Reggio, padre non vede il figlio da un anno. L’avv. Panuccio: ‘Al centro c’è un bambino, che merita rispetto’
L'avvocato Francesca Panuccio commenta le due note dei colleghi criticando la dimensione spettacolare che si intende dare alla vicenda
03 Novembre 2021 - 18:24 | Redazione

Riceviamo e pubblichiamo integralmente la nota dell’avv. Francesca Panuccio in merito alla vicenda di un padre che non vede il figlio da oltre un anno e delle successive accuse del legale della madre all’ex compagno.
“Ho letto una nota stampa del 2.11 u.s. (nonchè in data odierna la risposta dei soggetti interessati al caso), che come operatore giuridico non condivido e che -a tacer d’altro – mi appare affetta da un qualunquismo generico che non serve certo a dare rilevanza nella giusta direzione, all’accaduto riportato sotto il titolo ”Un padre non vede il figlio da oltre un anno”. La denuncia dell’Avvocato”. Il Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria non ha certo bisogno di alcuna difesa d’ufficio, ma è proprio l’avere letto su CityNow le argomentazioni riportate, con taglio giornalistico, che mi spinge a scrivere.
La professoressa Panuccio, stimata professionista reggina, commenta così il ‘caso’ del padre che non vede il figlio da oltre un anno.
“Non rende onore alla classe forense, a chi opera giornalmente presso il Tribunale per i Minorenni, con costanza e senza ostentazione, nel reale interesse del minore, né ha senso questa sorta di caccia alle streghe, su cui si vuole catalizzare l’attenzione.
Non è questa la sede, né la nota generica, né la risposta articolata, perché con entrambe si finisce con il dare una dimensione spettacolare alla vicenda, peraltro allo stato sub iudice, che riguarda comunque uno specifico caso.
Altro sarebbe avviare una seria riflessione sul perché a volte i decreti del Tribunale per i Minorenni non passano velocemente alla fase esecutiva, da parte di chi opera sul territorio. Emergerebbero così verità a dir poco sconcertanti e responsabilità pesanti: l’organico dei Servizi sociali è assolutamente insufficiente e ha difficoltà a rispondere alle esigenze del territorio, per il quale si spende senza limitazioni di tempo e con grande generosità. E cosa ancor più grave, la responsabilità della carenza di organico è legata a una diminuzione delle risorse previste nel budget della Regione e a una sua mancanza di ricadute di politica sociale, forse per un eccesso di burocratizzazione, che si concretizzano anche nell’assenza di strutture di accoglienza e inclusione.
Quanto alla vicenda particolare su cui si riferisce, se è vero che il dolore di un padre, ingiustamente penalizzato e ancor di più la lesione dell’interesse del figlio nell’essere privato di questo affetto importante merita rispetto e considerazione, non è meno vero che il caso risulta appesantito da riferimenti che non potevano peraltro che essere sommari da parte della difesa del genitore, e che però nella lettura del comunicato appaiono persino contraddittori nelle critiche mosse.
Il Tribunale per i minorenni ha tra i suoi compiti quello di arrivare collegialmente a una decisione – dopo attenta e partecipata istruttoria, come di fatto avviene – indicando e richiamando ognuno al proprio specifico operare, ma non certamente di controllarne la esecuzione. E tuttavia il Giudice delegato all’esecuzione del provvedimento, di volta in volta, segue i ritorni del caso, corregge, interviene con competenza e precisione
E’ compito della Rete lavorare nel senso di darne attuazione e dunque Servizi sociali, curatore, tutore, avvocati, tutti ne sono coinvolti, ricordando sempre che al centro vi è un bambino/a o un minore adolescente, che chiede di essere ascoltato, e che spesso invece non ha voce”.
