Occhiuto a CityNow: ‘Spirlì un generoso, il centrodestra ce la farà. Nessuna obiezione sul mio nome’

In diretta a Live Break il candidato indicato da Forza Italia parla della Regione che vorrebbe: Si al decentramento

Ponte sullo Stretto, alta velocità, governo regionale ed elezioni di ottobre, pandemia e sanità. Questi i temi affrontati in diretta a Live Break, da Roberto Occhiuto, capogruppo di Forza Italia alla Camera. L’esponente azzurro di Cosenza è stato, ormai da tempo, indicato dal partito quale candidato alla presidenza per le regionali di ottobre prossimo, ed è in attesa di ricevere l’ok da parte degli alleati, anche se per alcuni nulla è ancora deciso. Lui però si sente al sicuro:

“Forza Italia ha ribadito con grande chiarezza che la sua indicazione ricade su di me. Non mi pare ci siano state fino ad ora delle obiezioni, né da parte di Salvini né da parte della Meloni, e non vedo grandi problemi. Sono più preoccupato del fatto che occorra ragionare all’interno del centrodestra dell’idea di Calabria che vogliamo proporre e soprattutto per le cose da fare per far recuperare alla Regione la reputazione che non ha. Perché la Calabria è vista come una Regione che non ha speranza e futuro, come una terra che non può rigenerarsi. Io sono convinto invece che è una terra che ha tanti problemi, a cominciare dal cancro della ‘ndrangheta, ma anche tante risorse”.

Quale centrodestra, quale Regione

La sfida che attende Roberto Occhiuto è ardua. Sembrano infatti lontani i tempi del centrodestra unito e compatto che ha portato Jole Santelli alla vittoria. Ma l’ottimismo regna sovrano:

“Il Centrodestra è rappresentato sui giornali come una coalizione litigiosa per quello che succede a Milano o a Roma. Devo dire che il centrodestra invece nelle 14 regioni in cui si è votato negli ultimi due anni ha sempre vinto offrendo candidati capaci di vincere, quindi io sono abbastanza fiducioso. Il centrodestra calabrese dovrà essere un centrodestra che sappia riprendere il lavoro che fece Jole Santelli proprio dal punto di vista del recupero della reputazione e dell’immagine della Calabria. Se noi non dimostriamo di avere una classe dirigente di qualità con rapporti nazionali, con competenze, non saremo mai considerati nella comunità nazionale e sarà difficile risalire la china. Mentre in Calabria abbiamo competenze, credibilità, autorevolezza. Le abbiamo nel centrodestra e questo deve essere un valore per la politica calabrese e per il governo del centrodestra che vuole vincere le elezioni”.

Nel frattempo che il centrodestra ragiona su se stesso, c’è Nino Spirlì che da facente funzioni traghetta la Regione alle elezioni. Il giudizio di Occhiuto è, per così dire, amichevole:

“Spirlì sta facendo un lavoro difficile, perché governa la Regione essendo un facente funzione. La storia degli ultimi governi regionali ci ha insegnato che la parte finale della legislatura è la più complessa perché già si pensa al dopo. Ecco, lui ha avuto l’onore ma anche l’onere di governare la Regione nella parte finale a causa della sciagura occorsa a Jole Santelli. Credo che sia stato il cireneo che ha preso la croce addosso. Forse dovrebbe partecipare di più le sue decisioni, all’interno della giunta e dei partiti che compongono il centrodestra, ma credo che sia ingeneroso addossare a Spirlì responsabilità che non ha”.

Qualche responsabilità però è da rintracciare nella coalizione viste le numerose inchieste – e i clamorosi arresti – che hanno costellato lo scorcio di legislatura che ha visto il centrodestra alla guida della Calabria. Sul tema, giura Occhiuto, è stata avviata una profonda riflessione:

“Ne abbiamo certamente parlato tra alleati, e abbiamo convenuto sulla necessità di avere un’attenzione altissima sulla composizione delle liste, anzi si sta individuando un meccanismo per, in qualche modo, validare le liste da qualche organismo. Se avessimo un presidente della Commissione antimafia più serio, questa potrebbe essere il luogo dove inviare le liste per valutare eventuali questioni. Sarà una campagna elettorale nella quale la qualità delle liste deve essere straordinariamente alta e questa convinzione ce l’hanno tutti all’interno della coalizione del centrodestra”.

La Regione della ‘gestione’

Condivisione, confronto e responsabilità concetti chiave per la Regione del 2021. Jole Santelli aveva promesso a Reggio che avrebbe finalmente assegnato le deleghe alla Città Metropolitana, ma non ne ha avuto il tempo. L’idea di Occhiuto non sembra, a parole, essere distante:

“La Regione che io vorrei, deve essere una Regione che fa poca gestione e molto governo inteso come programmazione degli interventi, quindi sono assolutamente favorevole a decentrare attraverso il conferimento di deleghe di gestione, non solo a Reggio ma dovunque è possibile. La Regione è diventato un pachiderma ingolfato dalla gestione che non riesce a fare le cose che riguardano il governo del territorio”.

E d’altra parte il rapporto con Reggio sembra un rapporto lasciato in sospeso:

“Io ricordo che sono stato vice presidente del Consiglio regionale e nella mia funzione stavo quattro o cinque giorni la settimana a Reggio. Credo sia una città che meriti di essere uno dei motori principali della Calabria. Sono convinto assertore del Ponte sullo Stretto proprio perché ritengo possa essere un attrattore turistico straordinario per l’area metropolitana oltre che una infrastruttura necessaria per la mobilità. La Calabria cresce nel suo complesso, non cresce se c’è un motore soltanto”.

Trasporti e mobilità

A proposito del Ponte sembra non esserci dubbio sulla posizione del candidato forzista:

“Il gruppo di FI alla Camera e al Senato ha sollecitato al governo l’inserimento del Ponte tra le opere del Recovery e l’obiezione è stata che l’Europa vuole nel Recovery opere che si possono concludere entro il 2026 e quindi il governo ha inteso non inserirla. Noi abbiamo chiesto, e l’abbiamo ottenuto, che questa opera possa essere finanziata con fondi nazionali, il Fondo di coesione e il Fondo complementare a corredo delle risorse del Recovery. È stato depositato il lavoro della Commissione tecnica che il governo precedente aveva fatto sul Ponte. E anche questo lavoro conferma la necessità del Ponte. Per noi è un’opera strategica che in questi anni non ha goduto di buona stampa perché vista spesso come opera ideologica, di centrodestra per così dire, ma le opere importanti per il Paese non sono né di destra né di sinistra”.

Ma quali opere sono state inserite nel Pnrr? Occhiuto ne rivendica la paternità di alcune:

“Intanto c’è l’alta velocità ed anche questo tema lo abbiamo sollevato noi quando siamo andati da Draghi. Io ho detto al premier che ero preoccupato dal fatto che gli interventi per l’alta velocità fino a Reggio Calabria non fossero quelli per l’alta velocità vera, per intenderci con i treni che vanno a trecento chilometri orari, ma che fossero solo interventi di potenziamento. Proprio Draghi ha detto che si trattava di quella vera, ma i tecnici intervenuti hanno fatto notare che si trattava di interventi di potenziamento. Qualche giorno dopo è venuto in aula ed ha parlato di alta velocità vera, abbiamo scoperto che erano stati inseriti gli altri lotti dell’alta velocità che si finanziano con quel Fondo complementare. Ma non perché io abbia avuto particolari meriti. Ma è meglio avere nei posti apicali un calabrese che un torinese o un milanese. Il sud paga un ritardo in termini di interesse dei governi per i problemi del mezzogiorno proprio perché i gruppi dirigenti dei partiti, che un tempo erano prevalentemente meridionali, oggi sono del nord. Quindi se il capogruppo fosse stato uno di Milano o di Trieste probabilmente gli avrebbe parlato di Milano o di Trieste”.

Spirlì, il generoso

Occhiuto che a Roma è capogruppo alla Camera ha certamente un osservatorio privilegiato rispetto al comportamento della Calabria al tempo della Pandemia. Qualche giorno fa Spirlì, ospite a Sky, ha detto che in Calabria sta andando tutto bene, considerato il disastro della sanità. Ecco il pensiero di Occhiuto:

“Spirlì se ha fatto un errore è stato un errore di generosità perché si è addossato responsabilità che non erano le sue. La sanità in Calabria è commissariata da anni. Anche il piano di vaccinazione che si deve fare prevalentemente attraverso le strutture sanitarie e che dipende dal Commissario, io non credo abbia funzionato tutto bene. Ma credo anche che sia dovuto al fatto che abbiano mandato sempre commissari che non capivano nulla di gestione sanitaria, forse perché c’è questo pregiudizio in ordine al quale in Calabria devi mandare per forza carabinieri o generali della guardia di finanza non persone che capiscano come si organizza il sistema sanitario. Noi abbiamo passato l’ultimo anno di Covid senza fare reparti di terapia intensiva, senza aumentare il numero dei medici da assegnare ai posti di terapia intensiva, senza alcuna novità sull’assistenza domiciliare, allora queste sono responsabilità di chi ha nominato i commissari e quindi del governo. L’assessore alla sanità calabrese è il ministro Speranza. Spirlì non è uno che si nasconde, ma uno coraggioso, a volte troppo generoso, che ha messo il timbro accanto a quello del commissario anche su azioni che invece competevano solo al governo”.