettuare.
Inoltre, diversi sono i dirigenti degli organismi provinciali del partito che nulla avrebbero saputo, e condiviso, della nota emessa dal segretario provinciale Peppe Panetta contro il sindaco Falcomatà. Segnali evidenti di un Pd reggino spaccato esattamente a metà, tra l’area Falcomatà e l’area Irto. E i vertici nazionali del Pd cosa pensano? Al momento, pare non ci siano stati interventi diretti o intromissioni rispetto alle ultime vicende che vedono protagonisti Falcomatà, Irto e il Pd reggino.
Numeri in Aula e l’incognita centrodestra
Sarà davvero mozione di sfiducia ? Al di là di quelle che saranno le scelte dei dem e delle varie forze di maggioranza, bisognerà quindi convincere i diretti interessati a firmare la mozione di sfiducia o dimettersi dall’incarico. Missione tutt’altro che semplice.
Calcolatrice alla mano, anche senza il Pd e i vari consiglieri delle liste civiche, basterebbe una mozione firmata dai 3 consiglieri del gruppo Rinascita Comune (Quartuccio, Sera e Bongani) abbinata a quelle di tutti i colleghi di di minoranza, per sfiduciare il sindaco. Ma le idee del centrodestra, che sta serenamente avviando una campagna elettorale con il vento in poppa, dopo il netto successo alle regionali, sono tutte da verificare.
Da non tralasciare infine uno scenario ad oggi complicato ma non impossibile, vista la confusione che regna sovrana a Palazzo San Giorgio. Se davvero dalla maggioranza dovesse partire la mozione di sfiducia (che richiede tempi tecnici precisi per essere discussa in Consiglio comunale, ovvero entro 10 giorni dalla presentazione) non è da escludere l’ennesimo coupe de theatre del sindaco Falcomatà, che a quel punto potrebbe rompere gli indugi presentando le dimissioni, evitando così l’onta dello scioglimento.
Lunedi in Consiglio comunale, scenari ed ipotesi (delineati dalla riunione domenicale) saranno chiamati a confrontarsi con la realtà dell’Aula Battaglia. E il sindaco ‘Highlander’ Falcomatà, è pronto a mettere in scena l’ennesima puntata di una storia che lo ha visto traballare infinite volte.
Ma rimanere sempre in piedi, a dispetto del suo stesso partito…
