Regionali Calabria, una settimana al voto: ultima chiamata per un terra in cerca di speranze

Sei giorni ad un appuntamento che deciderà il futuro di una regione in ginocchio, in cerca dell'eterno riscatto

Ristobottega

E’ iniziata la settimana che porterà i calabresi alle urne, chiamati a scegliere il nuovo governo regionale dopo che l’era Santelli si è bruscamente interrotta. Il percorso del presidente f.f. Spirlì ha dovuto fare i conti, oltre alle oggettive difficoltà di un governo senza più la guida prevista, anche con la pandemia che ha stravolto ogni previsione e reso ancora più incerto il cammino.

Il poker di candidati si avvicina all’appuntamento elettorale con diversi stati d’animo. Il sorriso malcelato di Roberto Occhiuto è il timbro di chi sa di avere la vittoria in tasca, e aspetta soltanto l’ufficialità per poter entrare alla Cittadella da presidente. Il centrodestra ha approfittato nel migliore dei modi dell’assist degli avversari, presentatisi alla contesa elettorale spaccati in più parti.


Seppur all’interno della coalizione di Occhiuto non manchino le divergenze (su tutte la minaccia di Fratelli d’Italia di mettere in discussione la vice presidenza ‘automatica’ di Spirlì) l’essersi presentati compatti alle urne è una quasi garanzia di vittoria. Nell’ultima settimana di campagna elettorale, Occhiuto ha battuto sempre e solo un unico tasto, quello della fine del commissariamento della sanità in Calabria. E’ questo il tema simbolo scelto per essere offerto agli elettori quale ‘pegno’ in caso di elezione.

Spera di ottenere quella che sarebbe una vittoria sorprendente invece Amalia Bruni. La scienziata candidata per la coalizione di centrosinistra ha mostrato carattere e passione, non risparmiando stilettate ai tre competitors alle urne. I ritardi e i tira e molla, con le candidature prima di Nicola Irto e successivamente di Maria Ventura saltate, rischiano di fare la differenza con il centrodestra, a maggior ragione se a rosicchiare consensi elettorali ci sono anche de Magistris e Oliverio.


Amalia Bruni, unica donna e unico profilo non politico del poker di candidati, ha voluto sottolineare con determinazione il fallimento della politica calabrese negli ultimi decenni, riuscendo così in un colpo solo a mirare verso il centrodestra e verso Oliverio. La visita recente del leader dei 5 Stelle ed premier Giuseppe Conte il ‘turbo’ ideale per avvicinarsi alle urne e ingrossare le file di sostenitori, da capire se sarà sufficiente per sopravanzare Roberto Occhiuto e il centrodestra.

L’outsider delle regionali calabresi è senza dubbio Luigi de Magistris. Il sindaco di Napoli guida un polo civico che vuole evidenziarsi come alternativo, differente per metodi e filosofia, rispetto i classici schieramenti. De Magistris ha promesso tanto in campagna elettorale, assicurando soluzioni per ognuno dei tanti problemi che affliggono la Calabria, sarebbe un successo riuscire a garantire anche la metà di quanto assicurato, se eletto nuovo governatore.

Con la comprensibile convinzione di chi punta alla luna con la speranza di arrivare almeno alle stelle, de Magistris assicura di credere nella vittoria. Successo che premierebbe un polo civico senza alcun partito alle spalle e guidato dal sindaco di Napoli, una rivoluzione epocale per la Calabria, terra solitamente poco incline a stravolgimenti di questo tipo.


Infine, quantomeno per la candidatura presentata in ordine cronologico in ritardo rispetto agli avversari, c’è anche Mario Oliverio. La ‘voce dell’esperienza’, dopo aver richiamato per settimane Bruni e de Magistris invitandoli a fare un passo indietro e suggerendo un profilo nuovo e identitario per tutto il centrosinistra, ha pensato ‘vengo anch’io’ e ha deciso di tuffarsi nella contesa elettorale.

Nulle o quasi le possibilità di tornare alla Cittadella da presidente e anche da semplice consigliere regionale, posto riservato soltanto a chi arriverà secondo. Una candidatura\provocazione che sa molto di ‘ve l’avevo detto’ se il risultato delle urne dovesse premiare il centrodestra.

Al netto di diatribe tra fazioni politiche, immaginiamo che l’unica cosa che interessa davvero al 99% dei calabresi (compresa l’ampia fetta di delusi che non si recherà alle urne) sia poter finalmente vedere uno spiraglio di luce. La Calabria, frase retorica e sempiterna ma per una volta vicinissima alla realtà, è all’ultima chiamata. Stremata da decenni di malapolitica, ingabbiata da problematiche mai affrontate a dovere dalle istituzioni, messa al tappeto dalla pandemia che ha praticamente raso al suolo le ultime speranze.


Le imminenti elezioni regionali decideranno il futuro di una regione in ginocchio, in cerca dell’eterno riscatto. E’ una sliding doors che abbraccia tutti e tutto: responsabili e incolpevoli, presente e futuro, centrodestra e centrosinistra. Non ci sarà più tempo per guardarsi indietro, per indicare con il dito “quelli che c’erano prima”, per invocare nuove speranze, per dare in pasto nuove illusioni ad un popolo oramai stanco e rassegnato.